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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Come potete facilmente notare dal sommario, questo mese la rubrica
SUSSURRI è particolarmente ricca ed ampia. E questo è dovuto soprattutto ad un motivo: quando ormai nessuno di voi più ci credeva veramente, ecco che siamo riusciti a radunare la giuria e a compiere lo scrutinio del materiale pervenuto per il nostro concorso letterario, terminato in febbraio.
I primi tre classificati di questa “competizione” introdurranno questo numero di maggio e i rimanenti, in ordine di punteggio, verranno proposti uno dopo l’altro nei mesi successivi.
Ma prima di iniziare questa lunga carrellata di opere, ci tengo, anche a nome di tutta la redazione della rivista, a ringraziare sia i partecipanti, che con la loro presenza hanno confermato la loro attenzione per questo nostro “angolo letterario”, sia i “giurati”, per la loro disponibilità e rapidità nello scrutinio.
E’ nostra intenzione valorizzare il più possibile tutto il materiale che ci è pervenuto e che regolarmente perviene, cercando così di ampliarne la visibilità anche ai lettori occasionali della rivista.
Ogni contributo è quindi ben accetto, così come ogni consiglio e commento o critica sulle singole opere.
Rilancio inoltre il concorso proposto dagli autori di SCOPRIAMO, atto a votare la rubrica più seguita in KULT Underground… se leggete regolarmente SUSSURRI votate per noi!

I vincitori del concorso di SUSSURRI

Il primo classificato, con il punteggio di 37/50 è Massimiliano
Prandini con il racconto “l’ippocastano”. L’autore, che ha partecipato con un altro testo anche al concorso di Holden, ci ha proposto un ottimo scritto introspettivo e sentito. Tralasciando ogni considerazione personale a favore di quanto la giuria ha espresso, segnalo come questo sia stato quasi l’unico lavoro ad ottenere soltanto votazioni positive, probabilmente in virtù del messaggio dal quale è permeato, e dello stile immediato, giovanile ed efficace.
Il ritmo e il tema sono piaciuti, e la giovane età dell’autore fa riflettere ancora di più sulla sua abilità narrativa.
Consiglio a tutti, prima di procedere alla lettura del suo racconto, di non perdervi l’intervista che abbiamo avuto modo di ottenere, per meglio conoscere questo personaggio.

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Il secondo classificato, con il punteggio di 35.5/50 è Federico Mori con il testo “Tramonto di un uomo”. Anche questo autore era intervenuto nella categoria giovanissimi del concorso di Holden ottenendo una ottima opinione degli esaminatori. La sua opera, lunga ed articolata ha convinto leggermente meno della prima in quanto a forma e a stile letterario, ma è risultata estremamente interessante come narrazione e come contenuti, trasformando la vicenda di un giovane “particolare” in un testo da leggere tutto d’un fiato e sul quale riflettere con attenzione.

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Terzo classificato, e ultimo lavoro del concorso proposto questo mese
è Rituali, di “Lord Raphael Von Matsch” che ha ottenuto un punteggio di 31,5/50. Stilisticamente splendido, questo testo è quello che ha ricevuto da uno dei “giurati” il singolo punteggio più alto (9), mediato da giudizi meno entusiastici di altri esaminatori a causa dei contenuti e della prolissità di alcune parti. Il tema fantasy, e la evidente maestria dell’uso di riferimenti precisi in questo settore della fiction, ha probabilmente votato a suo sfavore in un concorso a tema libero, nel quale sono risultati più apprezzati momenti introspettivi e la presenza di un messaggio morale che si innesti in qualche modo alla trama.

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I collaboratori di questo mese

Dopo questi tre racconti iniziamo, come ormai è costume consolidato in
SUSSURRI, con le poesie. Cinque sono le opere proposte questo mese e quasi tutte hanno un sottofondo sentimentale da cui attingere, che le rende toccanti e particolari.

Anche questo mese è Cesare Mortera a presentare per primo un suo testo: Cercando armonia. Il tema proposto in questo breve scritto, dal ritmo pacato, è sicuramente conoscenza comune di molti di noi: la poesia (l’arte in generale) rende il nostro io interiore potenzialmente più fruibile agli altri, e di conseguenza ci permette, superate le difficoltà creative, di entrare nell’immaginario di chi accetta il nostro gioco. Poesia sentita, in cui non è difficile seguire l’immediato impulso narrativo per arrivare, dopo essere partiti dal desiderio incontrollabile di riversare noi stessi sulla carta, al momento in cui questo fa si che nei sogni di chi desideriamo ci sia una parte della nostra anima.

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Giunta in redazione all’ultimo momento, Claudia di Matteo Ranzi, è un breve e struggento omaggio alla persona cara. Dai toni sostenuti e ricca di delicate immagini in ogni sua parte, quest’opera in qualche modo completa quella proposta lo scorso numero: la superiore sensualità compensa l’uso di figure meno architettate e più dirette, in un quadro, come al solito, estremamente suggestivo. Una domanda vorremmo porgere: la Claudia “virtuale” di cui si parla in questo e nel testo pubblicato lo scorso mese, ha qualcosa a che fare con quella di questo sommario? Questo è forse un dubbio che rimarrà…

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Dal folto gruppo artistico di Artemisia ecco una poesia-canzone, dal titolo enigmatico di C1. L’autrice, che c’è stato comunicato essere
Cinzia Bolognisi, ci stupisce con un testo carico di emozioni e riflessioni risentite che hanno come io narrante un uomo. Augurandomi che sia titolo sia autore non ci siano stati passati in modo errato, mi limito a sottolineare la liricità dell’opera, e la presenza di alcuni passaggi veramente notevoli. La descrizione della donna forte, ricca di una grossa connotazione negativa, ricorda nella sua purezza altre fonti recenti (posso azzardare San Remo?); sicuramente però, anche solo per motivi di date, questa manifestazione non è stata in alcun modo una sorgente di idee, ma solo la dimostrazione dell’universalità della situazione ottimamente orchestrata in strofe in questo pezzo.

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I wish a day to be free è una breve poesia in lingua inglese, con anche la traduzione in italiano, che Untold evening tales ha deciso di proporci in questo maggio. Abbandonati i testi complessi e le metafore, come già accaduto in “lemme see you again” del mese scorso, abbiamo un uso delle parole, anche se non sempre originale, piuttosto ritmico, in modo da arricchire l’immagine complessiva con qualcosa che vada al di là del semplice significato. Immediata e in qualche modo violenta, questa poesia ha un gusto strano ma non sgradevole, che non mancherà di colpire il pubblico.

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Vitale e sensuale, dotata di una carica notevole e di un ritmo intenso, Ti saprò amare è probabilmente la più emotivamente positiva poesia di Asia 68 mai pubblicata sulla rivista. Testo di una diciannovenne (a tener fede alla data presente in fondo) che “grida” al ragazzo che ama la sua passione, il suo desiderio di condividere con lui momenti speciali. Alcune delle immagini utilizzate sono essenziali e splendide, ed il tenore complessivo è caldo e coinvolgente; c’è solo da stupirsi che l’autrice di questo brano sia la stessa di (per citare un’opera sola) “305”. Ah, per la cronaca…
Asia 68 è stata la ragazza copertina di qualche mese fa… curiosi eh?

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Nuova collaboratrice di SUSSURRI, Donatella è l’autrice dello splendido racconto Felice di non aver vissuto invano. Testo particolarissimo, in cui il senso del tempo è totalmente distorto per meglio sottolineare gli stati d’animo e gli inviluppi interiori della protagonista, e nel quale quasi tutto è reso impalpabile ed effimero: si intravede appena il villaggio (unico aggancio con una realtà esterna al convento) quando l’io narrante se ne allontana; si comprende la mancanza delle compagne solo grazie a poche parole assolutamente non sottolineate; si sentono le stagioni passare come fossero assolutamente ininfluenti; si percepisce la fede crescere e vacillare, e la paura giungere e svanire. Lo stile è azzeccato e ben studiato ed il ritmo, difficile da catturare, è gradevolemente mutevole. Forse un solo testo è poco per giudicare un autore, ma è facile supporre un buon interesse di un certo tipo di pubblico per un testo così complesso e dal tema così particolare.

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Il tema di Blues (di Marco Giorgini) è forse comune a quello di molti altri testi sul mondo dei giovani: l’impossibilità di trovare quello spazio interiore necessario per una sopravvivenza emotiva, quando, per un motivo o per l’altro, ne abbiamo veramente bisogno, ed il blues, inteso sia come musica, sia come stato d’animo, viene ad avere radici più profonde in alcuni soggetti, di quanto normalmente si possa immaginare.

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Equilibratissimo, dotato di quella sottile ironia che sa farci sorridere dentro e di quella compostezza che non può non farci riflettere, ecco Dialogo improbabile, e tuttavia non impossibile, nell’aldilà – ovvero – un’appendice arbitraria alle operette morali di
Giovanni Lodi. Dopo il suo “saggio sulle lettere” apparso ormai più di un anno fa, questo scrittore Modenese ha gentilmente deciso di presentare sulle nostre pagine elettroniche una deliziosa aggiunta ad una delle più conosciute opere in prosa di Leopardi.
Le operette morali, delle quali sicuramente tutti ricorderete qualche passo, sono state ben “ricalcate” in stile e metodologia in questo scritto “filosoficheggiante” dai toni alti e dai contenuti ben pesati ed organizzati. Che dire? Attendiamo con ansia un’eventuale altra collaborazione, anche se differita nel tempo… e invito quanti di voi possano farlo a cercare in giro una copia di uno qualunque degli altri testi di questo autore, in modo da vederlo all’opera ed apprezzarlo anche con scritti di dimensioni più ampie.

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Selezionato tra i testi del concorso “Nella rete del giovane Holden”,
La macchina del tempo di Athos Arletti conclude la sequenza dei numerosissimi testi di questo maggio. Racconto breve e drammatico, presentato con uno stile sincopato, carico di volute ripetizioni, atte a sottolineare uno stato mentale particolare fino a giungere ad un prevedibile ma agghiacciante finale. Tutto sommato ben scritto e coinvolgente, questo testo era stato preso nella giusta considerazione anche dalla giuria di Holden.

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Prima di lasciarvi cominciare la lettura vorrei segnalare una grossa novità che “sconvolgerà” in parte SUSSURRI a partire dal mese prossimo: Stefania Gentile, una degli elementi scelti per costituire la giuria del nostro concorso si è resa disponibile ad una continuativa collaborazione con KULT Undeground, nel ruolo di seconda redattrice di questo spazio. Sì, avete capito bene: l’apparato critico di SUSSURRI si arricchisce di una competente figura che mi aiuterà nel piacevole compito di commentare il materiale destinato alla pubblicazione, rendendo più ampio e attento lo sguardo sulle opere proposte.

Per concludere, vorrei dedicare questo numero così particolare di
SUSSURRI a Raffaele Gambigliani Zoccoli, pur non sapendo nè se leggerà queste righe, nè se le potrà gradire. Raffaele da sempre sostiene l’idea stessa di questa rubrica non solo collaborando con racconti
(fra l’altro a mio parere splendidi), ma incitando tutti noi a migliorare la qualità e la quantità dei testi, coinvolgendo persone e creando iniziative. Come già accennato, l’idea del concorso di
SUSSURRI è stata sua, come suoi sono stati brevi lettere o messaggi che ci hanno aiutato a portare avanti questo nostro discorso fino ad ora.
Si, suona strano, ma anche noi redattori, ogni tanto abbiamo bisogno di essere gratificati da qualche commento costruttivo, magari carico di voglia di collaborare… e questo autore non ha mai smesso di correre al nostro fianco.
Non è stato ovviamente l’unico, ma in qualche modo sono convinto che non poco di ciò che respirate in questo angolo abbia, in parte, anche il suo odore.

Dite che forse ho esagerato…? Chissà. Intanto date un’occhiata in giro, e diteci come vi sembrano i testi proposti. Buona lettura.

Marco Giorgini

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