Attualmente non vi è un solo computer che non abbia installato almeno una versione di Windows. Questo articolo vuole ripercorrere le tappe fondamentali che hanno portato la casa di Redmond nella sua posizione attuale di monopolista nel mercato dei sistemi operativi.
Quando si cominciò a parlare per la prima volta di sistemi operativi grafici, con possibilità di fare girare contemporaneamente più applicativi all’interno di riquadri (diventeranno poi finestre), il personal computer più avanzato era un 8088 con 64 KB di RAM, monitor monocromatico e un floppy drive da 320KB. All’epoca i concorrenti per la progettazione di un ambiente operativo grafico e multitasking erano: VisiCorp con VisiOn (Ambiente operativo che si utilizzava in ambiente DOS. Annuncio al Comdex dell’82 e rilascio due anni più tardi), Microsoft con Windows (versione 1.0 rilasciata nel novembre del 1985), IBM con OS/2, Quartedeck (DeskView) e Digital Research
(produceva il GEM, un accattivante ambiente grafico che accolse le prime versioni di Ventura, ma aveva il grave difetto di non essere multitasking). Microsoft nei primi anni ottanta non si limitava a lavorare su Windows, ma strinse accordi strategici con IBM, per la realizzazione di un sistema operativo rivoluzionario. Gli obiettivi da raggiungere erano l’abbattimento della barriera dei 640KB e l’ottenimento di un perfetto multitasking. Questo secondo obiettivo era il più difficile da ottenere, a causa dell’architettura del processore 80286 (il più avanzato nel 1985) che non consentiva un facile passaggio tra una applicazione DOS e l’altra (all’epoca il 99% dei programmi girava sotto DOS).
L’unica via per poter realizzare un ambiente multitasking era quella che portava alla progettazione di nuovi applicativi che girassero in modo protetto nel nuovo ambiente operativo. Ma ad un certo punto, l’arrivo del nuovo processore 80386 (che eliminava i problemi del 286 sopra descritti) e il rilascio da parte di QuarterDeck di DesqView, resero meno necessario la riprogettazione di tutto il software. Qui cominciarono i contrasti tra la casa di Redmond e the “Big Blue”.
Microsoft voleva tagliare i ponti con il 286 e realizzare un sistema su misura per il 386 ; IBM (che era rimasta un po’ indietro con questo nuovo processore) spingeva ancora la versione di OS/2 basata sul vecchio 80286. Altro punto discordante riguardava il codice da utilizzare: Microsoft sponsorizzava “Windows” e IBM non voleva rinunciare al suo codice.
Alla fine dell’87 Microsoft rilasciò Windows/386, in grado di fare girare contemporaneamente più applicativi DOS e Windows (era da poco uscito MS-Excel) sfruttando tutta la RAM disponibile.
Contemporaneamente IBM rilasciava OS/2 che però aveva l’handicap dell’interfaccia a caratteri e il difetto di funzionare bene solo con l’hardware IBM (persino Windows aveva dei problemi con gli I.B.M.).
Intanto Windows cresceva e lo testimonia il fatto che cominciava ad essere venduto in bundle con i personal computer. Nel luglio dell’88 uscirono due nuove versioni di Windows (Windows/286 e Windows/386 2.1) che portarono Microsoft a superare la quota di 50.000 copie vendute al mese. Poco più tardi (fine ottobre) arrivò la versione di OS/2 con interfaccia grafica (1.1) che aveva il non trascurabile difetto di richiedere un hardware incredibile per l’epoca (almeno un 80386 e 6MB per lavorare, quando la RAM costava oltre 250000 al Megabyte). Dunque c’era ancora tempo per precedere OS/2 e preparare un sistema alternativo e più economico. La difficoltà era dettata dal fatto che i principali dominatori del mercato (all’epoca Lotus, WordPerfect e
Ashon Tate) non avevano interesse a scrivere applicativi per Windows
(prodotto da un competitore), mentre invece aspettavano con curiosità il sistema operativo dell’IBM, che praticamente non produceva software. Poi arrivò Windows 3.0 e tutto si rimise in discussione, dal momento che quest’ambiente ruppe la barriera dei 640KB, poteva far convivere perfettamente applicazioni DOS e Windows e non richiedeva il mare di risorse di OS/2. A questo punto la parola finale passava al mercato, che avrebbe stabilito quale prodotto avrebbe vinto la competizione (provate a indovinare). Dati i costi dell’Hardware a quell’epoca (sembra di parlare di cose accadute 50 anni fa), Windows aveva un vantaggio enorme (richiedeva la metà di memoria rispetto a
OS/2 a parità di prestazioni) sul concorrente e lo testimoniano le 10 milioni di copie vendute nei due anni seguenti (più le copie abusive).
Inizialmente le due società etichettarono i due prodotti in modi differenti. Windows 3.0 doveva essere mirato all’utenza media, mentre
OS/2 doveva avere come target i grossi sistemi informatici. Il successo di Windows 3.0 fece capire a Microsoft, che poteva proseguire la strada oramai in solitudine. Fu così che avvenne l’inevitabile divorzio. Microsoft utilizzò il suo codice scritto per OS/2 per realizzare Windows NT, il vero concorrente di OS/2, mentre l’IBM cominciò a lavorare per permettere a OS/2 di lanciare applicativi
Windows (oramai molte software house avevano cominciato il porting in ambiente Windows dei loro applicativi). Nel 1992 uscì la versione 3.1 di Windows, che risolveva un mare di problemi di stabilità della precedente versione. Il forte calo dei prezzi diede poi l’aiuto finale a Microsoft, visto che oramai non erano più necessari 5-6 milioni per un personal computer, ma con cifre attorno ai 3 milioni, si poteva acquistare un sistema basato su processore 80486, perfettamente in grado di far girare Windows in modo efficiente. Ormai Windows si stava imponendo e ciò è testimoniato dal fatto che con l’uscita di Windows
3.1 i prodotti più venduti erano quelli per Windows, e non più quelli per DOS. Un anno e mezzo fa, IBM ha sferrato forse l’ultimo disperato attacco a Microsoft (a suon di milioni di dollari) per lanciare OS/2
3.0 rimediando l’ennesimo fiasco. Come si può sperare infatti di vendere un nuovo sistema operativo che per far girare le applicazioni
Windows già esistenti ha bisogno anche di Windows? IBM non si è ancora resa conto che forse non potrà più rientrare;
Attualmente Windows sembra avere vinto la battaglia, dal momento che da qualche anno ogni computer viene fornito con Windows preinstallato.
Il resto è oramai storia di oggi. E’ uscito Windows ’95 che, grazie ad una impressionante ondata pubblicitaria, ha suscitato la curiosità di tutti e ha svuotato le tasche di tanti. Nella maggior parte dei casi l’acquisto di Windows ’95 ha reso necessario un aggiornamento dell’hardware soprattutto per quanto riguarda la RAM.
Un’ultima considerazione. Nel 1985 i programmatori dovevano lavorare duro per fare in modo che i loro prodotti funzionassero con l’hardware presente sul mercato. Attualmente la tendenza è invertita. Un componente hardware per avere successo dovrà avere il tagliandino
“progettato per Windows 95”.