KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Voci che sussurrano

5 min read

Voci che sussurrano

Come vola il tempo (tanto per iniziare in modo originale): è maggio, ed è già passato un anno da quando ho preso in mano SUSSURRI per la prima volta.
Un po’ di amarcord: quel "lontano" numero ospitava il quarto e quinto capitolo del corposo romanzo Benaresyama dell’acclamato Federico Mori (nell’agitazione, avevo sbagliato a scrivere il titolo); La notte, una dolcissima poesia di BEA (nome poi scomparso); Io, il mio Dio, intensa lirica di Barbara Burgio, autrice premiata nel corso della festa annuale di Kult; Fosbury, breve racconto del grande Enrico Miglino; Rive Gauche, un "esperimento post-modernista" di Fulvio Savagnone, alias Dj Flux; Perfugas e L’isola dei morti, versi bellissimi e letterari di Mario Pischedda (un altro autore svanito nel nulla); la seconda parte dell’appassionante Inevitabile vendetta, di Fabrizio Cerfogli; lo splendido Anelli di Damiana Guerra; Un racconto, romantico ricordo di Matteo Ranzi (anch’egli premiato per la sua collaborazione con Kult); Passato presente, perfetta lirica di Monica Orsini.
Approfitto di questa digressione nel passato per ringraziare tutti gli autori di Kult, sia quelli "storici" che i nomi nuovi, per invitare gli "scomparsi" a mandarci i loro fogli nel cassetto (anche il cassetto mentale, naturalmente…), e, soprattutto, per invitare tutti a scrivere sempre, a esprimersi, al di là delle piccole incomprensioni che a volte possono venirsi a creare con la redazione. Può capitare infatti che un’opera non risulti adatta alla pubblicazione: ma sono in gioco solo motivi di opportunità, e comunque il giudizio riguarda il singolo scritto, nella sua contingenza., MAI il valore di una persona.
Ma mi sono dilungata anche troppo: meglio passare subito alle novità di questo mese, tra cui spiccano un nuovo romanzo a puntate di Alessandro Zanardi, e molte poesie (si è aggiunta una voce nuova al nostro reparto lirica).

———————————–
———-

Come prima, più di prima…come un anno fa, anche questo numero è inaugurato dall’intrigante Benaresyama di Federico Mori. Sembra vicina la soluzione degli oscuri misteri che avvolgono le ricerche del dottor Blake: staremo a vedere…

———————————–
———-

Sono in molti a dire che la poesia è una lavoro di lima: e in effetti solo nell’economia di parole si può giungere all’essenza dell’immagine. Come in Attesa, folgorante intuizione notturna di Myskin, autore che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare, e che ci terrà compagnia per molti altri mesi.

———————————–
———-

Attingo ancora dal serbatoio Miglino, per estrarre Conseguenze irreparabili, breve riflessione "metaletteraria", introspettiva, sul bisogno di scrivere e sull’angoscia che dalla scrittura deriva. Mille destini, mille personaggi diversi si mescolano confondendosi con la vita reale e le infinite possibilità che l’esistenza racchiude: tra tutte, la possibilità più estrema, che può essere raggiunta con un breve, insignificante gesto. Un passo nel vuoto, al di là della ringhiera, al di là delle parole e delle storie.

———————————–
———-

Da questo mese inizia a collaborare con SUSSURRI la poetessa Mariacarla Tarantola, voce giovane e fresca: Io e te soli è un inno all’amore, alla dimensione fuori dallo spazio e dal tempo propria degli innamorati, alla gioia limpida e immobile degli attimi perfetti, minacciata dalla realtà convulsa del "mondo esterno".

———————————–
———-

Come vi avevo promesso, per gli amanti delle "emozioni a puntate" (anch’io, ovviamente, lo sono), arriva un nuovo, originalissimo lavoro di Alessandro Zanardi, Storia di un ragazzino elementale, di cui presentiamo il primo capitolo. Non pensate a un errore di stampa: il protagonista è proprio "elementale", nel senso che deriva il suo essere dalla furia e dall’amoralità degli elementi. Lo vediamo abbandonare la "natura", bambina strega amata e odiata, precipitarsi nel mondo degli uomini e del lavoro, abbracciare tutto e poi tutto distruggere. Lo stile, impetuoso, vivace, "robusto", si adatta all’anima selvaggia e geniale del fanciullo cresciuto troppo in fretta.

———————————–
———-

Giovanna Cieri sembra proseguire il tema della menzogna, dell’occultamento (ricorderete Il teatro, lirica proposta nel numero di aprile) nella composizione di questo mese, L’albero di Pinocchio. Allo stile lineare e gradevole si contrappongono la complessità del significato, la ricchezza delle metafore e dei simboli, molto eleganti e non logori dall’uso – "i corvi esausti che parlano del vero" , la solitudine misteriosa dell’albero, che pure conforta e ripara. Un testo sfaccettato, intenso, con vari livelli di interpretazione.

———————————–
———-

Ritroviamo il nostro giocoliere delle parole, Ettore Fieramosca, con la sua galleria lirica dedicata a Roberta (n. 5 "come i Lewis"!). Nei suoi andirivieni mentali, stavolta l’autore si rivolge direttamente al lettore, per chiedergli "cosa abbia a che fare" la musa ispiratrice con gli ultimi divertiti versi. Forse nulla, forse tutto…come può tutto l’atmosfera gioiosa della passione (a questo punto sono curiosa: ma questa fortunata ragazza esiste davvero?)

———————————–
———-

La voce sommessa di Spalla ci riporta alla vita, al tiepido grigiore di Una tranquilla giornata. Un diario, sì, ma un diario del sogno e dell’immaginazione, che si situano su un altro piano rispetto alla logica delle minuscole azioni quotidiane: anzi, gli attimi ripetitivi sono solo un pretesto per il librarsi del pensiero. Cosa succederebbe, per esempio, in caso di una malattia fulminante? Quali parole usare per i colleghi, cosa scegliere tra il lavoro e la ricerca del sapere?

———————————–
———-

Ebbene sì…tutto finisce prima o poi, e questo mese assistiamo all’epilogo de Il risveglio del dormiente, lunghissimo racconto di Claudio Caridi. Ancora una volta restiamo col fiato sospeso, di fronte all’imprevedibilità del comportamento dei Borg; ma non voglio anticiparvi niente. Gustatevi a fondo quest’ultima avventura: e non preoccupatevi, sono in cantiere altri capitoli della saga di Star Trek…

———————————–
———-

Mettiamo la parola fine anche a questo editoriale: arrivederci al prossimo mese, e, come sempre, Buona Lettura!

Lorenza Ceriati

1
eccezion fatta per l’ormai vetusto Tie Fighter e per il multiplayer X-Wing Vs Tie Fighter

2
in realtà questo gioco era in lavorazione da 2 anni…

3
Battlefield Holografic Computer Interface, che suona nella sua traduzione in italiano come Interfaccia Computerizzata Olografica del Campo di Battaglia

4
qualunque essa sia

5
rendendo il tutto un po’ simile a Commad & Conquer o al Risiko!

6
che è sempre l’arma in dotazione inizialmente

7
"spendendo" i punti guadagnati grazie le "vittorie"

8
controlla il traffico dei veivoli alleati e impedisce le collisioni aeree

9
tramite il quale sarà possibile aggiornare le proprie unità, richiedere un ospedale e un hangar riparazioni e aggiornare la resistenza ai danni, aumentare la rapidità di fuoco e la velocità massima di tutte le unità

10
necessario per potere installare torrette imperiali, atte a difendere la nostra postazione

11
antiaerea, anti-fanteria, antiveicolo e artiglieria fissa

12
le navette sono la chiatta At-At, atta al trasporto di unità At-At appunto, la nave di costruzione per portare strutture sul campo di battaglia e infine il mezzo da sbarco, che trasporta le truppe e le strutture corazzate di mezza grandezza e le piattaforme di artiglieria mobile

13
i droidi sonda

14
come untià di trasporto truppe, un disabilitatore scudi ecc.

15
vedi Y-Wing, Airspeeder, ecc.

16
con la relativa segnalazione della dislocazione delle truppe e dei nemici, se in quel momento visibili e i tasti di zoom per la mappa

17
tramite i quali impostare il grado di allerta delle truppe

18
e quindi spendibili per l’acquisto di nuove unità

19
tradotto da CTO

20
penso comunque che questo dipenda dai driver della scheda grafica…

21
l’ultimo lo considero ancora come un prologo dell’intera saga, che ha poco a che fare con la dinamicità dei primi 3 film… ma questo già lo sapete

22
addirittura sul sito ufficiale ci sono gli mp3 scaricabili!!!

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti