Incredibile: quarta presenza della rubrica Giramondo, evidentemente non da fastidio a nessuno, almeno spero. Questo mese ho cercato una sviatoria, non esaminando solo un singolo paese, ma un gruppo di località, legate insieme da un elemento in comune, e cosa c’è di meglio di un lago, per concatenare le cittadine costiere? Proprio così, in questo nuovo appuntamento, faremo una piccola gita con la fantasia immaginando di trascorrere un piacevole fine settimana sulle rive del Lago Maggiore. Chi di voi non lo conosce? Lo chiamano anche
Verbano, e per ampiezza, è il secondo più grande d’Italia, dopo quello di Garda. Questo lago prealpino, appunto situato al confine con la
Svizzera, trova luogo all’interno di un antico ghiacciaio ed è racchiuso tra Lombardia e Piemonte, rispettivamente ad oriente e ad occidente. Le sue acque, profonde tra l’altro anche 370 metri, non sono isolate dal resto del territorio italiano anzi, i fiumi che si immettono al suo interno, sono numerosissimi: basta citare il Ticino, il Toce, il Maggia o il Tresa, proveniente dal lago svizzero di
Lugano, per rendersene conto. Non si può certo dire che il Lago
Maggiore non conosca i turisti, dal momento che vanta di un clima mite e temperato, di paesaggi incantevoli rivestiti da vegetazioni rispecchianti gli ambienti mediterranei e soprattutto, di ville prestigiose e giardini curatissimi, costruiti per opera di famiglie per lo più piemontesi del 16°, 17° e 18° secolo. La maggior attrattiva turistica, penso siano però le Isole Borromee, che visiteremo tra non molto.
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Intanto allacciatevi le cinture ed accontentatevi del primo paese che incontreremo, e precisamente Arona, che conta più di 15.000 abitanti, e che rispetto al mare, si trova ad un’altezza di 212 metri. Questa località turistica, situata nel bacino meridionale del lago, esisteva già in epoca romana e durante quella medievale ebbe stretti rapporti con Milano. I dominatori non furono mai stabili, anche se occorre ricordare i Borromeo, presenti tra il XV ed il XVII secolo, che citeremo spesso nel corso della nostra “scampagnata”. Il centro di
Arona è rappresentato dalla Piazza del Popolo, di epoca medievale, e dalla chiesa della Madonna di Piazza, edificata nel 1592, secondo il progetto del Pellegrini e situata sullo stesso luogo. In un paese di così alto valore artistico, sebbene la sua estensione non sia molto ampia, non potevano certo mancare le chiese, come ad esempio quella di
S.Maria Nascente, terminata nel 1600 da Federico Borromeo. L’interno, come la maggior parte degli edifici di questo genere, conta tre navate, ed è custodia di importanti opere del Morazzone, pittore seicentesco che ha realizzato per la chiesa, dipinti come l’Annunciazione, la Visitazione e Nascita di Maria, ed infine lo
Sposalizio della Vergine. In “dotazione” all’edificio, si trova il
“campanile misto”, come l’ho definito io, poichè è stato terminato in stile barocco, a differenza della parte inferiore edificata con caratteristiche romaniche. Sebbene mi sia soffermato parecchio tempo su questa chiesa ricca di particolari, non devo trascurare quella dei
SS.Martiri, dedicata ai santi Graziano e Felino. Essa subì diverse modifiche in epoche differenti, tanto da offrirci, oggi, una curata facciata barocca, contrapposta agli interni gotici più leggiadri, risalenti al secolo scorso. Caratteristico l’altare maggiore, nonchè la Vergine col Bambino e Santi, dipinta dal Bergognone nel XV secolo.
Ora è meglio che proseguiamo il nostro cammino, poichè abbiamo ancora molti posti da visitare.
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La prossima tappa è Lesa, una cittadina molto piccola in provincia di
Novara (la stessa città che racchiude anche il paese precedente), che non raggiunge i 2.500 abitanti. Purtroppo su Lesa non c’è molto da dire, date le sue piccole dimensioni: fa parte di quell’insieme di territori dove ciò che attrae, non è tanto l’arte o la storia, ma più che altro il panorama e la tranquillità. Ad ogni modo non sarà certo sorta dal nulla, perciò posso dirvi che appartenne al Vescovo di
Milano, e solo nel XIX secolo passò ai Visconti ed ai Borromeo: vi avevo informati che questi ultimi li avremmo sentiti spesso. Nei paraggi di Lesa, si trova la chiesa di S.Sebastiano, risalente all’XI secolo e rispecchiante lo stile romanico (anche il campanile). Lesa ha la caratteristica di essere posta geograficamente, in un’insenatura intagliata nella costa: è proprio per questo che si distingue come località di villeggiatura.
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Proseguendo verso la Svizzera, incontriamo un centro di soggiorno attivo sia d’estate che in inverno, posto ai piedi del Monte Mottarone
(una nota stazione sciistica, situata a 1.491 metri d’altezza) e sulla riva dalla quale è possibile ammirare il complesso delle Isole
Borromee. Non conta molti abitanti, quasi 5.000, ma vi assicuro che sono più i turisti, di chi vi abita. Di tutti i posti che ho visitato sul Lago Verbano, questo mi è rimasto più impresso, poichè offre sia un paesaggio montano, che le caratteristiche di un lago. Non parliamo poi della visuale: le isole a poche centinaia di metri, rendono la zona prestigiosa. Penso che avere una villetta a Stresa sia il massimo, ma ci vogliono anche tanti soldi. La sua storia assomiglia ad una telenovela, infatti, a partire dall’Alto Medioevo, nell’epoca in cui veniva chiamata ancora Strixia, vide come proprietari rispettivamente Tortona, Novara, il Vergante, i Visconti, i Borromeo ed infine, nel Settecento, i Savoia. Il fulcro della città è costituito dalla Piazza Marconi, che funge da basamento per la chiesa di S.Ambrogio, architettata nel 1790 da Zanoia. Il suo interno è piuttosto semplice ma caratteristico: vi è solo una navata, ed anche i dipinti e le sculture, sono stati eseguiti per lo più da da artisti locali, ed è forse questa la ragione per cui sono più interessanti dal punto di vista culturale ed artistico, dal momento che sono fatti da uomini vissuti in quella terra e che hanno condiviso le loro emozioni ed i loro sentimenti. Infine, imponente è la Villa Ducale, iniziata nel 1770. Quello che più mi attrae non è tanto l’edificio stesso, quanto il maestoso parco al suo interno. La villa ducale fu abitata da
Antonio Rosmini, il famoso filosofo che vi lasciò numerosi oggetti di sua creazione, dopo la morte sovvenutagli nel 1855. Oggi la villa è sede di importanti congressi del Centro Internazionale di Studi
Rosminiani. Prima di risalire in pullman, è doveroso percorrere il
Lungolago, un viale alberato con aiuole fiorite, che passa accanto ad alberghi di gran lusso e ville prestigiose. Se avete disponibilità liquide, sceglietene una e compratela: quando sarò miliardario anch’io vi raggiungerò… sono ottimista!
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Finalmente siamo giunti sulle già citate Isole Borromee, che si innalzano fino a 210 metri d’altezza. Qui dobbiamo soffermarci davvero molto: stiamo parlando di un arcipelago conosciuto in tutto il mondo!
Il complesso è composto da tre elementi: l’Isola Bella, l’Isola dei
Pescatori e l’Isola Madre.
* La più importante è sicuramente l’Isola Bella, abitata un tempo da
* Poco distante, emerge dal lago l’Isola dei Pescatori, chiamata anche
* L’Isola Madre, infine, è la più silenziosa e per la par condicio,
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Scendendo a sud, il primo paese ove facciamo scalo è Luino, in provincia di Varese, che oltre ad occuparsi di Turismo, accoglie anche parecchie industrie: da un punto di vista estetico, danneggiano però l’aspetto della sponda lombarda. L’edificio sacro principale, è la chiesa della Madonna del Carmine, edificata nel 1400 ed alleggerita da affreschi, dedicata alla dinastia dei Luini. Anche il Museo Civico assume una certa importanza, per la collezione di resti paleontologici ed archeologici, nonchè per la presenza di tele risalenti all’intervallo che va dal XVI secolo, fino ai nostri giorni.
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Il nostro viaggio sta per concludersi ad Angera, l’ultima tappa programmata in questa gita “kultesca”. Angera è situata nel bacino meridionale del Lago Maggiore, un tempo denominata Stazzone, appartenuta ai Visconti ed infine ai Borromeo. Qui troviamo anche una costruzione che prima d’ora non abbiamo mai visitato: un castello, ossia la Rocca di Angera, caratteristica per la sua massiccia fortificazione. Si iniziò la costruzione nel XIII secolo, innalzando la Torre Castellana, per opera dei Torriani. Solo successivamente si ebbe l’idea di affiancarle un palazzo, che custodisse il Salone della
Giustizia, realizzato interamente in stile gotico e rifinito con affreschi raffiguranti le avventure di Ottone Visconti, contro i costruttori della Rocca di Angera.
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E con questo facciamo ritorno ad Arona, ovvero dal punto in cui siamo partiti. C’è una ragione se l’ho deciso, ossia per parlarvi della
Statua di S.Carlo, una costruzione enorme raffigurante San Carlo
Borromeo, realizzata in rame nel 1614 e terminata dopo 83 anni! Si può salire fino alla testa, percorrendola al suo interno tramite scale ripidissime simili a quelle dei pompieri. Ricordo una sola cosa del giorno in cui, non so perchè, decisi di salire: fu tutto spaventoso, specialmente una volta giunto in cima, dalla quale potevo ammirare, attraverso gli occhi della statua, i turisti appena usciti, piccoli come le formiche di Giorgio Malferrari. Ora che ho riesumato questa parte del mio passato, posso salutarvi, augurandomi di avervi fornito qualche nozione utile, nel caso decideste di fare una visitina al lago. Un consiglio: se amate la quiete, andateci nei giorni feriali, ma se siete tipi scalmanati da discoteca, la Domenica non vi deluderà, capito Antonello?
Al prossimo mese…