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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Eccoci (finalmente) arrivati a Pasqua, con un lungo ponte da passare, preferibilmente, lontano dalla città e dal lavoro. Prima di andare in vacanza però vi consiglio di immergervi nella lettura di SUSSURRI, che negli ultimi tempi è diventato sempre più poetico e riflessivo: addirittura un numero composto interamente di liriche, da nomi storici, come Marco Saya e una delicata Mariacarla Tarantola "riscoperta" nei cassetti di Kult, a voci che da poco conosciamo e apprezziamo, come Davide Riccio, Pietro Pancamo; non manca l’irrompere dell’attualità (Bomb di Giancarlo Ferrigno) e non mancano i Dubbi semiseri di Alfredo Bruni.
E ora,cominciamo la nostra immersione nelle acque dei versi….

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Comiciamo proprio dalla nota leggera, dai Dubbi di Alfredo Bruni, aforismi spensierati, stavolta con tema "proposta indecente". Paradosso e sorrisi, per prendere meno sul serio la vita, che è già troppo seria di per sé.

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Conosciamo già da tempo la cifra poetica di Marco Saya, che nella sua nuova produzione abbandona in parte la sensualità musicale delle prime opere, per abbandonarsi a una riflessività matura e attenta; come in quest’ultima lirica, tratta dai suoi Frammenti (senza titolo), in cui ritorna la domanda essenziale dell’umanità, la ricerca della risposta, del tutto, per non riposare nell’ "ignorante quiete" (bellissima immagine).

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Rimaniamo sempre lì; all’interno dell’anima, luogo ideale di ogni poesia, come in Nicola Vassallo, che con la sua raccolta Inquietudini esplora le profondità del sogno, del dubbio; si dipana quell’affannato rincorrere i propri ideali, all’ombra della morte, da cui nascono i versi e le parole umane.

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Bellissima è pure Somiglianze, di Pietro Pancamo: un’analogia molto "ungarettiana" (ricordate "è il mio cuore il paese più straziato", da S. Martino del Carso?) tra cielo e uomo, uomo e paese, in una circolarità perfetta, in cui l’uomo diventa, come il paese, un "fagotto di stelle e di buio".

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Continuiamo con la lirica, stavolta più ermetica: Poesie quasi zen, di Davide Riccio, è un insieme di frammenti, in cui oggetti quotidiani si intrecciano alla filosofia della vita, in uno sguardo assorto, in cui si uniscono la leggerezza della danza dei ragni appesi al soffitto, gli alberi silenziosi e il violino, con veloci versi dedicati alla condizione umana – che non prevede mai un equilibrio.

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Fino ad adesso si è parlato di unità, di anime sole, chiuse nella loro interiorità; con Mariacarla Tarantola, che torna sulle nostre pagine dopo un lungo periodo di assenza, ritroviamo la coppia. Noi due è una lirica di linguaggio ottocentesco, molto romantica nelle immagini e nei sentimenti, nello stile inconfondibile di questa autrice.

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E dopo tanta introspezione, torniamo al presente, anche se non è un presente gradevole: la guerra irrompe in Time! Bomb, di Giancarlo Ferrigno, un’ode amarissima, un grido contro la guerra, dedicato alla bomba. Il pensiero corre naturalmente al futurismo e alle parole in libertà di Marinetti (c’è anche un riferimento), ma in alcuni punti i versi risultano troppo didascalici per essere davvero lirici.

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E con questo richiamo alla guerra – ufficialmente finita, con tutti i suoi strascichi dolorosi – termina il nostro spazio più che mai lirico. Scrittori di racconti, di romanzi, di saghe fantascientifiche…tornate tra noi!
Mille auguri a tutti, Buona Pasqua

Lorenza Ceriati

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