Quale infame gioco? Perfido, orrendo e stupido gioco. La fiducia che avevo riposto in lui è stata giocata così impunemente. Amavo per quello che pensavo fosse. Sbagliavo. No, non è colui pensavo fosse, no, no! Il ragazzo dolce e buono era tutta apparenza. Dov’è dunque colui che cerco, dov’è la mia luce e perchè non riesco a vederla? Oh, destino infame e crudele, che mi fai attendere senza speranze.
Perchè non lo chiami dunque a me? Cosa aspetti? Quale altro scherzo hai in serbo per me? Sto bruciando, soffoco. Non so più che fare.
Perchè non riesco a raggiungere quel piccolo fiotto di luce.
Quello sprazzo, quella fenditura lontana dispersa laggiù fra le tenebre. Dietro quella luce fioca, cosa c’è dunque? Destino che mi attendi, fai dunque presto… è tutto così crudele! Quando troverò quello che cerco? Quando saprò quello che cerco? Tutte le emozioni che mi innondano l’anima, che mi esplodono nella mente, quando potrò esprimerle? Quando i miei occhi saranno umidi e pieni di felicità?
Quando le mie labbra saranno spalancate? Quando la mia voce griderà la sua gioia immensa, sconfinata come le più grandi praterie di questo mondo? Quando il sole mi illuminerà il viso e il suo calore farà vibrare il mio corpo? Oh, ma il sole non avrà neanche un minimo di luce perchè a confronto della mia gioia di ciò che mi pervaderˆ dentro, il sole sarà offuscato da ciò che ora è solo uno sprazzo fioco e vacillante nel vento.
1 agosto 1986
Asia ’68