———————————————————————-
Tit. Orig.: Invaders from Mars
Prod.: USA
Anno: 1953
Colore
Regia: William Cameron Menzies
Interpreti: Helena Carter, Arthur Franz,
Jimmy Hunt, Leif Erickson
———————————————————————-
Invasori alieni prendono possesso della mente e dei corpi degli umani, rendendoli loro schiavi. La vicenda è vista con gli occhi di un ragazzino che scopre una strana depressione vicino alla collinetta dietro la sua casa.
Negli anni cinquanta era molto diffusa la paura dell’invasione comunista (siamo in pieno periodo di Guerra Fredda) e proprio di quegli anni sono alcune famose pellicole di fantascienza che rappresentavano appieno tale timore, espresso efficacemente con la perdita della personalità: sempre del 1953 è Destinazione Terra di
Arnold (anche se lo sviluppo della storia giunge a ben altre conclusioni) e del 1956 è L’invasione degli Ultracorpi di Siegel.
In Invaders from Mars la metafora è estremamente scoperta.
Nonostante l’ingenuità di certi dialoghi, il film rimane uno dei classici della fantascienza, rifatto nel 1986 da Tobe Hooper (Non aprite quella porta, Poltergeist), con risultati non particolarmente soddisfacenti.
Nell’edizione italiana sono state aggiunte alcune sequenze posticce come il finale e una disquisizione didattica sugli Ufo.
Il film era stato pensato per il 3D e fu girato da un ex scenografo con una gloriosa carriera punteggiata di oscar e nomination.
William Cameron Manzies prima di Invaders from Mars aveva già girato un film di fantascienza (o meglio di fantasociologia) Things to Come del ’36, con la sceneggiatura di H.G.Wells e ispirato a Metropolis.
Manzies è soprattutto ricordato come uno dei più grandi scenografi di
Hollywood, vincitore di tre premi Oscar, uno dei quali per Via col
Vento, a cui si devono aggiungere altre due nomination.
Oltre al regista, il cast del film vede la presenza di altri due grandi tecnici del cinema americano: Boris Leven e John Seitz
Boris Leven, scenografo, di origini russe è rimasto famoso per numerose collaborazioni con Scorzese. Di Leven sono le scenografie di
New York, New York, Re per una Notte e Il Colore dei Soldi, per il quale ebbe una delle 8 nomination all’Oscar della sua carriera, Oscar che vinse per West Side Story.
John Seiz, direttore della fotografia, fu il creatore della tecnica matte, cioè l’interazione di attori con finti fondali dipinti su lastre di vetro poste davanti alla macchine da presa, e della low key lighting, cioè l’uso predominante nella ripresa dei toni più scuri di grigio per dare un’atmosfera densa e misteriosa. Direttore della fotografia già del film I quattro cavalieri dell’apocalisse del ’21 con Rodolfo Valentino, collaborò con il grande regista Billy Wilder in alcuni suoi capolavori come Giorni Perduti e Viale del Tramonto.
Ricevette ben otto nomination all’Oscar.