“A Toys Orchestra” è una band campana fondata nel 1998 dalle ceneri del gruppo Mesulid (post-punk combo). La formazione comprende Enzo Moretto (voce, chitarre, piano e synth), Ilaria D’Angelis (voce, synth, chitarre, basso), Raffaele Benevento (basso) e Fabrizio Verta (batteria), cui si è successivamente aggiunto in pianta stabile Fausto Ferrara (pianoforte, synth ed elettronica). Il primo demo si intitola “Demolition of the infancy“, ed è subito notato dall’etichetta milanese Fridge. La loro canzone “God’s beard” viene inclusa nel quinto volume della compilation “Soniche avventure” della Fridge Records. “A Toys Orchestra” vince la sezione “miglior demo” del concorso “Gruppo Soniche del 2000” indetto da Sony/Fridge e Radio Rock Fm. “A Toys Orchestra” incide quindi per la Fridge l’album d’esordio “Job” (2001), che ottiene ottimi consensi di critica e gli “A Toys Orchestra” vengono indicati tra le promesse dell’indie rock italiano. Frattanto, una loro versione di “I am the walrus” di Lennon & McCartney al tributo ai Beatles promosso dal sito Musicboom.it, tuttora disponibile in rete, acclamato dalla critica di settore come uno degli episodi migliori dell’intero lotto di brani, risulta tra i brani maggiormente programmati nel circuito di radio specializzate di tutto il territorio italiano.
Nell’autunno del 2003 la band firma per la Urtovox e inizia a registrare il secondo album con Giacomo Fiorenza a Bologna, all’Alpha Department (una divisione della Groove Studio). “Cuckoo boohoo” esce nel settembre del 2004 in Italia, Germania, Austria e Svizzera con la produzione artistica di Paolo Naselli Flores, deus ex machina della Urtovox. Il disco è supportato da un videoclip della canzone “Peter Pan Syndrome“, scritto e diretto dal videomaker Fabio Luongo, che rientra nella programmazione di MTV (night-zone in chiaro e brand-new sul satellite), RETE A all music, RockTV, Raisat-Extra e MatchMusic e viene selezionato dalla giuria del prestigioso Premio Fandango aggiudicandosi ben due premi come: – Miglior videoclip originale (premio speciale Musica! di Repubblica) e Migliore fotografia (premio Fandango: “Video Clipped the radio star). Una fitta serie di concerti e serate, ospiti di radio e tv, accompagnati da una rassegna stampa davvero lusinghiera, stanno facendo degli a Toys Orchestra una speranza indiscussa per la nuova realtà italiana pronta a sostenere il confronto con il mercato europeo.
Indie rock.
Rievocazioni di riferimento: Yo La Tengo, dEUS, Radiohead, Mercury Rev, Lo-Fi di varia derivazione ma, soprattutto, A Toys Orchestra.
http://www.atoysorchestra.com/
Davide
La parola “indipendenti” mi fa sempre riflettere: si è mai veramente e totalmente liberi, non soggetti mai a vincoli di alcun genere? Si fa mai qualcosa che non derivi da altre cose, che non sia determinato mai da altre cose? Per circoscriverne il senso, cosa ritenete che oggi sia, in generale o per quanto vi riguardi, il significato di “indie rock”?
Raffaele
Per me indie rock è un’attitudine; è, appunto come dicevi tu, essere libero di fare e di creare senza avere nessun limite artistico quantomeno
Davide
Sempre più affamati di sonorità inedite e originali (cioè non pseudo-tali quando imitate dal software e dai synth), nell’ultima decade è iniziato un recupero di strumentazione la più varia possibile, dalla vecchia elettronica obsoleta alle tastiere od altri strumenti giocattolo. Quali sono gli strumenti da voi utilizzati ad oggi in questo affascinante recupero di sonorità?
Raffaele
Noi abbiamo avuto la fortuna di registrare il disco all’Alpha …. Dove tutto quello che abbiamo usato dalle chitarre agli organi mellotron era tutto rigorosamente vintage
Davide
In pochi anni, avete raggiunto una bella manciata di ragguardevoli traguardi. Cosa state preparando per il prossimo futuro?
Raffaele
Ci siamo fermati con il tour per rimetterci al lavoro sul nuovo materiale, che è tanto.
Davide
Come sta andando con le vendite di “Cuckoo Boohoo” in Svizzera, Austria e Germania, rispetto all’Italia? Quale mercato, estero o nostrano, sta meglio reagendo al vostro ultimo lavoro?
Raffaele
Guarda a questa domanda non so risponderti con esattezza, dovrei chiedere all’etichetta, ma penso che la Germania sia il mercato che fa più al caso nostro.
Davide
Mi pare che abbiate suonato in passato con Lou Barlow… Vi definite indie-lo fi… Ai primordi, si definì Lo-Fi (bassa fedeltà) tutta quella musica “promozionale” registrata più che in casa (oggi, in verità, con il software che c’è, si può fare prodotti altamente hi-fi anche tra le pareti di casa propria), dicevo, più che in casa, registrata con i multitracia a cassette. Questo consentiva, per la prima volta, la massima libertà espressiva dell’artista o del gruppo, non più vincolati da tempi, mezzi e limitate risorse economiche, oltre che da pressioni di altri e strategie di compromesso al mercato da parte delle varie figure professionali coinvolte nelle fasi di registrazione in studio, pre-produzione e produzione di un disco. Da qui la successiva estensione di quella particolare libertà di espressione e di eclettismo, a designare un genere a suo modo a sé stante… Penso ai primi Baby Bird, Lou Barlow, Momus e tanti altri. Oggi può avere ancora senso però parlare di genere Lo-Fi, quando le registrazioni sono effettuate con ottimi software hi-fi o in studio e qui masterizzate, secondo dettami appunto di alta fedeltà e tempi e costi di produzione? Ha per voi ancora senso l’estensione del termine a una generica ecletticità creativa, correndo il rischio di essere pensata e limitata a un’idea di registrazione non proprio perfetta, il che per voi non mi pare cha sia, o non più?
Raffaele
Per noi è stato tutto un po’ forzato, nel senso che al momento in cui abbiamo registrato il nostro primo disco “Job” lo abbiamo fatto totalmente in casa con un multitraccia a bobina e quindi era realmente low fi; oggi penso che questo termine sia spesso abusato. A noi piace l’analogico ma comunque cerchiamo sempre un nostro suono caratteristico e definito senza stare a pensare se sia low fi o meno; l’importante è che suoni come vogliamo noi.
Davide
Dalla parte degli artisti e i loro ridimensionati guadagni in tempi di facile e universale riproducibilità gratuita, dalla pirateria alla filosofia del free-download, che ne pensate di copyright e di copyleft?
Raffaele
Penso che il download sia comunque un modo per farci conoscere anche a chi non viene ad un nostro concerto e non riesce a trovare il disco nei negozi per tanti motivi, visto che il mercato discografico, specialmente per le realtà più piccole, non funziona poi tanto bene.
Davide
Domanda altruista… Tra amici che suonano, con cui avete variamente percorso dei pezzi di strada, tra chi sta emergendo come voi e chi ancora sfortunatamente no, c’è qualche band o solista di vostra diretta conoscenza che meriterebbe maggior attenzione e che volete qui segnalare?
Raffaele
C’è qualche gruppo che recentemente ho visto dalle nostre parti e che mi ha impressionato molto, si chiamano Post off e anche un altro gruppo di nostri cari amici che si chiamano yes dad yes tutti e due molto validi.
Davide
Un aneddoto o un bel ricordo (nella vostra vostra emergente carriera)?
Raffaele
Sì, quando abbiamo vinto il festival ad Urbino Notturno musicale”, dove oltre a vincere una buona somma, abbiamo avuto un incredibile visibilità.
Davide
Una critica, di qualunque tipo?
Raffaele
Sì, a tutte quelle riviste che non fanno altro che mettere in copertina gruppi esteri e che cazzo…………
Davide
Un appello all’umanità per quel che qui può valere?
Raffaele
Vi prego non votate di nuovo sua maestà … vi prego………
Davide
Condivido e metterei quel nome impronunciabile, ma sotto campagna elettorale, mi sa che me lo cassano… Tanto si capisce… Con chi realizzereste il sogno di suonare?
Raffaele
Attualmente con Paul Mc Cartney.
Davide
Grazie per la vostra buona musica e… à suivre.
Discografia:
Job (Fridge, 2001)
Coockoo Boohoo (Urtovox, 2004 )
Compilations :
2003 – [AAVV] Let it boom
2005 – [AAVV] Songs For Another Place Vol. 1