Con qualche indecisione, sensazione inusuale per me, mi sono avviato lungo il buio e spoglio corridoio che conduce all’antica biblioteca, preziosa e indispensabile, le cui mura mi hanno visto immobile per ore e ore, chino sulla scrivania, alla luce fioca di una candela, intento a decifrare antiche scritture.
Dico indecisione perchè l’idea che poco prima si era man mano fatta strada dentro di me, ora sembra sciogliersi… come neve al sole.
Pare strano, per uno come me, pensare ancora al calore del sole.
Eppure, se solo volessi, potrei ancora vederne l’aurora, ma le vecchie abitudini sono ardue da cancellare.
Perdonatemi, ma solo ora mi sono reso conto che sto peccando di immodestia, come se tutti sapessero chi sono e qual’è il mio nome.
Non è facile rispondervi.
In passato sono stato conosciuto con tanti nomi diversi tanto che quasi non ricordo il mio antico e originale nome.
Se desiderate, chiamatemi semplicemente Fratello.
Non so cosa mi sia preso. Questa frenesia che mi pervade mi ha colto di sorpresa.
Mi rendo conto che sto per violare la Prima Legge, che dovrei stracciare questo foglio sul quale scrivo e non pensarvi più, ma forse le cose stanno cambiando.
Non è strano pensare che solo pochi secoli fa eravamo per voi il simbolo del maligno, demoni scesi sulla terra per portare carestie, pestilenze e morte?
E ora cosa siamo diventati?
Oggetto di culto, estrema tendenza della moda che corre verso il
2000.
Gli uomini si sono spogliati dalle superstizioni e ora le nostre leggende dapprima mormorate solo sottovoce ora sono diventate storie di tutti i giorni, storie buone per sceneggiature di film, per romanzi di successo.
Non è facile per me stare al passo della rapida evoluzione che l’umanità ha intrapreso dall’inizio del secolo.
E ora che il XX secolo sta per concludersi mi rendo conto che una parte di me rimarrà sempre legata al passato, lontana dal chiassoso mondo moderno, persa in antichi paesaggi incontaminati, o fra le maestose mura di palazzi inghiottiti dal tempo.
E ora sono qui che scrivo di me, che rivelo al mondo ciò che fui e ciò che sono.
Violo la Prima Legge, l’antica legge che noi Fratelli costituimmo durante la sanguinosa persecuzione che la Chiesa perpetrò contro di
Noi.
Quanti Fratelli ora mi cercheranno per punirmi? Sicuramente non la passerò liscia.
Ma d’altronde ciò sarebbe accaduto comunque. Ormai sono diversi anni che sento gli Antichi risvegliarsi dalle loro tombe dimenticate.
E quando tutti saranno pronti, una grande guerra sotterranea si compirà fra le nostre fila. Molti di noi saranno distrutti definitivamente dal fuoco purificatore che gli Antichi scateneranno contro di noi.
E forse io sarò fra i primi ad essere attaccato. E dovrò uccidere di nuovo, dovrò ancora una volta rivolgere la mia Forza contro i miei stessi Fratelli, solo perchè so che è necessario che io continui questa non-vita.
Ho un compito troppo prezioso da portare a termine per lasciarmi distruggere.
Eppure sarebbe così dolce lasciarsi pervadere dalle fiamme che segnerebbero finalmente il tempo della pace, dei non-pensieri, del limbo, su questa mia vecchia pelle che ha visto nascere e morire troppo ormai.
Sono terribilmente stanco. Stanco di tutti i sotterfugi, stanco degli intrighi che i miei Fratelli intessono come in una inestricabile ragnatela, in questa mia vecchia città come in altre.
Perfino i miei discepoli ora dubitano di me.
So bene, anche se fingo di ignorarlo, che stanno mettendo sottosopra questa città per scoprire la mia vera identità.
Vengono a cercarmi in questa vecchia biblioteca, percorrono questo buio corridoio per arrivare a me, per chiedermi consigli e subito dopo percorrono le vie, i vicoli, attraversano tutti i ponti del centro alla ricerca del mio passato per bocca di Fratelli carichi di invidia e iracondia.
Forse un giorno sapranno… ma non capiranno.
Con qualche indecisione…
Sempre Vostro
V.D.S.