KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Animation!

5 min read

Animation!

Rieccomi! Riprendo il discorso su TENKU SENKI SHURATO presentandovi la serie animata che è poi il vero gioiello delle serie TV degli ultimi tempi. Guardate un po’ la scheda tecnica e ditemi se non ho ragione…

TITOLO:Tenku Senki Shurato
SCENEGGIATURA:Go Mihara
CHARACTER DESIGN:Matsuri Okuda
MECHA DESIGN:Anmonite
REGIA:Takao Koyama
SUPERVISIONE:Ippei Kuri
EDIZIONE GIAPPONESE:Tatsunoko, 1989

Insomma, non c’è niente da dire: con uno staff del genere la serie non poteva che essere un capolavoro! Tanto per rinfrescarci la memoria
Okuda è il bravissimo disegnatore di Yoma, California Crisis e Legend of the galactic heroes, allo studio Anmonite dobbiamo gli splendidi mecha di Robotech e Koyama ci ha regalato Dragonball e Arale, senza contare che la Tatsunoko e Ippei Kuri sono, tra le altre cose, gli artefici di Gatchman…
Il successo della serie fu tale che già dopo il 25esimo episodio lo studio di animazione che la produceva cominciò a lavorare ad un gruppo di 6 OAV sullo stesso argomento e la serie stessa venne edita in videocassetta prima ancora che fosse finita la programmazione televisiva. Questo, purtroppo ebbe come conseguenza un lieve peggioramento nella qualità degli ultimi dieci episodi della serie TV, ma in compenso, la serie di OAV (SHURATO, SOOSEI E NO ANTOO), pubblicata in videocassetta nel 1991 andò a ruba e rimase in cima alle classifiche di vendita per un bel po’.
Poteva un capolavoro simile mancare tra gli adattamenti televisivi in italiano degli ultimi tempi ?! Naturalmente sì, visto che ultimamente tutte le migliori produzioni nipponiche vengono regolarmente snobbate dalle Tv italiane (a parte qualche rara eccezione..). In compenso, abbiamo le TV piene di cartoni animati che farebbero sentire moralmente offeso persino un bambino di tre anni.
Ma torniamo a SHURATO. Come ho già accennato prima, la trama degli episodi TV presenta delle differenze notevoli rispetto a quella del manga; a parte l’inizio che è più o meno identico, l’intreccio è molto più complicato e copre un arco di tempo più ampio, senza però mai presentare l’errore di tante serie di successo, nelle quali sono spesso inseriti episodi e/o avventure che non hanno alcuna funzione se non quella di allungare la serie stessa a scapito dell’unità narrativa e del ritmo. Qui l’azione non perde mai di tono e, a parte qualche minima eccezione, non vengono inseriti personaggi che non siano assolutamente necessari allo svolgersi dell’intreccio principale. La trama della serie TV prende comunque una direzione totalmente diversa dal manga subito dopo i primi due episodi.
Shurato, dopo essere scampato per miracolo al terribile Yasha-o-Gai, viene portato al tempio di Vishnu dove trova gli altri Hachibushu: oltre a Reiga, Hy–ga e Ry”ma, ci sono Dan (Hiba-o, il rinoceronte),
Renge (Nara-o, l’unicorno) e K–ya (Dappa-o, il bufalo d’acqua), personaggi che nel manga appaiono solo di sfuggita, alla fine. Durante la notte, Indra getta il maleficio su Vishnu, trasformandola in pietra, ma fa in modo che di questo vengano accusati Shurato e Hy–ga, colpevoli di aver scoperto i suoi malvagi piani. Non essendo riuscito ad eliminare subito i due scomodi testimoni (che grazie alla giovane
Lakshu, la futura erede di Vishnu, sono riusciti a fuggire, teletrasportandosi a miglia e miglia lontano dal tempio), Indra sguinzaglia loro dietro tutto l’esercito di Tenku Kai, comandato ora da Gai. Shurato e compagni sono costretti a nascondersi, braccati ovunque anche dagli altri Hachibushu, ma riescono a far capire la verità ad almeno due di essi, Reiga e Ry”ma, guadagnandoli come alleati. Quasi tutta la serie è occupata così dalla feroce guerra interna che si scatena nel gruppo dei difensori di Vishnu: solo dopo molte battaglie, Shurato e compagni riescono a dimostrare la loro innocenza e a smascherare Indra, ma al prezzo delle vite di Dan, K–ya e Renge. Messo in difficoltà, Indra invoca Shiva che prende personalmente il comando del proprio esercito. Le battaglie tra gli
Hachibushu rimasti e gli Asura caratterizzano l’ultima parte della serie, esattamente come il manga, con la differenza però che, a turno, tutti gli Hachibushu affrontano Gai, rimanendo sconfitti. Anche in questo caso, comunque, Gai, dopo aver colpito Shurato, si risveglia dal condizionamento mentale che l’aveva reso schiavo, ma invece di attaccare Shiva, sacrifica se stesso per unire la sua anima a quella di Shurato e dare così all’amico la potenza necessaria per distruggere il malefico dio. Dopo la morte di Shiva, Vishnu viene liberata dal maleficio che la imprigionava e la prosperità torna su Tenku Kai, ma
Gai è morto e del suo corpo non è rimasta traccia.
Come avete visto, la storia di base viene completamente rielaborata a vantaggio dei combattimenti che sono molto più numerosi rispetto al manga e, soprattutto, più spettacolari, con un gran uso di effetti speciali e di effetti di luce. Il primo episodio è già un esempio tipico (e una degna introduzione) di tutta questa splendida serie: la luce è la padrona assoluta della scena, insieme al colore e i movimenti dei personaggi (tra l’altro, i più curati che mi sia mai capitato di vedere in una serie televisiva da parecchio tempo a questa parte) vengono sottolineati ancora di più dall’uso sapientissimo delle ombre. L’ombra, infatti, è l’altra grande padrona della scena in
SHURATO: usata come espediente grafico per accompagnare l’eterna lotta tra bene e male, si rivela importantissima per creare atmosfere suggestive o di grande tensione emotiva. Che dire, ad esempio della prima apparizione di Gai/De-mone Lupo, a metà del primo episodio? La figura del cavaliere è completamente contro sole, un’ombra nera in contrasto col cielo brillante, e solo quando Gai alza la spada, la luce riflessa dalla lama gli illumina di sfuggita il viso, rendendolo riconoscibile un attimo prima del mortale attacco. Veramente splendido
! I giochi di luce si sprecano anche nei bellissimi episodi 9-12 interamente ambientati all’interno dei quattro templi di Tenku Kai
(Byakkoden, Genbuden, Seiryuden e Suzakuden) dove gli otto Hachibushu si affrontano a singolar tenzone un contro l’altro. Il finale del duello tra Hy–ga e Renge, quando l’Hachibushu della tigre piange nella penombra sulla colonna di ghiaccio che racchiude il corpo ormai senza vita di Renge, è a dir poco struggente…
SHURATO è una serie a cui non mancano nemmeno l’ironia e gli spunti comici. La presenza della spensierata Lakshu tra gli Hachibushu basta da sola a dare lo spunto per più di una gag, ma anche l’ambigua e sorniona figura di Reiga (probabilmente il personaggio più azzeccato della serie) non è da meno. Shurato, poi, non è propriamente quello che si dice un eroe da manuale, dal momento che il suo galateo molto personale non gli impedisce di dedicarsi al surf sul lago sacro di
Tenku Kai o di “farla” dal balcone del tempio di Vishnu, in mancanza di un luogo appropriato nei dintorni…
Per concludere: TENKU SENKI SHURATO è una serie da vedere assolutamente, fidatevi di me ! E non lasciatevi scoraggiare dal doppiaggio giapponese: vi assicuro che la vicenda è comprensibilissima anche per chi non conosce la lingua (ho già fatto l’esperimento con parecchie cavie..), grazie anche all’uso frequente del flashback per rappresentare con immagini gli avvenimenti passati, invece che descriverli con le sole parole. Perciò, correte a procurarvelo e buona visione !!

Randy

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti