Nono Classificato
La foresta è ormai deserta ed avvicinarsi alle case diventa sempre più pericoloso.
Gli umani proteggono le loro case con quei dannati cyber dog. Una volta era facile eludere la loro sorveglianza.
L’odore di cibo è forte. Devo trattenermi, potrebbero vedermi. Devo prima terminare la metamorfosi. Il mio aspetto non è ancora abbastanza umano.
La fame mi chiude lo stomaco. Calma, calma. Ancora pochi istanti. Ora!
Esco alla luce del lampione ad intermittenza. Nessuno ancora. Ho fame, ho fame. Un cucciolo, un cucciolo d’uomo, solo! Mi avvicino, trattengo la frenesia del cacciatore. Ciao piccolino, ti sei perso? No, sto cercando il gatto.
Vieni, lo cerchiamo insieme. Prendo il piccolo per mano. Dai, guardiamo sotto quel cassonetto all’angolo della luce. Il piccolo si piega a guardare, io mi piego su di lui. Affondo i denti alla nuca. Non un suono esce dalla preda. Gli ho spezzato il collo con un solo colpo. Come è tenero. La carne si scioglie in bocca.
Sono pronto per iniziare la vera caccia. Finalmente posso assumere le sembianze della mia ultima vittima. Mamma, mamma! Come previsto si apre la porta di una casa. Una donna umana appare sulla soglia. Andrew vieni, il gatto è qui, in casa. Entro nell’abitazione. Come fanno gli umani a viverci. Non si sente neppure l’odore della terra. Giusto il tempo di mangiare e poi me ne andrò da qui. Il gatto mi guarda e incomincia a soffiare. Che ti prende Rufus, non vedi che è Andrew. Mi avvento sul gatto e con un colpo secco gli spezzo la schiena. La donna umana grida. E’ paralizzata dall’orrore.
Non le do il tempo di riprendersi. Mi avvento su di lei. Le fauci spalancate. Cara che succede perché gridi. Maledizione, il compagno maschio della donna umana. Lascio la preda, mi lancio sul maschio. E’ più forte del previsto.
Questo aspetto da bambino non mi aiuta. Non posso ancora assumere l’aspetto della femmina. L’uomo mi scaglia contro la parete mi rialzo. Non mi resta che prendere le mie sembianze naturali. Sulle quattro zampe ho più possibilità
di colpire rapidamente. Affondo gli artigli nel ventre dell’uomo. I visceri si fanno strada nello squarcio. L’umano si guarda con meraviglia l’addome, come se scoprisse solo ora di possedere un intestino. Mi guarda. Si guarda il ventre. Cade riverso in avanti. Mi chino a concludere il mio pasto.
E’ ora di andare. Appena mi affaccio sulla porta, mi si fanno incontro due occhi rossi lampeggianti. Oh no, il cyber dog. Devono averlo attivato non appena sono entrato in casa. Rientro in casa. Sono in trappola.
Se arriva l’alba è la fine. Devo rientrare al rifugio prima che il sole sorga. Al diavolo quell’ammasso di ferraglia. Sarò il primo della mia specie che ha battuto un cyber dog.
Mi lancio sul droide. Le fauci del cyber affondano nella mia carne. I miei denti non riescono ad affondare nel duro metallo. In bocca ho il sapore del mio stesso sangue. Mi stacco dalla lotta. Cerco di riprendere fiato.
Non me ne da il tempo. Mi è di nuovo addosso. Sono allo stremo. Le ferite sul mio corpo perdono sangue copiosamente. Questo potrebbe essere l’ultimo assalto.
Le fauci del cyber dog affondano nella mia gola. Sento il rumore delle ossa che si frantumano. Avverto l’ultimo alito di fiato che abbandona il mio corpo. Odo l’ultimo battito del mio cuore. La vista si spegne. La vita mi abbandona.
Riverso sull’asfalto, il mio essere da inizio alla sua ultima metamorfosi.
Lentamente prendo le sembianze di colui ha dato origine alla nostra specie.
Scompare la bestia. Scompaiono gli artigli. Scompaiono le fauci.
Riverso sulla strada, all’alba troveranno solo il corpo di un uomo nudo con il collo spezzato. Al suo fianco un cyber dog. Unico segno di riconoscimento: un tatuaggio sulla schiena. Genesi III Campione 63354. Riconsegnare al Rifugio.
A caccia
Di notte, quando altri dormono, esco dal mio rifugio a cercare nutrimento per le mie stanche membra. Ogni notte è sempre più difficile trovare cibo.
Giuseppe Portuesi