Appoggia la chitarra al muro. Nel cappello steso a terra 2600 lire di moneta, mille di carta, un dollaro fuori corso, un preservativo nuovo e una caramella usata. Rolla una paglia, l’ultima, e butta fuori il fumo come Marlon Brando nei film. Guarda di fronte. I porti sono tutti uguali, ma il mare no. Il mare di Marsiglia sembra fatto apposta per i tramonti, smazza i colori come un artista, regala tutti gli arancioni del mondo. Quello di Dingle è una porta sull’universo, pensi che dall’altra parte, se c’è un’altra parte, ti aspettino Giove o Saturno.
Ti riportano sulla terra il vecchio faro e Fungi, il delfino adottato dalla baia.
Ma ogni mare ha le sue canzoni: in Francia vogliono Walk on the wild side, in Irlanda Pride, in Italia Knockin’ on heaven’s door. Ballano e cantano per qualche minuto, qualche ragazza si siede e muove la testa al ritmo della musica. A volte ti offrono mezzo panino, se la racconti bene scrocchi anche la birra e magari una scopata.
Il fatto è che subito dopo ti viene da pensare alla famiglia, chissà come stanno, se la piccola è cresciuta e papà è meno stronzo, e tutte queste cose insomma. Nessun rimpianto, quella era una gabbia. A volte scrive, ‘sto bene così spero di voi’, ma solo se la cartolina e il francobollo glieli regalano. Ma la notte dorme bene e senza sogni, basta trovare un riparo giusto. I sogni non vengono più perché da anni li fa vivere per gli altri, e ormai la scorta è finita. Fa gli occhi lucidi e guarda un punto fisso alle spalle del suo pubblico, come se davvero riuscisse a vedere lontano, e intanto il corpo canta qualcosa degli U2 o dei Pink Floyd e la mente pensa anche stasera mangerò.
Prima di addormentarsi pensa che gli piacerebbe credere in un dio qualsiasi, e che un giorno andrà in California.
Comunque non cambierebbe mai la sua vita con quella di uno normale.
AS YET UNTITLED
Doriano Rabotti