Bentornati nell’angolo delle recensioni e, come diceva l’antico plovelbio cinese… l’ultimo chiuda la polta (che c’è collente).
Questo mese parleremo della nuova incarnazione della saga di Star Trek sui nostri beneamati PC: Star Trek Generazioni sviluppato dalla
Microprose (siccome hanno comprato i diritti un paio d’anni fa, dovranno pure sfruttarli… sempre a parlare di soldi noi altri eh?) e sviluppato in collaborazione con la Paramount Pictures. Prima di continuare devo dire una cosa a tutti i fans di Star Trek (d’ora in poi ST): ma si può andare avanti così? Mentre in America sono già alla terza (o quarta) stagione di Voyager noi in Italia siamo rimasti a metà della sesta di ST: The Next Generation (mancano circa 26 o 27 puntate alla fine della saga di TNG) e a non so quale stagione di Deep
Space Nine.
Riusciremo mai a stare al passo degli Americani? Dovremo ricorrere al noleggio delle videocassette americane? Sembra che qualcosa si stia muovendo sul fronte televisivo: non è certo il massimo programmare il videoregistratore o puntare la sveglia per la levataccia (sempre con l’orario traballante tra i 30 minuti in più o in meno rispetto il giorno prima…) per fare in modo di non perdersi una sola puntata.
Posso però capire il palinsesto (probabilmente la percentuale d’ascolto non è molto alta): ma almeno li vediamo ed è già qualcosa.
Speriamo solo che Italia 1 Mediaset continui a trasmettere gli episodi di ST: TNG fino ad arrivare alla fine della saga (penso, infatti, che tutte le puntate siano state doppiate, e sicuramente l’ultima, “All good things”, poiché si può trovare già a noleggio da ben otto mesi nelle videoteche più rifornite). Speriamo che la RAI segua l’esempio della rete Mediaset e ricominci a trasmettere le puntate di Deep Space
Nine (se no le venda e la smetta di farle impolverare sugli scaffali di fianco a quelle di Dr. Who o Babylon 5).
Bene dopo questo sfogo iniziale e tiratina d’orecchi alle reti televisive nostrane, iniziamo a parlare del gioco. Fin dalla preview su CD-ROM, questo gioco aveva colpito la mia attenzione: se sarà un successo non sarà certo dovuto alla grafica, pensai, poiché sembra rimasta ferma ad un anno e messo fa (al tempo di Duke 3d): dei bei bitmapponi che girano su schermo e che si sgranellano quando ti arrivano a due cm dal naso…
No, non sarà certo la grafica che farà di questo gioco la sua fortuna: ma allora cosa sarà? Calma, partiamo dall’inizio. Prima ho parlato dei problemi televisivi dei telefilm della nostra saga: cosa che però non affligge l’uscita nelle sale italiane dei film dei nostri beniamini.
Anche qui a Modena i film di ST, come “Primo Contatto” (l’ultima incarnazione cinematografica di ST), è rimasto circa due mesi nelle nostre sale (record senz’altro buono per un film così “di settore”).
Ok il gioco non è basato su questo film, ma su quello precedente: S.T.
Generazioni. Vi ricordate la trama?
Spazio, Ultima Frontiera, questi sono i viaggi della nave stellare
Enterprise, ecc ecc? Non ve la ricordate? E quel film dove c’è in sostanza il passaggio del testimone tra l’imponente James Tiberius
Kirk e Jean Luc Picard (non m’interessa chi dei due sia il migliore… evitate anche di spedire e-mail sull’argomento… tanto non ne inviate mai… e poi non mi potrebbe interessare di meno… non sono qui per questo… questo non è lo spirito della saga e storie simili… chiaro? e quindi vado avanti!). Orbene: saremo impegnati nello scovare in quale anfratto meandro della galassia si è andato a nascondere il dottor Tolian Soran, che ha deciso di sfruttare un’arma da lui inventata per distruggere alcuni sistemi solari in modo tale da cambiare, secondo i propri voleri il percorso di una stringa d’energia sconosciuta, il “Nexus”, che attraversa la galassia una volta ogni 39 anni e che permette, se raggiunta, di entrare in una sorta di paradiso, basato sui nostri più oscuri e non avveratisi desideri. Su incarico della Federazione Unita dei Pianeti dovremo quindi ricercare tracce dello scienziato tramite l’ausilio della cartografia spaziale situata a bordo dell’Enterprise (stanza 1072, 12° ponte per la precisione, per chi avesse voglia di visitarla).
Una volta rintracciato, grazie all’aiuto di quel portento di Data, il capitano Picard deciderà il da farsi spedendo uno del suo equipaggio
(ci sono tutti: da Worf a La Forge, da Riker a Data stesso, da La
Forge al Consigliere Troi, dalla dottoressa Crusher al capitano Picard in persona, più qualcun altro… molto imponente!) nella ricerca su pianeti, stazioni spaziali ed altro ancora. Tra una missione e l’altra non mancheranno gli scontri con altre navi stellari: avrete anche questo gravoso compito, che si risolverà spesso in una vittoria.
Ovviamente anche qui dovrete decidere il da farsi come se foste voi il
Picard della situazione. Veniamo ai giudizi. Dicevo all’inizio: la grafica non aiuterà certo il diffondersi nelle case di tutto il mondo di questo gioco. Ma allora cosa sarà mai? Inizio col annunciarvi che niente o quasi niente è stato trascurato: primo punto a favore il corposo manuale (circa 60 pagine) che sviscera nei meandri più profondi il mondo di ST che s’incontrerà nel gioco.
I complimenti davvero vanno poi a chi ha curato il doppiaggio di tutte le sequenze del videogioco: sono proprio i doppiatori della serie televisiva di ST: TNG più ovviamente gli interpreti vocali di W.
Shatner e di M. McDowell. Finalmente da questo punto di vista anche la localizzazione dei videogiochi inizia ad essere fatta con un po’ di coscienza e anche noi popolo italico possiamo divertirci “CAPENDO” quello che sta avvenendo durante le azioni del nostro alter ego videoludico. Continuiamo con gli spezzoni in FMV (Full Motion Video) del film che qui non sono la parte principale di un videogioco, ma sono del tutto accessori (ed evitabili tramite la pressione del tasto esc) e di raccordo tra una fase e l’altra (e possono essere visti anche al di fuori del gioco se disponete di Active Movie, per esempio…).
Questi spezzoni, nonostante siano stati doppiati nuovamente rispetto la versione cinematografica nelle scene dove alcuni personaggi secondari parlano, non perdono il loro potere evocativo e riescono ad aumentare l’atmosfera (talune persone che prestano le proprie voci per questi personaggi mi sembra che abbiano doppiato anche Broken Sword, avventura grafica uscita sotto la Virgin che è apparsa cinque mesi fa circa). Ah, anche la voce del computer è la stessa: quando salverete la posizione del gioco la sentirete ricordare che ha salvato (ogni tanto mi verrebbe da richiederle una tazza di tè Earl Grey, 20° C!).
La sezione della cartografia stellare è curata nei minimi dettagli: ed
è qui che si studierà il percorso del “Nexus” e che s’imposterà la rotta per spostarci di pianeta in pianeta. Si potrà compiere una simulazione di un pianeta e vedere come questa influenzerà il percorso del Nexus o studiare un qualsiasi corpo celeste della galassia ivi rappresentato tramite i sensori dell’astronave (tutto questo però a spese di una o più d’unità di data stellare). Una volta rintracciato il dottore, sarà possibile decidere di teletrasportarsi sul pianeta o base stellare. Qui si passa appunto ad una sezione in prima persona, con la possibilità di scegliere a che grado impostare il livello di pericolosità del faser del quale siete forniti (tra semplice stordimento a completa disgregazione fisica, fregandosene degli scopi pacifici che da sempre vanno sventolando i vari equipaggi della
Federazione) o di quelli che potrete “prendere in prestito” ai vostri nemici (soprattutto se li avete fatti svenire, perché se si risveglieranno, non esiteranno a colpirvi nuovamente con i loro amati disgregatori).
Qui ricordate bene che però oltre ad arrostire (ehm… volevo dire stordire) i nemici di turno, il più delle volte avrete a che fare col risolvere degli enigmi del tipo trovare questo, aggiustare quell’altro, evacuare questa zona, infiltrarvi in quell’altra… tipiche azioni da equipaggio dell’Enterprise insomma. Nonostante la grafica dei nostri nemici sia ancora bidimensionale (il quale fatto ci riporta indietro di un paio d’anni buoni), è questa una delle parti che coinvolgerà di più il giocatore appassionato della serie: dovremo raggiungere il nostro scopo senza commettere errori gravi ed avvalendoci dei tipici strumenti della federazione (tipo il tricorder per scovare superstiti o il materiale da noi ricercato, e che ci fornisce una mappa della zona nella quale ci troviamo, oltre a monitorare le nostre condizioni fisiche; alla siringa ipodermica che ci darà la carica nei momenti cruciali, ma solo per un paio di volte e al comunicatore, per essere teletrasportati in caso di bisogno e per le comunicazioni con la base). E chiaro che molta parte dell’atmosfera di quest’avventura è ricreata dal sonoro: dai dialoghi doppiati dai doppiatori originali italiani, per continuare con i vari suoni (faser, teletrasporto, comunicatori…) e finire con la musica così cara agli appassionati.
Come dicevo prima c’è anche la sezione di combattimento spaziale, che comprende, oltre il poter ordinare alla vostra squadra di pilotaggio il da farsi, anche l’essere in grado di gestire l’energia dell’intera astronave durante il combattimento. Ma ricordate siamo lontani dai combattimenti ottenibili con X-Wing Vs Tie Fighter o con quelli della saga di Wing Commander. Qui non siete al comando di caccia, ma dell’Enterprise, che è bella grossa e quindi più che manovrare l’astronave dovrete decidere come evitare e/o causare all’avversario i danni peggiori (se siete patiti di simulatori spaziali e ne volete uno ambientato nel mondo di ST dovrete aspettare fino ad autunno/inverno di quest’anno, quando pare che l’Interplay si deciderà a mettere in commercio il suo “Starfleet Academy” – ma ne riparleremo quando sarà il momento). Per quanto riguarda l’interfaccia grafica, vi dico subito che è un po’ingombrante, ma curata e funzionale: aggiungo però che purtroppo non c’è la possibilità di salvare durante le missioni a terra, perciò se venite fatti fuori la missione andrà rieseguita dall’inizio (fate il conto di rimettere indietro il nastro del videoregistratore…).
Per apprezzare il gioco la Microprose afferma che basta un 90 Mhz per questo io dico almeno un 133 con bel cd-rom che faccia almeno le quattro velocità (battutone! Intendevo dire un 4x), una buona scheda video (ovviamente SVGA e possibilmente con 2 MB di Ram), 16 MB di RAM e circa 80 MB di Hard disk (per la versione media, per quella ottimale sono 400 i MB che bisognerà installare: configurazione quest’ultima che mi sento di consigliare solo a chi ha appena acquistato un hd nuovo da 10 Giga e non sa come riempirlo – i cd che troverete nella confezione, infatti, sono ben due) e infine Windows 95 (ma guarda un po’ anche qui nelle stelle usano i programmi di zio Bill!). Un’ultima considerazione: il gioco sicuramente appassionerà tutti i fans della saga, anche quelli un po’anzianotti, cresciuti con il GRANDE capitano
Kirk, ma anche a chi non disdegna finalmente un po’ di giocabilità e sana avventura, sebbene con una grafica non a passo con i tempi.
Quindi un po’ per tutti: per i fans perché sapranno sopperire alla grafica bidimensionale grazie alle ambientazioni che li trasporteranno nel mondo da loro amato; ai secondi perché apprezzeranno un gioco curato e con un grado di difficoltà medio (a proposito tale livello è in ogni caso settabile). Per tutti quelli che invece non giocano niente che non abbia una grafica da urlo, lasciate stare e aspettate pure qualcosa che vada a 30 frame al secondo (vi perderete un gioco sopra la media, ma almeno non sentiremo cose del tipo: il mio xxxxx con il supporto per la mia scheda a XX bit è senz’altro meglio).
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Per questo mese è tutto non so se il prossimo mese ci sarà già la recensione di Dungeon Keeper o se apparirà nel mese di Settembre (il tutto dipende anche dalla data d’uscita del gioco stesso forse l’undici di luglio). Per quello che riguarda i miti dei videogame, sto passando una specie di “crisi momentanea”, dovuta non alla mancanza d’argomenti, ma dall’insufficienza di tempo. In ogni caso presto, sicuramente a settembre, tornerà anche questa rubrica… fatemi fare un po’ di ferie, me le merito anch’io, soprattutto dopo gli straordinari fatti per il numero scorso. Chiudo indicandovi il sito della Microprose per chi si volesse trasportare fino là: www.microprose.com… Signor O’Brian energia… ZZZWAAPPP.