La musica di carta, o paper music (lo dice il termine stesso), è la musica che si ottiene suonando la carta nella sua più pura forma e sostanza. La musica di carta, per essere tale, non deve imitare strumenti musicali convenzionali. Per fare musica di carta, cioè, non vale fare una cassa armonica di cartone e stenderci delle corde di chitarra, per esempio, perché nylon o metallo di queste ultime falserebbero il progetto sonoro unicamente cartaceo. La paper music deve insomma esplorare il potenziale sonoro della carta senza contaminazioni con altri materiali. Così la pensa l’inglese Paul Jackson, che fa musica di carta dal 1978 ed è uno dei massimi artisti al riguardo. Attratto dalla musica alternativa e sperimentale, interessato alle esperienze di Fluxus, Scratch Orchestra, Portsmouth Sinfonia, Outsider Art e dintorni, ma anche appassionato di origami (arte nella quale è riconosciuto e valente maestro), Paul Jackson si è esibito per anni nelle sue performance di paper music. Nel 2004, avvicinato da Hangar-7 di Salisburgo, ha partecipato alla realizzazione di un CD di Paper Music nell’ambito della più ampia mostra “Masters of Origami”. Diversi musicisti furono coinvolti nella registrazione di una suite dal vivo registrata in Germania nel 2005 e di una sound library di 200 suoni creati con la carta a cui, in seguito, diversi compositori (Dave Jones, Nwachukwa for Nepa, Mira Calix e Nick Robinson) hanno attinto per creare la propria Paper Music o per altri scopi ed effetti. La musica che si può ascoltare e scaricare dal suo sito http://www.papersonics.com (10 tracce assolutamente interessanti e di ottima qualità di registrazione) proviene da quelle sessioni. Si tratta di suoni di carta puri, a eccezione di qualche effetto di riverbero o qualche aggiustamento di intonazione (pitch).
La carta, nei molteplici tipi esistenti fino ai cartoni, può essere scossa, percossa, strappata, stropicciata, sfregata… Si tratta quindi di suoni principalmente percussivi; ma la carta può anche produrre suoni più prolungati e intonati, se usata come ancia labiale (noto è il pettine sonoro realizzato con un po’ di carta velina tenuta intorno a un pettine da un elastico e suonato soffiandoci sopra con le labbra lievemente a contatto). Lo stesso kazoo sfrutta il principio della vibrazione di una membrana di carta velina.
A proposito di kazoo, ne approfitto per segnalare anche l’esistenza della Temple City Kazoo Orchestra. Questo gruppo di suonatori di kazoo ha riarrangiato e registrato una manciata di successi come Whole lotta love dei Led Zeppelin, Stayin’ alive dei Bee Gees, Also Spracht Zarathustra di Richard Strauss (anzi, Sprach Kazoostra) e Miss you dei Rolling Stones in un sette pollici dal titolo “Some Kazoos” (1978, Rhino Records). Fu un disco decisamente coraggioso… Fin dalla sua uscita è stato ritenuto una delle più brutte e inascoltabili cose che siano mai state prodotte. Concordo… Ma è anche e senz’altro imperdibile.