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Intervista a Giorgia Tribuiani

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Intervista a Giorgia Tribuiani
(terzo classificato al concorso reWritten – sezione Horror con "La bimba del Peccato")

Ciao Giorgia e complimenti per il tuo posizionamento in questa sesta edizione del concorso per letteratura minimale, indetto dalla nostra rivista. Cosa puoi dire di te ai lettori, per raccontare chi è Giorgia Tribuiani e cosa fa nella vita?
Beh, sono una ragazza innamorata della scrittura… scrivo dai tempi delle elementari e negli ultimi anni lo faccio ogni giorno (mi piace scrivere tante cose, ma in particolare romanzi e racconti). Frequento il primo anno di scienze della comunicazione a Roma, perché mi piacerebbe molto anche scrivere soggetti e sceneggiature; per il resto mi piace suonare la chitarra, ascoltare la musica, uscire e leggere romanzi di ogni tipo.
Come e quando sei venuta a conoscenza della nuova edizione del concorso? Cosa ti ha spinto a partecipare?
Il bando del concorso mi è stato inviato da Alessio Valsecchi, il responsabile del sito web "La tela nera", e mi ha subito incuriosita per due motivi: da un lato perché il concorso prevedeva una sessione specifica per il genere horror, il mio preferito, e dall’altro perché mi permetteva di mettere in campo i personaggi delle storie che mi avevano colpita e commossa, di vederli rivivere per mia mano… era come se qualcuno mi stesse chiedendo di resuscitarli… da brivido!!
Cosa hai pensato del nuovo tema proposto? Per la prima volta abbiamo deciso di fare due categorie distinte tra Horror e SciFi/Fantasy e abbiamo cercato di scegliere qualcosa di ampio respiro che costituisse però ugualmente una sfida…
Una sfida lo è stata di certo e il tema della contaminazione è stata proprio una grande idea! Anche l’idea della divisione in due categorie è stata azzeccata: io personalmente impazzisco per l’horror e questo accade in maniera molto minore per il genere fantasy (fatta eccezione per la saga "La torre nera" di King che è qualcosa di pazzesco!), mentre per un’altra persona può accadere l’esatto contrario. Fare come accade spesso e mischiare i due generi sarebbe stato sbagliato…
Come è nato La Bimba del Peccato? La scelta di usare Stephen King come "base" è quella che pensavamo in effetti più utilizzata – ma tra tutte le opere possibili tu ne hai scelte due "classiche". Sono i tuoi testi preferiti di King o solo quelli che secondo te si prestavano meglio ad essere fusi?
Come è nato? Beh, questa è una domanda difficile… è nato! Annie Wilkes era un personaggio fantastico e dal momento in cui ho letto il bando ho pensato che mi sarebbe piaciuto parlare di lei, farle torturare qualche altro malcapitato… poi, all’improvviso, l’illuminazione! Perché non trasformarla da carnefice in vittima? E chi meglio di Carrie con la sua telecinesi avrebbe potuto contrattaccare la donna dalla faccia di pietra? L’idea è nata così, qualcosa di vago e indefinito che poi ha preso forma sul monitor ed è doventata La Bimba del Peccato… Come dice il grande Stephen, romanzi e racconti non si producono nella mente, ma da qualche parte vicino all’ombelico. "Non è colui che la scrive, è la storia"! Per il resto, con King, è difficile parlare di testi preferiti… Carrie è un romanzo stupendo e Misery parla della scrittura in modo divino, ma… no, forse non sono i miei testi preferiti. La Torre nera e l’Ombra dello scorpione sono al vertice.
Quanto tempo ti ha portato via la stesura?
Poco, non più di un’ora. Poi, qualche giorno dopo, ho riletto il racconto e ho apportato qualche correzione.
Quando hai inviato il testo pensavi che ti saresti posizionata nella parte alta della classifica? Quali sono secondo te i punti di forza del tuo testo (o quelli ai quali hai prestato più cura)?
No, non lo credevo affatto! Sono rimasta incredibilmente sbalordita quando ho trovato l’e-mail con i risultati del concorso e i complimenti! Del testo mi piacevano soprattutto la madre di Carrie in preda alla follia e la scena di Annie che si avvicina alla bambina per liberare la piccola creaturina dalla sofferenza… è soprattutto la psicologia dei personaggi un po’ singolari ad attrarmi…
Avevi pensato a varianti possibili quando hai valutato di scrivere questo racconto? se sì quali era state?
Non proprio; all’inizio volevo ci fosse anche Roland di Gilead, il protagonista della Torre nera (credo sia uno dei personaggi kinghiani meglio riusciti), ma poi ho cambiato idea.
Se ne hai avuta, quanta difficoltà ti ha dato il limite di 8192 caratteri? E’ stato più complicato quello o trovare un’idea che stesse nei binari imposti dal concorso?
Decisamente più complicato quello! Il testo originale era lungo più del doppio!
Conosci qualcuno degli altri partecipanti o hai già letto qualcosa di qualcuno di loro?
Ho letto tutto quanto riguardante la sezione horror, comprese le biografie… è tutto ciò che so degli altri partecipanti.
Hai dato una scorsa alle altre opere e se sì quali ti hanno colpito in qualche modo? Hai letto qualcosa anche dell’altra sezione (quella dedicata alla fantascienza)?
Mi ha colpito molto l’opera del primo classificato… un’ambientazione davvero bella, l’atmosfera è ben creata, davvero, non posso che fargli i miei complimenti. Oltre a quella ho letto con grande interesse anche l’altro testo che ha visto coinvolta Annie Wilkes. Per quanto riguarda la sezione dedicata alla fantascienza ho dato solo una scorsa veloce…
Una cosa che ci ha un po’ stupito è che – tra gli autori importanti dell’horror contemporaneo – molti non hanno avuto nessuna "citazione". Tu che autori leggi normalmente? A parte King a chi ti senti più legata come stile o tipo di narrativa. E tra gli autori classici quali sono fonte normalmente di ispirazione per te?
Leggo un po’ di tutto, nonostante il mio cuore appartenga ormai ai romanzi di genere horror. Non leggo autori in particolare, mi piace variare (mi sono
piaciuti molto romanzi come "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino", "Il pianista", "La chimera", "Qualcuno volò sul nido del cuculo"…), ma King è il mio Maestro, il migliore, cerco di imparare più che posso da lui ("On writing" è il mio libro-guida). Tra gli autori classici, sul podio appaiono Poe, Lovecraft e Stoker, subito seguiti da Stevenson e Robert Bloch.
Tu segui il panorama letterario italiano – magari fuori dal circuito della grande distribuzione? Compri e leggi autori di genere non (ancora) famosi? Se sì, quali e di che case editrici?
Di solito quando compro un libro non faccio caso all’autore o alla nazionalità o ancora alla casa editrice… vado nel reparto delle novità e leggo le recensioni. Poi scelgo in base a quelle.
Cosa ne pensi dei giudizi dei giurati e del loro "stile" assolutamente variegato? E cosa ne pensi del fatto che essi abbiano ricevuto tutti i racconti insieme e SENZA nessuna indicazione sugli autori?
Mi è piaciuto molto leggere i giudizi. Non nascondo di aver provato una punta d’orgoglio nel leggere i primi della lista, ma anche gli altri (i più negativi), mi sono serviti per riflettere. Cerco continuamente le critiche, sempre che siano costruttive. Per il resto penso che una giuria composita e tenuta all’oscuro delle indicazioni sugli autori sia il massimo che un concorrente possa chiedere… non ci sono preferenze per nessuno e per nessun genere, cosa possiamo chiedere di più?
C’è qualche commento sul tuo racconto che ti è piaciuto particolarmente?
Inutile dire che i primi due mi siano piaciuti molto, no? 🙂 Inoltre i commenti di Villa e Trenti sono stati di sprono: hanno detto delle cose buone affiancate da una critica costruttiva.
E ce n’è uno che invece ti ha messo in difficoltà?
L’ultimo, forse. Che s’intendeva per "compiuto"?
Per questa prima edizione abbiamo avuto un numero di partecipanti che ci ha soddisfatto – ma non possono essere considerati comunque "tanti" tenendo conto delle medie di altre iniziative del genere. Hai qualche consiglio su come potremmo migliorare l’organizzazione della prossima edizione del nostro concorso? O su un tema diverso da affrontare sempre nel limite delle 8192 battute?
Non saprei: per me l’idea di questo concorso è stata molto di stimolo e sono sicura che se si riproponesse parteciperei di nuovo! Forse aprirlo a racconti con un limite di battute un po’ più alto sarebbe il top…
Hai critiche per come abbiamo proposto la cosa – o per l’organizzazione?
No, nessuna critica. Ehi, ma come si fa a criticare un concorso che ti ha mandato un’e-mail e ti ha fatto fare i salti di gioia davanti al monitor di un computer?
Che tema vorresti fosse trattato in una prossima edizione del concorso – per convincerti a partecipare ancora?
In realtà, a mio parere, i concorsi a tema limitano un po’… questo era diverso: lasciava ampio respiro ai partecipanti. C’era la contaminazione, ma non era poi un tema vero e proprio… E’ difficile limitarsi e cercare di non andare fuori tema mentre si scrive un racconto: non è una cosa che si può controllare…
Cosa ne pensi dell’editoria elettronica e delle produzioni come quella di KULT Underground/KULT Virtual Press?
L’editoria e le produzioni elettroniche mi piacciono molto, anche se non potrei fare a meno di tutti i miei testi cartacei in fila sullo scaffale…
Posso leggere un racconto al computer, ma per quanto riguarda i romanzi…
Hai un sito web (culturale, di intrattenimento) o collabori a siti web che si occupano di arte, letteratura o cultura?
No, forse tra breve, ma per il momento ancora no.
Grazie per il tempo che ci hai dedicato… e speriamo di rivederti anche il prossimo anno
Grazie a voi, alla prossima!

Marco Giorgini

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