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Ghost Dog – La via del samurai

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GHOST DOG
La via del Samurai


Ghost dog è un killer professionista nero che vive sopra i tetti di una città industriale americana. (una delle tante che Jarmusch3 utilizza sempre come sfondo ai suoi film).
Solo con i suoi piccioni, essi rappresentano il suo unico mezzo di comunicazione con Louie, un mafioso italo-americano che gli commissiona i lavori. A lui è legato da un vincolo di riconoscenza per avergli salvato, in passato, la vita.
E proprio da questo episodio giovanile, che Ghost Dog decide di riorganizzare la propria esistenza: si dà un codice di comportamento, seguendo le regole del samurai, utilizzando i precetti e gli insegnamenti contenuti in un libro, il "Rashomon", scritto da un antico maestro giapponese.
Il suo stile di vita e il suo lavoro gli impongono l’isolamento e la prudenza. Suoi unici amici sono un gelataio haitiano che parla solo francese e con il quale non riesce a comunicare (entrambi non capiscono le rispettive lingue) ed una bambina del suo quartiere Pearlin, amante come lui dei libri.
Il tutto viene sconvolto da un’inconveniente accaduto durante il suo ultimo incarico: l’omicidio di "Johnny il bello", che ha un testimone involontario, la figlia di colui che ha deciso la sua morte, il capo del clan degli "italiani", fortemente contrario alla relazione fra i due.
Il clan, decide allora, anche per mascherare un diretto coinvolgimento, di uccidere Ghost Dog.
Ma il suo nome non è casuale, lui è un fantasma per loro. Inoltre è un killer professionista, lucido, preciso e pericoloso ed i suoi avversari non sembrano più tanto all’altezza del loro compito. Il clan si rivela essere un manipolo di mafiosi della vecchia generazione, attempati e fuori forma, pochi e disorganizzati.
La caccia a Ghost Dog è un susseguirsi di farseschi sbagli di persona, e ben presto i ruoli si ribalteranno.
Solo il suo "signore", come vuole la regola del samurai, la cui devozione è totale, sarà risparmiato, diventando il capo e unico uomo rimasto del clan.
Jarmusch ci offre un bel film, dalla doppia anima: da un lato la rappresentazione di un mondo mafioso che diventa la caricatura di sé stesso, con personaggi ridicoli perché inadeguati al tempo e alle situazioni, e dall’altro la solitudine del guerriero, pronto al sacrificio fino al rispetto estremo dei propri principi.
Ed in mezzo tutta una variopinta umanità comune a tutti i suoi precedenti film (Night on Earth, Mystery Train, Down by Law). Forest Whitaker1 da il volto ad un killer rigoroso ma che lascia trasparire nei tratti un’umanità contagiosa: il suo rapporto con le persone va al di là delle parole (straordinaria la sua amicizia con il gelataio). Ghost Dog è uno spirito solitario e libero, ma rimane sostanzialmente un "fratello" che passa con la sua 24 ore per andare al "lavoro" e per fermarsi a comprare il suo solito gelato al cioccolato, che ascolta i gruppi gansta rapper della sua generazione, che vive sopra i tetti con i suoi piccioni come diversi personaggi del suo quartiere. E come un vero samurai della tradizione giapponese, vive la sua vita accompagnato da un alone di morte e da un destino segnato.
Il film segue il ritmo della musica rap, delle immagini dei quartieri di periferia, delle regole del libro dei samurai, il tutto giocato fra ironia e dolcezza. In pratica un’ulteriore conferma sulla bontà del cinema di Jarmusch2. E quindi da vedere. Il film è stato presentato in concorso all’ultimo festival di Cannes.


Andrea Leonardi

1
Già visto in parecchi altri film come "Smoke", "Pret à porter"…

2
Leo non ha citato lo splendido "Dead men" con l’altrettanto splendido Johnny Depp.

3
E’ quello bianco e biondo nella foto raffigurato vicino a quello nero e pelato, ovverosia l’attore Forest Whitaker.

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