DISCO TIME, by G.B.G. STAFF anche questo mese puntualmente su KULT
UNDERGROUND per tenervi sempre informati sulle novità del mondo delle
DISCO.
Questo mese abbiamo intenzione di proporvi quella che secondo la Disco
People sarà la nuova tendenza per la fine del 1995 e almeno tutta la prima metà del 1996.
Abbiamo provato a chiedere un pò in giro per l’ambiente Discoteque una previsione sulla tendenza invernale anche tenendo conto che tutte le discoteche della zona hanno inaugurato la loro stagione invernale
95/96 …
… il risultato ?
Tramonta l’era delle frenesie, i giovani scoprono la riflessione e la
“lentezza”.
In discoteca esplode la “mystic dance” e furoreggiano i morbidi ritmi latini. I locali tornano ad essere luoghi d’incontro e di dialogo.
Basta col mito della velocità, basta col mordi e fuggi: mordi e assapora, piuttosto. Perchè il gusto della vita è tutto qui: guardare, pensare, scegliere. Sempre senza fretta, naturalmente. Cerchiamo ora di esporvi gli avvenimenti che hanno portato al ritorno dello SLOW.
A cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e la prima dei Sessanta sul significato della parola “slow”, non vi era alcun dubbio si intendeva il ballo “lento”, da consumare sulle note di una canzone d’amore, stretti (per quanto fosse possibile a quei tempi) al/la ragazzo/a di cui ci si voleva innamorare. In Italia famosissima era la
“mattonella”, non si spostavano di un millimetro, ruotando all’infinito su se stessi. Lentissimi. Forse troppo.
Rita Pavone replicò alla noia della mattonella con “Il ballo del mattone”, fu il trionfo degli svelti, balli veloci e ritmati talvolta addirittura acrobatici, tam tam fatti apposta per farti scatenare, twist, mambo, rock e cha cha cha, il corpo era tutto un movimento, la testa concentrata su basso , batterie e riff di chitarre elettriche. Questo era in principio, poi è stato funky, disco music, new wave, house, underground, jungle, tribal e sudamericano. Velocità in aumento progressivo. Fast è diventata la parola d’ordine, Speedy Gonzales l’eroe televisivo con Superman, “più veloce della luce”. Il tempo passa, e non c’è mai tempo, bisogna affrettarsi e chi si ferma è perduto, bisogna consumare, produrre e consumare, vendere e pubblicizzare, il sabato sera andare a ballare,
110 battute non possono bastare, bisogna accellerare, 120, 130, 150, pistaaaaa! Ogni tanto un incidente ci deve pure scappare. Voglia di pausa?, voglia di “fermate il mondo voglio scendere”?
La fine del secondo millennio unita alla noia della velocità ripetuta sta riportando in voga e alla luce nuove (si fa per dire) correnti di pensiero, “nuove” filosofie di vita, nuovi (stavolta sì) movimenti nel ballo. Niente di realmente nuovo insomma. Non sarà mica tempo de “il ritorno dello Slow2, the revenge”?
Anche questo mese vi salutiamo, sperando che la nostra inchiesta trend vi sia piaciuta, e vi lasciamo con un pensiero del saggio Domenico De
Masi, docente di Comunicazioni di Massa all’Università di Roma: “Per fare qualcosa e poterla far bene, prima di avviare un processo creativo, c’è bisogno di fermarsi, rallentare e provare un pò la noia, la lentezza del dolce far niente”.