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Hana-bi…

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Hana-bi

(Fuochi d’artificio)

Pareri discordi all’uscita della sala: per me è un vero gioiello. Da
Leone d’oro? Certo, fino ad oggi naturalmente.
Pochi minuti bastano per cambiare la vita di un taciturno investigatore di nome Nishi, interpretato dallo stesso regista Takeshi
Kitano che però nelle vesti di attore si firma come Beat Takeshi.
Nishi, efficiente e fidato, lascia solo il collega Horibe per raggiungere la moglie all’ospedale dove apprende che è affetta da un male incurabile all’ultimo stadio. Come se non bastasse, all’uscita dell’ospedale Nishi riceve anche la notizia che il suo collega Horibe
è stato ferito gravemente. Nishi inizia così un’inarrestabile catarsi personale, molto ben descritta dall’alternarsi di scene dolcissime, gli ultimi sorrisi con la moglie, e violente, quando fa di tutto per isolarsi da quel mondo del quale non fa più parte. La Yakuza lo tallona per via di un prestito, Horibe tenta il suicidio e la moglie va lentamente spegnendosi; la fine è intuibile ma il film non cala affatto di tono. In “Hana-bi” c’è poesia moderna, dove i versi sono scanditi dagli spari o dagli interminabili silenzi dell’investigatore.
La quasi totale assenza di colonna sonora esalta ulteriormente le immagini e i suoni degli abiti che si muovono o delle mani che si sfiorano.
Una critica letta qui a Venezia fa il paragone con i conflitti della mente cari a Dostoevskij e a mio parere è perfettamente plausibile.
Nishi si toglie i panni di investigatore per indossare quelli dell’uomo, forse per la prima volta. Stupisce la sua completa lucidità in ogni momento nonostante anch’egli sia ben conscio che nulla può contro la malattia e contro gli ingiustificati sensi di colpa.
Assolutamente da vedere.
Mi piacerebbe spendere due parole anche su Kitano, un personaggio veramente eclettico tanto da diventare famoso come componente di un duo comico, conduttore di talk-show e apprezzato opinionista sportivo.
Tutto ciò comunque non basta per farlo apprezzare anche come regista se è vero, lo dice lui stesso, che i suoi film non hanno alcun successo in Giappone. Un’ultima curiosità. Con quale titolo sarà distribuito in Italia?

Michele Benatti

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