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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Con il caldo che pian piano aumenta di intensità fino a lasciare un po’ tutti noi sempre in attesa di un momento fresco durante la giornata, anche le sospirate vacanze si avvicinano, e il tempo libero, di conseguenza aumenta.
Molti, approfittando di questa nuova maggiore “libertà” hanno pensato bene di inviarci materiale, o di mettersi comunque a scrivere qualcosa per sè e per gli altri. Noi ci auguriamo quindi di riprendere a fine
Agosto, inizio Settembre con moltissimi scritti, e, se la quantità sarà sufficiente, ci auguriamo di poter fare un’altro speciale, dedicato questa volta a tutti voi, lettori di Sussurri.
Si vedrà. Per il momento accontentiamoci, si fa per dire, di quanto passa il convento in questo Luglio ormai oltre la metà.
In questo numero, abbastanza equilibrato come divisione tra poesie e prosa, ritroviamo anche Loris Belpassi, della Camealis Editore, che salutiamo ed invitiamo a continuare a seguirci.
Ma proseguiamo con ordine, cercando sempre di limitare al minimo indispensabile il tempo che abbiamo deciso di rubare alle opere dei lettori.
Il primo scritto è “Venerdì santo”, del conosciutissimo (almeno su queste pagine) Raffaele Gambigliani Zoccoli, ed è in pratica un racconto in versi di forte intensità narrativa. Lo stile, asciutto e diretto, ricorda, a mio parere, una certa parte di letteratura americana contemporanea, e riesce, in un gioco di cose descritte ed altre altre sapientemente solo accennate, a creare un crescendo estremamente efficace.
L’uso poi di un certo tipo di linguaggio, e di qualche altra accortezza tecnica fanno sì che difficilmente questo “momento emotivo”, vero o presunto che sia, vi possa lasciare indifferenti.
Fantasmi, di Fabrizio Guicciardi, è il secondo racconto proposto.
Anche questo, come “Venerdì Santo”, utilizza un ritmo particolarmente incalzante, che a volte fa pensare che sia presente un certo tipo di metrica, non sottolineata da una forma più consona. Il tema, già presente nelle composizioni di Fabrizio è quello del tempo, dei ricordi e dell’amore passato, ma non finito. I fantasmi che ci perseguitano sono infatti ciò che rimane di un momento felice e che ci impedisce di riprendere la nostra vita di sempre in maniera normale.
L’autore sottolinea in questa sussegguirsi di immagini caotiche l’intensità di ciò che non essendo più concreto, non è possibile combattere e sconfiggere con mezzi tradizionali.
Sempre di Fabrizio è anche il racconto La valigia, che ci mostra come questo nostro collaboratore sia in grado di spaziare in situazioni non esclusivamente interessate al sentimento, variando sia il tono sia il registro, per creare una brillante situazione che sicuramente vi risulterà gradevole.
Dunque, di Marco Giorgini, è un opera ad ipertesti, composta da quattordici brani in versi e un brano in prosa. Riprende in parte alcuni dei temi di “Tre storie non d’amore” amplificando però il senso di vuoto ed il desiderio di fuga dalla realtà, rispetto alla ricerca di stabilità e solitudine.
Sometimes, di Matteo Ranzi mostra invece una visione più pacata del sentimento amoroso, racchiudendo in pochi versi quella sensazione di dolcezza e di serenità che si prova quando le proprie emozioni riescono a creare un universo personale, al centro del quale si trova la donna amata.
31 Maggio 1986 di Asia 68, infine conclude una specie di trittico, mostrando un’altro lato delle relazioni affettive, non contemplato, almeno non in questo modo, dai due precedenti scritti: la sessualità.
Sessualità non vista però come desiderio, come ricerca esclusiva di piacere, ma come momento speciale, come attimo di totale dedizione all’altro, negata in questa poesia dall’incertezza di chi, diciottenne, non è sicuro dei sentimenti del proprio compagno.
Il dubbio, che entra in conflitto con un’esigenza interiore di completare un rapporto che si desidera, è espresso in maniera semplice e senza troppi “ornamenti” puntando su elementi concreti (la musica, la paura di essere derisi) che tutti potranno ritrovare nel loro passato, o eventualmente incontrare nel loro futuro.
Quaderni di Carlo Zarcone è una raccolta di scritti, per la maggior parte piccole poesie, che l’autore ci ha inviato, e che noi abbiamo deciso di pubblicare tutte insieme, per dare la possibilità ai lettori di cogliere meglio quel carattere comune che permea tutta quanta la sua produzione. Lo stile, ricco di pause e di esclamazioni è sicuramente singolare, ed appunto il suo essere dissimile da tutto il resto presente in Sussurri, induce a riflettere su differenti modalità espressive.
Storia Triste, del fedelissimo IGNATZ, è un racconto carico di quell’ironia e comicità che già abbiamo incontrato in molti altri scritti di questo autore, e ci propone le vicende di un individuo di nome Bo e del suo cammino in un suo mondo surreale, che trascende il nostro, scivolando in una satira sottile in più punti.
Forse in qualche modo l’atmosfera complessiva ricorda un po’ quella delle strisce del topo lancia mattoni, o forse, più semplicemente, il tono è quello solito, ma è la storia che più di altre già pubblicate,
è adatta a mostrare questo punto di contatto tra il mondo dell’io narrante ed il nostro.
Peana della Chiappa, del già citato Loris Belpassi non ha quasi bisogno di commenti, tanto il titolo è esplicito. Più che un racconto,
è un ode a questa parte del corpo, ode “seriosa”, con tanto di riferimenti classici e di toni aulici che strapperanno sicuramente più di un sorriso a chi, con gli stessi schemi, aveva letto solo cose più
“elevate”, e che si troverà perciò a fare i dovuti parallelismi.
In ultimo non poteva mancare un’altra puntata della nostra
“telenovelas”: Le storie dell’uomo verde ed altri racconti di Teo 93.
Racconto sempre più psicadelico e frattale che sta riscuotendo un discreto interesse anche da parte di chi non riesce a reperire regolarmente KULT e ne ha letto solamente una o due parti.
Ok. Anche per questo mese vi lascio alla lettura dei vostri autori preferiti, ma prima tengo a ricordare, per gli amanti di racconti, che nella sezione RPG è presente DHORWAN e lo scuro oscuro orusco, pubblicato là per i contenuti attinenti ai giochi di ruolo, ma sicuramente interessante anche per chi vuole solamente leggere qualcosa di gradevole ed intrigante.
Ah, mi raccomando, dovunque andiate in vacanza, portatevi dietro carta e penna, o magari un portatile, e SCRIVETE.
Ed intanto, ovviamente, leggete quello che altri hanno già scritto…

Marco Giorgini

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