KULT Underground

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Ne sai una più del diavolo…

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“… NE SAI UNA PIU’ DEL DIAVOLO…”

Spegni la luce.
Sì, fallo: spegni la luce.
Ora va meglio.
Sei da solo in casa?
Se non lo sei, chiudi la porta.
Guarda che lo vedo che è aperta: chiudila.
Bravo. Okay.
Se la stai ascoltando, spegni la musica.
Spegni TUTTE le luci. Anche la TV.
Adesso siediti, se non lo sei già.
Tu sei lì, solo, davanti al tuo bel computer.
Proprio come Johnny. Bello, quel 986 nuovo di pacca, eh?
E lo schermo 17″ SVGA a 256 milioni di colori?
E la stampante al plasma?
Tutto nuovo.
Johnny ci ha speso una vita.
Bene, è venuto il momento di usarlo. Almeno di cercare di imparare.
Il vecchio negoziante che glielo ha venduto, un certo Lamborghini che, a sentire lui, era emigrato dall’Italia, da Modena, per la precisione, aveva detto che c’era preinstallato un corso di apprendimento.
” Ti sembrerà che ti stia parlando davvero, il sistema D. E. V. I. L..
Credimi, non te ne pentirai. Devi solo digitare DEVIL al prompt. Farà tutto da solo.”
Queste parola gli risuonavano in testa come se fosse la bibbia stessa.
Non c’è un attimo da perdere: le sue dita volarono sulla tastiera.
Era tutto eccitato.
Ad un tratto, lo schermo si annerì, e dal nulla saltò fuori le parole:

“DEVIL OPERATING SYSTEM-PRESS A KEY TO CONTINUE…”

Johnny era così emozionato che non guardò neanche la tastiera come fanno gli ultra-principianti.
Seguì un’altra schermata nera, seguita dall’invito:
“PERCHE’ NON MI DICI COME TI CHIAMI?”
A Johnny parve veramente che il computer lo vedesse.
Probiblmente era proprio così, perchè il LED della telecamera posta sul monitor si accese.
Le lettere J O H N N Y si delinearono sullo schermo.
“Se vuoi sentirmi parlare, accendi le casse.”
Johnny, sempre più meravigliato perchè non aveva mai messo le mani su qualche cosa di più avanzato di un forno a microonde, premette il pulsante di accensione delle casse con Woofer, Mid Woofer, Sub Woofer e Tweeter super amplificate.
Ad un tratto le parole sparirono dallo schermo ed una voce metallica ma calda allo stesso tempo pronunciò”Ciao, Johnny. Io sono il tuo computer. Dammi pure del tu. Usa il microfono per parlare con me.”
Johnny non stava più nella pelle.
“C-Ciao.”. La voce gli tremava come se fosse modulata da un distorsore.
“Non avere paura di dialogare con me. Per comprenderti bene ho bisogno che tu parli lentamente e correttamente.
Chi mi ha programmato, aveva bisogno di fare pubblicità ad un nuovo computer ancora più avanzato di me. Vuoi vederla adesso?”
Johnny non sapeva cosa dire. Lui voleva vedere tutto di quel computer.”Si.”
Pagine e pagine di pubblicità di computer sofisticatissimi gli passarono davanti agli occhi, e lui stette lì a gurdare come incantato da tante meraviglie.
Era come ipnotizzato.
Poi, una voce:”Ti danneresti l’anima per averli?”
Johnny, ormai non più spaventato rispose sicuro, agguantando il microfono:”Si”.
Ops. Lo aveva agguantato troppo prepotentemente. Il Jack del microfono si staccò.
Johnny, preoccupato che potesse succedere qualcosa al computer, cercò di sporgersi dalla scrivania per reinserire il jack, e vide che si era dimenticato di inserire la spina.
Johnny rabbrividì inorridito quando, alzatosi per controllare il pulsante della schermo, vide che da questo l’immagine di una figura luminosa e bianca stava interloquiendo con un cupo e rosso essere:”Ne hai fregato un altro.
E’ proprio il caso di dirlo: ne sai una più del diavolo…”

Gatto

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