E’ passato già più di un anno da quando, casualmente, ci è capitato fra le mani un dischetto per computer con il primo numero di KULT. Non siamo “Esperti” di informatica, nè tantomeno competenti di comunicazioni multimediali, ma persone CURIOSE certamente sì, Ed eccoci, allora, inserire il dischetto nel computer del nostro ufficio e cominciare a “scasinare” per capirci qualcosa. Oh, però, interessante questo; ma guarda cosa cavolo scrivono, ma possibile che possa interessare una cosa così ? Queste, ricordiamo, sono state le prime reazioni. Poi è arrivato il numero due, poi il tre, poi tutti gli altri, puntualmente. E, puntualmente noi “cominciavamo a capire”, cominciavamo ad entrare nel “linguaggio” della rivista e, lo confessiamo, cominciavamo a sentirci (non esagereremo?) affascinati.
Dicevo prima che siamo curiosi: ci piace essere (e rimanere) informati su quello che passa per la testa dei ragazzi (forse abbiamo paura di invecchiare e la esorcizziamo così ?) ci piace conoscere gli argomenti che si dibattono, sui quali occorre essere aggiornati. La rivista ce ne ha fatti conoscere alcuni, certamente SOLO alcuni. Quelli che sono vicini alla sensibilità dei redattori.
Ci è piaciuto cogliere la disponibilità offerta ai lettori di comunicare le proprie idee, le proprie riflessioni, le proprie esperienze, senza metterle in confronto o in competizione, ma per
“aggiungerle” alle altre. E’ un segno di apertura che crediamo sia opportuno sottolineare, con forza, perchè è un elemento grandemente significativo.
E se non fosse che siamo un po’ pigri rispetto alle novità, ci saremmo decisi molto prima di adesso, a “dire la nostra”. Lo facciamo adesso; saliamo, ne siamo consci, su un treno già in rapido movimento.
Speriamo di essere capaci di farlo con discrezione e con attenzione.
Speriamo di provocare meno danni di un elefante in un negozio di cristalleria.
Abbiamo pensato che potesse essere giusto che i redattori ed i lettori di KULT fossero informati, a loro volta, di un mondo, di pensieri e di azioni, diverse da quelle da loro rappresentate e comunicate su e con
KULT.
Sono i pensieri di quella parte del “mondo giovanile” in più tenera età, dei ragazzini che stanno frequentando le scuole medie. E vi possiamo garantire che è un mondo di idee che è bello conoscere, che non è affatto superficiale, da “mocciosi”. Certo è diverso da quello degli studenti di ingegneria elettronica, ma è altrettanto interessante.
Ci occupiamo da anni dei problemi che affrontano i ragazzi: i problemi della scuola, dello studio, di come organizzare il tempo libero, delle loro emozioni e dei loro sentimenti. Cerchiamo di aiutare chi ne ha bisogno, a risolvere i primi problemi che ognuno di noi incontra
“cominciando a vivere”. E’ questo il nostro lavoro. Per questo, siamo portati ad occuparci principalmente delle difficoltà di quanti, per tante circostanze, non hanno, o non hanno avuto, la fortuna di avere direttamente vicine delle persone “adulte” che li hanno potuti aiutare. Che hanno avuto la necessità di cercarle fuori dalle mura domestiche, che hanno fatto fatica a farlo. Noi cerchiamo di facilitare questo tentativo. Cerchiamo di farlo con impegno e, quando ci riusciamo, con entusiasmo. Conosciamo le difficoltà di chi fa fatica a studiare, di chi ha bisogno di tempi più lunghi per apprendere, di chi necessità che chi con lui sta comunicando abbia più pazienza. Conosciamo l’angoscia che può provare chi, pur avendone bisogno, non trova questa disponibilità. E’ una angoscia che può portare a “sragionare”, che può spingere a quella rassegnazione che non ci mette molto a diventare rancore e rabbia, che, a loro volta, non tardano a diventare ostilità e aggressione. Noi cerchiamo di rompere questa spirale. Chi ha letto “Il giovane Holden” si ricorderà che questo è quello che sarebbe piaciuto fare al protagonista: stare lì ed acchiappare bambini che stanno per cadere nel burrone (Così risponde alla sorellina che gli chiede che cosa gli sarebbe piaciuto fare, vi ricordate ?).
Noi stiamo cercando di farlo.
E facendolo ci siamo accorti che quasi sempre è molto affascinante farlo. Ci siamo resi conto che, spessissimo, anche dietro una facciata che a volte può essere anche spiacevole ed irritante, c’è un universo che è bello frequentare. Ci siamo accorti che offrire possibilità di
“crescita” viene sempre accettato, magari non completamente, magari non come noi ci aspettavamo, magari non del tutto … ma viene sempre accettato. Allora noi cerchiamo di offrire quante più occasioni possiamo, perchè è solo così che una offerta di aiuto non rimane solo un desiderio. Ci siamo accorti che queste offerte possono anche essere
“ambiziose”, possono toccare terreni, idee, (ma, sì, usiamo la parola grossa) “culture” che solitamente sfuggono all’ esperienze del quotidiano di chi, meno fortunato di altri, è alle prese con i problemi che abbiamo toccato prima. E ci siamo accorti che quando si crea “comunicazione” c’è un grande arricchimento per tutti. Da questo arricchimento nascono le competenze, le condizioni per “essere all’altezza”. Abbiamo sperimentato tante volte che non ci sono mondi di esperienze incomunicabili fra loro, ma solo difficoltà di comunicazione. E allora perchè non impegnarci a ridurre questi ostacoli.
E’ la scommessa che ci è venuto voglia di fare.
Da adesso vogliamo iniziare una collaborazione con la redazione di questa rivista perchè nello spazio di comunicazione che vuole essere ci sia un posticino anche per le cose che noi ed i ragazzi con cui stiamo crescendo pensiamo ed in cui crediamo. Sappiamo che sarà utile a tutti conoscerle. Servirà a noi che voi ci aiutiate, con le vostre osservazioni ed il vostro contributo. Se ne avrete voglia, vi siamo grati.
La redazione di KULT ci lascia questo spazio. Di ciò le siamo grati.
Dai prossimi numeri, se ci riusciremo, cominceremo a scrivere di cose più “concrete”, delle esperienze e delle iniziative nelle quali siamo coinvolti.
Ad allora:
Servizio Età Evolutiva e Famiglie
Patrizia Orsini e Giovanni Finali
Educatori del Servizio Età Evolutiva e Famiglie
Circoscrizione n. 3 – Modena