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La paura della finestra aperta

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La paura della finestra aperta

Troppe persone trascorrono intere giornate sedute nel salotto della propria casa, piena di mobili e quadri silenziosi, oggetti che raccolgono vaghi ricordi di momenti ed emozioni ormai passati e che certo portano in sè un grande valore affettivo, ma lasciano che li osserva lì seduto a fissare un punto nel vuoto come stupefatto della propria immobilità. Così anch’io ho trascorso molte delle mie giornate, davanti alla finestra della mia stanza, senza nemmeno accorgersi del passare del tempo, spesso senza riuscire di primo acchito a comprendere se il sole stesse calando all’orizzonte o levandosi verso l’azzurro del cielo. E quando riuscivo a capacitarmi di quanto tempo avessi passato seduta lì senza muovere un muscolo, allora mi sorprendevo e il mio corpo aveva come un fremito che sembrava volersi scuotere dalla mia apatia; ma ogni volta questo tentativo risultava irrimediabilmente vano e dopo poco tempo cadevo di nuovo in quella specie di sonno senza sogni che completamente assorbiva il mio animo. Poi un giorno decisi di guardare fuori dalla finestra per seguire i raggi del sole che sempre fedelmente avevano accompagnato molte delle mie giornate immobili e immutabili. E guardando fuori mi meravigliai di quante cose ci fossero, di quanto fossero incredibili e varie e mi spaventai di tutto il movimento che ci si poteva osservare; mi spaventai perchè sentii che quel fremito di vita, che pareva permeare tutte le cose del mondo fuori, scorreva anche sopra la mia pelle e mi faceva tremare il cuore e gonfiare i polmoni d’ossigeno quasi volessero scoppiare.
Che sensazione… strana! Così lontana da come avevo sempre vissuto.
Sentii qualcosa di nuovo in me, una nuova forza che un poco temevo ma che pure mi piaceva, che mi faceva sentire nuovo anche il profumo dell’aria, nuovi i colori dei prati e degli alberi, il mondo pieno di colori e di sfumature che non avevo mai notate. E tutte queste cose per essere osservate avevano bisogno di moltissimo tempo, dall’alba al tramonto, ogni giorno, perchè ogni giorno era diverso, ogni giorno la nuova luce cambiava tutto; ed ogni giorno tutto era sempre meraviglioso tanto da allargare il cuore a dismisura.
Allora trascorsi ancora mille e mille delle mie giornate a osservare quel nuovo e stupefacente universo naturale, finchè non mi ritrovai innamorata di esso.
Quando capii di non potere più farne a meno, quando compresi che volevo con tutta me stessa, anima e corpo, farne parte, da allora cercai di immergermi in esso sempre più. Dopo molto e molto tempo, un mattino di una splendida alba limpida di primavera, un raggio di sole mi accarezzò il viso e mi prese per mano.
E fui anch’io con lui un raggio di sole, un raggio di pieno amore.

Monica Orsini

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