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Tutti giù per terra

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Tutti giù per terra
Giuseppe Culicchia
TEA DUE


Non so se anche a voi capita, ogni tanto, di riprendere in mano qualcosa che avete già letto. Magari con l’idea iniziale di riguardare semplicemente qualche frase, o al massimo un mezzo capitolo. Per poi, se il libro in questione è tutto sommato di dimensioni ridotte, e per di più intrigante come questa opera prima di Giuseppe Culicchia, abbandonare gli indugi, e degustarlo di nuovo completamente, con l’attenzione al massimo, per controllare se tutti i passaggi che la prima volta vi avevano colpito sono ancora lì, attivi e convincenti come al primo passaggio.

E forse era proprio quello che avevo in mente, dopo la parziale delusione di Bla Bla Bla e la sicuramente sbagliata decisione di evitare Paso Doble e la successiva
produzione1 di questo autore: verificare cosa mi era piaciuto delle vicende di Walter, per essere sicuro di non aver apprezzato questo romanzo solo per qualche fattore contingente, che terminato l’ambito temporale in cui era apparso, poteva essere svanito completamente senza lasciare traccia alcuna.

E quello che ho "scoperto" è che, almeno per me, il "momento" non sembra c’entrare. Essere o non essere più studente, avere o no vaghe (o precise) idee sul futuro personale o lavorativo, nulla toglie o aggiunge a questa magnifica opera. Walter, con i suoi dubbi, le sue opinioni, la sua ricerca di un ruolo non-ruolo, e di una vita "vera" hanno ancora a distanza di tempo una forza e una grinta impressionante. Una grinta che riesce ad avere una sua autonomia anche rispetto all’ottimo
film2 di Ferrario tratto dal libro, grazie ad una prosa scarna ed essenziale, e ad un umorismo minimalista e pungente che fa sorridere e pensare insieme. I personaggi, così caricaturati da sembrare assolutamente plausibili, sono poi l’altro punto di forza di questo testo, perché nel loro essere impermeabili e "incomunicanti" aiutano a dipingere a tinte ancora più forti quel muro tra i desideri e la realtà che il protagonista scopre intorno a sé.

Per chi non ha letto il libro: in poco più di un centinaio di pagine si parla della vita quotidiana di Walter, da quando si diploma a quando inizia a lavorare, coprendo per la maggior parte il suo periodo di
servizio civile3 parallelo all’iscrizione a Lettere e Filosofia, descrivendo il suo rapporto con l’altro sesso, con i colleghi o gli altri studenti, e con la sua famiglia. Il libro inizia descrivendo cosa Walter non vuole fare da "grande", e si conclude con la consapevolezza che è finito a farlo, e che la situazione è ancora peggiore (interiormente) di quella che poteva prospettare all’inizio. Una sorta di viaggio dei compromessi in cui si procede a spirale, e che tratteggia quello che demagogicamente potremmo definire il "vuoto di valori degli anni ottanta".

Un libro cristallino con un graffiante finale che, se mi permettete l’esagerato parallelismo, ricorda come forza quello di Galactic Pot-Healer di P.K.Dick.

Marco Giorgini

1
che mi risulta avere ricevuto una positiva accoglienza da parte di critica e pubblico

2
…film con una splendida colonna sonora – che contiene un’emotivamente intensa prova dei CSI…

3
…al CANE…

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