KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Salve a tutti, e buon anno nuovo!
Questo 1996 appena iniziato non si è dimostrato avaro in termini di materiale per la rubrica SUSSURRI, anche se, a dire il vero, questo mese la tendenza di equilibrio tra poesie e racconti è stata interrotta. I testi di tipo narrativo sono infatti la maggioranza, accontentando così i tanti di voi che si dilettano nella lettura di ciò che la fervida mente degli autori è solita proporvi.
E, in questo gennaio, ce n’è effettivamente per tutti i gusti: dal racconto satirico, alla favola dal gusto amaro, fino a qualche pezzo più duro e cruento… ma cominciamo con ordine.
Apre le “danze” il signor David Guanciarossa, che è entrato in contatto con KULT soltanto in Dicembre. Con un e-mail che ci ha fatto molto piacere, in cui sottolinea l’esistenza di punti in comune tra i contenuti della rivista e le ideologie di generazioni differenti, ci ha fornito tre piccole composizioni estremamente gradevoli. La più lunga, “Ho visto”, è quella che abbiamo deciso di proporvi, ed è un testo limpido, nella sua semplicità, e toccante nei contenuti.
Prosegue poi la carrellata di materiale proposto, una nuova collaboratrice di KULT Underground, Monica Orsini, con una poesia chiamata
Il sentimento del mondo.
Questo brano, strutturato in maniera singolare, con un alternanza non schematica di terzine e coppie di versi, ha un ritmo rapido, ma nello stesso tempo inframezzato da elementi che rendono il suono complessivo più un grido strozzato, che un canto, o un poesia da leggere di fronte ad un camino.
Il nichilismo presente, ripreso poi nel racconto successivo con un gusto speciale per l’assonanza con temi propri delle fiabe, si manifesta fin dalle prime parole, con un ripetersi di verbi che portano alla naturale conclusione del “nulla” finale.
Un “nulla” che appunto pare essere compagno anche nel testo
“L’impronta dell’esistenza”, nel quale tutta la vicenda, che vede coinvolti Simon ed Ernestina, si racchiude in se stessa, senza quasi movimento alcuno.
La “morbosità” di un rapporto tra due esseri isolati dal resto del mondo e circondati da una natura che forse è ostile, e forse è semplicemente neutra, viene dipinto con rapidità raffigurando un immagine che ci riporta all’infanzia, al periodo in cui le cose sono avvolte da una fitta nebbia, che le rende più sfumate, ma nello stesso tempo più distanti.
La conclusione della vicenda, che non ha inizio, nè tempo, nè luogo, è tale da lasciare nel lettore il dubbio di non avere capito qualcosa, di non essere riuscito ad entrare appieno in quel mondo “lontano”, rimanendo così un po’ incerto su come giudicare la storia, e su quale sia il suo significato.

Birra, Prigione e computer di Thomas Serafini, proposto in due puntate
è una deliziosa satira sui dietro le quinte di KULT Undeground, sui personaggi, e sulle vicende. Nato forse come risposta al suo coinvolgimento in The Bird Is Away di Antonello Giacobazzi, e in In the morning di Marco Giorgini, (senza contare l’accenno presente in questo mese in 007 KULT di Marco Cristiani) sarà forse solo parzialmente godibile da chi vede la rivista come un entità astratta fatta da personaggi distanti ed irreali. Ma per chi ha avuto modo o di conoscere qualcuno della redazione in fiera o in qualche occasione pubblica, oppure di fare “due chiacchiere” via chat o via e-mail, risulterà un modo simpatico per entrare un po’ di più nell’incantato mondo della prima rivista multimediale italiana. Non mi resta che dire che anch’io non vedo l’ora di leggere la seconda parte…

007 OPERAZIONE KULT del già citato Marco Cristiani, non è propriamente un racconto. Forse se il soggetto del testo fosse stato qualcun altro, anzichè l’umile sottoscritto, questo brano non avrebbe sfigurato su
Novella 2000, o un qualche altro giornale dedicato a scopi differenti dal semplice “raccontare fatti”. Ma avendo il mio omonimo preferito indagare su di me, e avendo poi prontamente diffuso su LLABBRA lo scritto che abbiamo pubblicato, fornendoci di una buona dose di autoironia, non abbiamo esitato a piazzarlo dove molta gente avrebbe potuto leggerlo e commentarlo. Sottolineare che io non confermo nessuno (o quasi) dei dati riportati da Marco è poco più di un pro forma, e chissà che seguendo l’esempio proposto non vengano fuori gli
“altarini” di altri nomi consueti di KULT Underground.

IGNATZ non poteva deludere i suoi lettori, ed infatti, come promesso sembra intenzionato anche in questo 1996 a continuare a stupirci con i suoi racconti. Halloween è qualcosa di atipico rispetto alla produzione a cui aveva abituato, preferendo uno stile più incisivamente narrativo ad uno sottilmente ironico e beffardo. Il testo è surreale, ma non sfigurerebbe in una puntata de “I confini della realtà”, per le tematiche e la forza espressiva, a tratti deliziosamente cruda e fumettistica. Indubbiamente un modo molto buono per presentarsi a chi dovesse cominciare a seguirlo ora, a cui non potrà mancare l’interesse di cercare ciò che già di questo autore è stato pubblicato.

In extremis anche Raffaele Gambigliani Zoccoli è riuscito a tagliare il traguardo, consegnando “No inspiration” un paio di giorni prima della data di uscita. Come è capitato anche per IGNATZ la sua uscita in questo gennaio è caratterizzata da una certa diversità da ciò che abitualmente ci aspettiamo da lui. Niente temi kafkiani, niente episodi crudi, ma solo un affresco, che, per chi come me ha fatto il militare nella stessa città descritta da Raffaele, ha il rumore del traffico lungo i viali di Bologna, e quel gusto quasi dolce di quando sei dentro fisicamente, ma con la mente ti sembra un po’ di essere fuori, senza tanta voglia di fare o pensare.

In the evening (II) di Marco Giorgini chiude SUSSURRI di Gennaio con un racconto che si appoggia sia su “In the evening” (Novembre), sia su
“In the morning” (Dicembre). Il linguaggio esplicito e i temi duri forse lo renderanno sconsigliabile a qualcuno, ma chi vorrà ugualmente cimentarsi nella lettura si troverà di fronte ad un racconto che dovrebbe incastrarsi perfettamente sulle premesse degli altri due.

E anche per questo inizio anno è tutto, dunque. Devo ricordarvi di inviarci materiale per la pubblicazione o ormai è superfluo. Chissà.
Beh, mentre leggete quanto altri hanno di loro “messo in piazza”, pensateci.
Buona lettura.

Marco Giorgini

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