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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Eccoci, anche in questo dicembre appena iniziato, tra le “pagine” di
KULT Underground dedicate alle voci che sussurrano.
Rubrica forse appena un po’ ridotta, rispetto all’abbondanza a cui recentemente c’eravamo abituati, ma fortunatamente solo per quantità, senza nulla togliere infatti alla qualità che solitamente è presente in questo parte della rivista. Inoltre, altro fatto che ci fa ben pensare, vedono la luce due nomi nuovi, due nuove voci, Cristina e
Zunta, che ci auguriamo vogliano continuare con noi il cammino iniziato questo mese.
Ah, ho detto due nuovi nomi, ma, in verità, potrei quasi dire tre: infatti Ciuffo, felice ospite delle pagine dedicate al multiforme mondo dei giochi di ruolo, inizia questo mese la pubblicazione di un racconto a puntate di cui vi parlerò tra poco.

Ma iniziamo per ordine.
Il primo autore di questo mese è l’ormai classico IGNATZ (che, come ricorderete, ha svelato la sua identità il mese scorso), il quale si presenta con una poesia intitolata La storia siamo noi.
Componimento poetico lungo e variegato di sicuro impatto. Da IGNATZ, ovviamente, non ci si aspetta un tono pacato, aulico, e neppure romantico, e anche questa volta infatti i colori con i quali ha dipinto questo grande affresco, pronto a descrivere il nostro periodo di fine secolo con sguardo smaliziato ed impietoso, sono sfavillanti nella loro fredda essenza.
Si può dire che pochi sono gli argomenti o le persone importanti non prese in considerazione in questo cantico, che, per certi aspetti, ricorda Videotossico, ma anche i più sensibili di voi, se non rifiuteranno di sorridere su qualche espressione, e su qualche immagine, coglieranno la satira impudente a cui siamo ormai affezionati, e non potranno fare a meno di apprezzare la forza espressiva che permea tutto il testo.
Di tutt’altro genere si presentano invece le due corte poesie di
Cristina, ovvero Uno di noi e Notte. Lo stile criptico, introverso, personale, aggiunge un gusto tutto particolare alla lettura. Viene instaurato infatti con il lettore un rapporto di complicità mista a distacco, che lascia sì intravedere a tratti il “dietro”, il
“significato”, ma ne rende non sicura l’interpretazione. Forse uno di noi parla di un amico perso in un incidente d’auto, e forse il Lei di cui si parla nel finale è la morte; forse in notte è ripreso il tema eterno dell’amore finito e del ripensarci con l’arrivo del buio in uno stato d’animo indefinito di ricordi, rimpianti e nuove certezze. Ma forse no. Forse c’è qualcos’altro, oppure qualcosa di diverso. Al lettore il compito di penetrare tra le righe e cogliere gli spunti offerti come meglio può o crede. Ci auguriamo solo che, Cristina volendo, altro suo materiale ci renda una visione d’insieme più completa e che, come è capitato per altri autori di KULT Underground, la familiarità maggiore che si acquisterà renderà ancora più fruibile l’insieme.
In chiusura della parte di SUSSURRI dedicata alle poesie infine ecco due testi, per così dire, sperimentali, di Marco Giorgini: uno, IfA
Shudda Run, composta in una specie di slang inglese è un “momento sentimentale” interpretato cercando di dare una certa importanza ai suoni, all’effetto complessivo, quasi il tutto fosse più cantato con un filo di voce, che recitato con enfasi;
Who I am, altro scritto in lingua inglese con traduzione in italiano, cerca invece di aggiungere una dimensione all’effetto ottico, visivo, giostrando un tema consueto in maniera particolare.
Un giorno di vacanza di Zunta è rimasto, per motivi non dipendenti dalla nostra volontà, non pubblicato per molto tempo, e per quanto la nostra responsabilità sia praticamente nulla, ci sembra comunque opportuno scusarci con l’autore. Il testo è affine a quel filone già presentatoci di IGNATZ di video saturazione; il racconto presenta un estratto di vita del protagonista visto sia proponendoci i suoi pensieri e il suo atteggiamento nei confronti del mondo, sia con il suo rapporto con uno dei maggiori oggetti di culto di questa fine secolo: la televisione. Il testo è scorrevole, e farà sicuramente sorridere i più, intravedendo tra le righe “esplicite” dello scritto, l’anti-eroe, l’uomo distante dal modello di vita presentato dai media, non per scelta, ma perchè è falsa e irraggiungibile questa figura che ci viene quotidianamente riproposta.
Notturno, di Ciuffo, è il racconto a puntate di cui vi parlavo all’inizio di questa breve introduzione. Ciuffo, già conosciuto per la sua produzione in campo RPG non si smentisce, e ci propone una situazione nella quale soprannaturale, leggende e personaggi dal passato misterioso, si intrecciano in una vicenda che cattura fin dalle prime righe. Qualitativamente molto buoni il modo di presentare le situazioni e i dialoghi tra i personaggi, segno evidente della sua pluriennale esperienza in un ambiente nel quale i “cantar storie” è l’essenza stessa del gioco. Rimaniamo (eh, si, anche la redazione non ha il testo completo del racconto), in attesa di vedere come proseguirà il tutto, certi che non potrà deluderci.
Frenulosi dell’immancabile Raffaele Gambigliani Zoccoli ci fa lasciare il mondo della fantasia “al di là del normale”, per riportarci in quello quotidiano che tutti conosciamo, avvolgendolo però di quella sensazione di lenta ossessione e di estraneità dei fatti che tutti i mesi ci fa un po’ sognare qualcosa appena oltre i nostri sguardi.
L’originalissima storia, che si svolge in un non determinato lasso di tempo dalle nostre parti (che anche per chi vi scrive, vuol dire
Modena e dintorni) ha per tema un problema e la sua soluzione, e fin qui nulla ci sarebbe di strano, se non fosse che il problema in questione riguarda la sfera sessuale. Senza accennare oltre riguardo la trama (anche perchè sarebbe un delitto rovinarvi il piacere della lettura) mi preme sottolineare ancora una volta la ricerca di Raffaele di uno stile efficace e particolare, che spesso lo rende riconoscibile fin dalle prime righe. Le descrizioni lente e ripetute, l’uso personale di incisi per sottolineare momenti letterari, senza contare, ovviamente le tematiche e le ambientazioni, sono tali da intrigare gli amanti del genere tanto da creare in essi non solo un’immagine, ma un’insieme di sensazioni tutte particolari.
Ovviamente è scontato ringraziare la sua costanza nella produzione di materiale per la rivista, ma non mi pare fuori luogo ricordarlo come uno dei massimi promotori di SUSSURRI, ovviamente insieme ad IGNATZ e ad altri, certo che il confronto con i suoi scritti stimolerà altri a contribuire a questo spazio.
Ultimo testo di questo mese è
In the morning, ambientato nello stesso futuro ipotetico di In the evening, ma la “telecamera”, in questo caso, è usata per riprendere luoghi e vicende sotto un’angolazione totalmente differente.

Ok, anche per questo numero di dicembre è tutto, e non mi resta che lasciarvi passare, con l’ormai classico F5, al primo dei testi presenti. Ma il consiglio solito? Ma la solita richiesta dov’è finita, si chiederanno alcuni di voi.
Eh, già, in effetti non mi posso esimere: collaborate! Approfittate di questo periodo, che per molti di voi vorrà dire anche un po’ vacanza, per prendere carta e penna, o ancor meglio tastiera-cabinet-monitor, e più rilassati che potete, buttate giù il miglior racconto mai scritto, o la poesia più coinvolgente di questo secolo. Dite che non ne siete in grado? Beh, finchè non provate non lo saprete mai… alla prossima!

Marco Giorgini

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