KULT Underground

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003NO

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003NO

Bello, viaggiare. E’ come una certezza: sei partito, arriverai. E’ come sapere qualcosa: sai che tutto ciò che vuoi è arrivare a destinazione, e la tua meta suona come qualcosa di definitivo.
Bisogna credere che ogni tappa sia importante, o si corre il rischio di desiderare la Fine.
Oggi ho lasciato a casa il mio terminale, viaggio su gambe mie e ruote altrui. E’ bello sapere che un binario ti conduce, non c’ è paura di sbagliare.
Una ragazza nera di fronte a me sorride nel sonno, dietro le sue palpebre distese d’ Africa.
Un volto triste dal riflesso del finestrino: Amleto cyberpunk.
Lascio la città natale alla ricerca di nuove paure, debellate nell’ antichità quelle ataviche. Ho bisogno di timori, di problemi con cui smembrare l’ unico dubbio esistenziale, per non piangere più nella notte, per non temere più di essere dilaniato dalle lame dell’ incognito, che ogni volta non si degnano di lacerarmi. Ho bisogno di incertezze sicure, che mi si pongano qui ed ora.
Una Venere straniera accoccolata su uno zaino da interrail fa colazione fuori dal mio treno con un panino. Le saluto un addio da sconosciuto mentre il treno parte, ricevendo in cambio un sorriso di disturbata divinità. Amo quanto non conosco, senza aver necessità di conoscerlo: troppe delusioni.
Insicurezze contingenti: il mio modo per fuggire l’ infinito. Ciascuno ha il suo: quasi tutti s’ accontentano di certezze effimere, altri debbono crearsi dipendenze per attaccarsi a qualcosa e rendersi stabili. Ciascuno elegge il suo idolo.
Ora al finestrino sfilata di graffiti geroglifici: barocca babele colorata, splendida, decadente.
Bisogna volere qualcosa, bisogna perpetuare questa ostinazione biologica, bisogna crearsi bisogni che finiscano a coincidere col
Senso-della-Vita.
Un controllore ingobbito e arcigno, avrà dormito male, ma la sua figura è quella dello spauracchio propinato dai materni mass-media:
1984 è oggi. Attento, o sarai come Lui. Vivi in armonia, o sarai come
Lui. Non essere come Lui, tu hai Fratello Sole e Sorella Crema
Abbronzante, tu hai Sorella Acqua e Sorella Coca-Cola, tu hai Fratel
Foco e Fratello Fornello; non hai che da scegliere il tuo Grande
Fratello, tua causa e tuo scopo, che crederai assoluto. O sarai come
Lui. Come Leopardi: ma oggi è molto più facile autodistruggersi, e tu non devi, semplicemente non devi, senza alcuna ragione non devi.
Abbiamo faticato tanto per te: abbiamo bandito l’ invasato presocratico, ucciso Cristo, allontanato il pazzo veritiero, incarcerato il drogato. Quindi, vivi: è il minimo che puoi fare per noi.
Basta, basta. Spengo il mio inconscio televisivo, riscosso da un cartello blu che sussurra il nome di una città che mi rimbomba dentro, sede di un affetto.
E’ questo che siamo? Un megaorganismo che sopravvive grazie alle illusioni delle cellule che lo formano? Ma in me solo domande e certezze negative.
Ogni tanto mi chiedo quand’ è che ho scordato di essere immortale, ed
è sempre ieri, ma uno strano ieri, mai stato nè domani nè oggi.
Meno di due decine d’ anni: quand’ è che sono stato giovane?

Alberto “BONAZ” Bonazzi

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