E’ da qualche anno che, lavorando in ambito scolastico ed extra-scolastico, mi capita spesso di imbattermi nel problema che affronta Gianluca Daffi in questo libro: perché bisogna far fare i compiti? Come accompagnare i ragazzi, che spesso vivono questa attività con profonda fatica, nel difficile itinerario della conquista dell’autonomia in quest’ambito importante per il successo scolastico?
La questione “compiti” insomma non riguarda solo i genitori, a cui è rivolto in modo particolare questo testo, ma un po’ tutti coloro che operano intorno alla scuola, diventando a volte anche un tema molto importante per il successo, ma anche per la frustrazione, di tanti ragazzi che vivono il “compito” come una consegna a volte da affrontare, a volte da vivere con molta pesantezza, a volte (perché no?) anche da nascondere agli occhi degli adulti.
Per questo motivo ho trovato il libro di Daffi, formatore e esperto di tematiche legate alla psicologia dello sviluppo, estremamente interessante e positivo.
La fascia di età, per cui il libro è pensato, è quello della scuola primaria, ma, come ho già accennato, alcune delle osservazioni possono benissimo essere applicate a percorsi per genitori, insegnanti ed educatori che si occupano di ragazzi anche più grandi, come quella delle scuole secondarie di primo grado.
L’autore cerca di riflettere, esponendo le sue tesi in modo molto chiaro e ordinato, sull’importanza di un giusto accompagnamento dei genitori rispetto ai figli che affrontano i loro compiti scolastici.
Spesso sono infatti proprio i genitori che non riescono a comprendere l’importanza di questo momento pomeridiano che viene richiesto ai propri figli, considerandolo un’ingiusta richiesta da parte degli insegnanti; altri al contrario non aiutano in modo appropriato i propri figli o pretendendo troppo da loro e caricando i propri figli di una notevole dose di ansia, oppure sostituendosi al loro bisogno di imparare un metodo autonomo di studio per “correggere” gli errori e presentare agli occhi del docente un compito svolto in modo impeccabile.
Al contrario, l’autore propone la figura di un genitore che sia capace di presentarsi al figlio che esegue i suoi compiti non tanto come un arbitro severo oppure come uno spettatore distaccato, ma piuttosto come un allenatore, cioè una persona che aiuta ad affrontare le difficoltà potenziando le capacità positive e aiutando ad affrontare consegne sempre più complesse in autonomia.
Il libro è diviso in cinque capitoli: dopo i primi due capitoli di carattere generale, seguono tre capitoli ricchi di spunti concreti e consigli pratici che aiutano davvero un genitore ad accompagnare il figlio sia nella preparazione, che nello svolgimento e nella verifica dei compiti per i propri figli.
E’ un testo veramente molto agile per la lettura (si tratta di poco più di un centinaio i pagine) eppure molto completo, frutto di esperienza ed estremamente fruibile.
Anche la scelta espressa dall’autore di inserire i suoi ragionamenti in un quadro teorico completo, citando però solo alcuni autori significativi, senza perdersi in complesse questioni di psicologia dello sviluppo, è una scelta che rende il libro molto utile anche ai fini di avere un manuale di facile consultazione e completo su questo argomento.