Titolo in inglese, con sottotitolo in italiano per iniziare questo dodicesimo numero di KULT Underground. Un anno!
Potrei dire tante cose, pensando al fatto che alle nostre spalle abbiamo ormai uno zaino colmo. Potrei ricordare come tutto è iniziato intorno al tavolone in legno di una birreria di Modena, con tanta voglia di fare qualcosa di bello, e con qualche dubbio su come sarebbero andate a finire le cose.
E forse, infatti, è importante richiamare alla memoria Walter, della biblioteca di Buon Pastore, Filomena ed Enrico, dell’Informagiovani, e tutti gli altri che, credendo fin dalle prime battute alla nostra idea, ci hanno sorriso, e ci hanno fatto capire che tutto era possibile.
Ma, come si suol dire, non si vive di soli ricordi, e la cosa che veramente rende tutti noi fieri del lavoro compiuto insieme, è che il presente non solo ci vede in ottima forma, ma che tutto è ancora
“vivo”, e “fresco” come allora.
Sì, lo so, ognuno di noi, e mi sto riferendo non solo a chi prende il nome di Redazione, ma anche tutti i collaboratori, è un po’ cambiato.
Ma è cambiato perchè fare qualcosa di creativo con altri è un’esperienza significativa, ed è cambiato perchè il rendere pubblico un proprio pensiero, un proprio modo di vedere le cose, la passione per i propri hobby, o qualche foto o scritto che si riteneva piacevole, ha fatto acquistare consapevolezza.
E perciò questo non essere più esattamente come prima non limita, ma esalta quello spirito che ci ha accompagnato quando tutto è cominciato.
Se vi ricordate, poi, ciò che si diceva all’inizio di questo cammino, vedrete come le cose, in effetti, si sono realizzate al meglio. Molti infatti hanno avuto voce, e la loro voce ha aiutato questo mezzo di espressione a diventare più conosciuto, e di conseguenza importante; e questo permette quindi a chi adesso vuole prendere posto nell'”ambiente” KULT, di avere un riscontro molto maggiore, e di avere così la propria dose di “arte” o di “espressività” amplificata ancora di più.
Direi che avete quindi un buon motivo per festeggiare con noi questo anno insieme, un anno passato lavorando con costanza ma, nello stesso tempo, con la tranquillità e la spensieratezza necessaria perchè tutto fosse il più “umano” possibile.
E il fatto che il lato “personale”, il discorso del contatto tra chi sta dietro le quinte, e chi davanti, sia stato tenuto molto in considerazione, in modo da sfumare, come nostra premessa, al massimo grado la differenza tra lettore e scrittore, si è espresso più volte in attività “pubbliche” della rivista.
Ricordiamo quindi “Giochiamo” (MODENA) e “CyBo”(BOLOGNA), e ricordiamo la nostra apparizione a VideoMusic e la nostra presenza alla conferenza stampa di Karpov, tenutasi al museo della Scienza e della
Tecnica di Milano. Ma soprattutto ricordiamo che eravamo alla MOD-CON nel mese di settembre, e che alcuni di noi hanno pensato di iscriversi come KULT alla caccia al tesoro indetta da una radio locale.
L’importante è muoversi, essere presenti tra chi, potenzialmente, può trovare interessante l’idea che portiamo avanti. L’importante è cercare in tutti i modi di diffondere ancora di più le nostre pagine, mostrando come si può utilizzare il computer per comunicare, anche se, fortunatamente, il normale corso delle cose sta prendendo ormai la nostra stessa direzione.
Ovviamente sto parlando di Internet, o meglio, del fenomeno Internet, di cui già ha trattato Antonello in passato, e di cui ampiamente ci istruisce anche questo mese. Che dire? Poco o niente, se non che vogliamo sottolineare che l’importanza di Internet a volte è o sottovalutata, o male interpretata: sono le idee che contano, sono i contatti tra le persone che rendono una cosa vera e viva diversa da una sterile e impersonale.
KULT si ispira alla grande rete, ma ricorda che ci si può muovere anche al di fuori da essa, mantenendone però intatto lo spirito. Basta volerlo, e rammentare che per diffondere informazioni e svago basta un floppy. Quello che importa è ciò che sul floppy scrivi, e la motivazione con la quale vuoi che il tuo operato si muova tra la gente.
E quanto questo sia vero lo ha dimostrato il primo meeting di KULT
Underground, che ha visto intorno allo stesso tavolo una sessantina di collaboratori e sostenitori, venuti per conoscersi e per brindare a questo anno passato a sfidare ogni previsione.
Sarei tentato di riportare i nomi di tutti quelli che erano presenti, e ai quali è stato rilasciato un simbolico attestato di partecipazione, ma compierei sicuramente l’ingiustizia di citarne alcuni e di dimenticarne altri. Doveroso però, anche se il rischio è simile, è invece ricordare i “grandi” assenti, ovvero coloro che, per un motivo o per l’altro, non hanno potuto essere insieme a noi.
Mi riferisco, ad esempio, a Giulio Pons (Sesto San Giuliano), a Loris
Belpassi (Pesaro), a Volpini Marco (San Marino) e a Chiara Del Bianco
(Misano Adriatico), che per difficoltà di di contatto e spostamento non hanno potuto giungere a Modena.
E poi a Carlo Borsari, ai ragazzi di Artemisia, a Raffaele Gambigliani
Zoccoli, a Fabio Giovanardi, ad Asia 68, a Nick e a troppi altri perchè riesca a riportarli in questo mio editoriale. A loro, comunque, un saluto da parte nostra e di chi c’era, e un saluto anche a tutti gli altri, per ora, solo lettori, che mi auguro vogliano intervenire a quella festa aperta a tutti che si terrà più avanti.
Eh, sì, per problemi logistici, la promessa festa in discoteca è stata rimandata a data da destinarsi, ma non perdiamo le speranze di riuscire a concludere in tempi comunque brevi.
Per il momento è tutto. Gustatevi questo ricco numero dodici, e, perchè no, meditate sul fatto di collaborare anche voi alla rivista quanto prima.
Arrivederci al mese prossimo e buona lettura.
KULT On!
(Tanti auguri a noi)
Marco Giorgini