Cognome e nome: Adam Spiegel, aka Spike Jonze
Età: 33
Luogo di nascita: Potomac, MD
Stato Civile: sposato con Sophia Coppola (figlia di Francis Ford)
Professione: regista e molto altro
Segni particolari: un’invidiabile capacità di "Adaptation"
Regista di film e videoclip, attore, fotografo, scrittore e produttore. In tempi in cui si parla tanto di flessibilità come della panacea in grado di risolvere ogni problema in materia di occupazione, Spike Jonze (vero nome: Adam Spiegel) merita di essere preso ad esempio. Quantomeno per la versatilità che ha dimostrato nel corso della propria carriera, muovendosi come un provetto equilibrista tra cultura pop e cultura alta, tra il mainstream e lo scenario più alternativo.
Nel caso in cui non abbiate capito di chi stiamo parlando, pensate a quel buffo ometto dallo sguardo invasato e i movimenti allampanati che dirige la Torrance Community Dance Troup nel video di Fatboy Slim "Praise You". Sì, sì, Spike Jonze è proprio lui, con quell’aria apparentemente compassata ma capace di intuizioni geniali in grado di far scoprire il lato B di ogni situazione.
Facciamo qualche passo indietro. Sono gli anni ’80 e il giovane Spike, grande appassionato di skate, inizia la propria carriera di filmmaker con alcuni documentari in cui riprendeva le esibizioni di alcuni skateboarder e cercava di sottolineare il lato malinconico dello sport: il debutto avviene infatti con un documentario su un gruppo di skater ciechi.
Malato di fregolismo, Spike si dedica poi all’editoria, collaborando come editor, autore e fotografo di alcune riviste sportive come "Freestylin", "Go, "BMX Action" e fondando la rivista "Dirt". Nonostante l’aspetto da "average Jack" che si ritrova, Spike è infatti un amante degli sport estremi, termine col quale non si deve intendere solo sport come bungee jumping o paracadutismo ma anche estemporanee esibizioni come lanciarsi su una strada in discesa a bordo di un carrello della spesa. Qualche anno più tardi, memore di queste interessanti esperienze, Spike ideerà e produrrà uno degli show di maggior successo di MTV, l’imbarazzante "Jackass".
Con la regia Spike trova però la propria dimensione creativa. Tra i suoi clip: "Sabotage" dei Beastie Boys (parodia dei fumetti di Diabolik e della fantascienza anni ’60), "Buddy Holly" dei Weezer (in cui la band viene catapultata in un episodio di "Happy Days"), "Oh It’s So Quiet" di Björk (omaggio camp ai grandi musical hollywoodiani), "Weapon of Choice" (in cui un inaspettatamente agile Cristopher Walken si lancia in una danza sfrenata).
I lavori di Spike fanno ormai parte del nostro immaginario estetico e hanno rinnovato lo stile del videoclip. La formula magica con cui sono fatti questi piccoli capolavori di 3 minuti è un misto di immaginazione infantile, cultura pop che sfiora il trash, citazione cinematografiche a iosa e una dose titanica di humour. Uno stile indefinibile che però ogni volta ti fa venir voglia di urlare: Woooooow!!!!!!!!!
Attraverso un numero sterminato di clip e documentari (tra cui uno dedicato ad Al Gore), alcune prove come attore (tra cui "Three Kings") e come produttore ("Human Nature" del talentuoso francese Michel Gondry, praticamente una versione con la erre moscia di Spike), Jonze approda finalmente al primo lungometraggio. "Essere John Malkovich" è il surreale film kult che ha fatto conoscere a tutti che razza di caos c’è nella testa di un attore americano. Parabola sull’identità alla fine del secondo millennio, il film ci fa capire, come sosteneva Ortega Y Gasset, come esistano tante realtà quanti punti di vista. A voi le conseguenti interpretazioni di ordine etico, politico, religioso…
L’accoppiata Spike Jonze (regista)/Charlie Kaufman (sceneggiatore) ritenta il colpo con "Adaptation" prossimamente sul grande schermo. Nel luna-park cerebrale di Jonze questa volta ci troviamo a visitare la casa degli specchi. Protagonisti del film sono infatti lo sfigato sceneggiatore Charlie (Nicholas Cage) e il suo gemello, lo sciupafemmine Donald (sempre Cage). Charlie è anche l’alter-ego dello sceneggiatore del film Kaufman: infatti sia Kaufman (nella vita vera) che Cage (in "Adaptation") si confrontano con le difficoltà del processo creativo quando devono preparare l’"adattamento" per il cinema del best-seller "The Orchid Thief" di Susan Orlean. Cinema sul cinema, storia finta tratta da una storia vera, dramma e commedia al contempo, "Adaptation" si muove tra registri stilistici lontanissimi grazie a un riuscito lavoro di "mix and match": la critica americana, facile agli entusiasmi, non si è peritata di definire "Adaptation" un film geniale.
Insomma, tracciando un bilancio, Jonze e la sua opera sono un misto di contraddizioni che interpreta alla perfezione il malessere di una generazione indecisa tra angoscia e autoironia, tra leggerezza e riflessione. C’è da scommettere che, nell’evoluzione della cultura pop, l’influenza di Jonze, vista la sua straordinaria capacità di "adaptation", non si estinguerà tanto facilmente.
Il talento di Mr Spike Jonze
Simone Spallanzani