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Arbitro 1 – Italia 0

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Arbitro 1 – Italia 0

Probabilmente non si dovrebbe scrivere quando si è arrabbiati, ma l’indignazione è tale da costringermi a sfogarmi.
Mercoledì 14/6 ha avuto inizio il primo torneo internazionale di scacchi via internet. I paesi partecipanti erano quelli che, nello stesso giorno, avevano dato inizio ad un summit tra le nazioni più industrializzate del mondo e cioè: Italia, Stati Uniti, Canada,
Inghilterra, Francia, Germania, Giappone e come paese ospite la
Russia. Si trattava di un torneo a squadre costituite da un uomo e da una donna. Per l’Italia hanno partecipato il forte MI Ennio Arlandi ed io.
Il torneo sarebbe dovuto cominciare alle 14.00, ma subito ci sono stati problemi di collegamento, per cui tutte le partite sono iniziate con un forte ritardo. Arlandi ed io avremmo dovuto giocare contemporaneamente contro i nostri due forti avversari (due MI della squadra giapponese), ma i nostri tecnici non sono riusciti a stabilire il contatto col computer di Arlandi e così ho cominciato io soltanto.
La mia partita è filata via liscia e senza intoppi di carattere tecnico ed è purtroppo finita con il risultato scontato di 1-0 per la mia avversaria che era nettamente superiore. Le partite erano semilampo con 25 minuti a testa e con un bonus di 10 secondi ad ogni mossa. Ciò significa che se un giocatore muoveva rapidamente, il suo tempo anzichè diminuire, aumentava. Le mosse venivano effettuate col mouse su una piccola scacchiera che appariva sul monitor. Il computer mostrava, per ogni giocatore, il tempo rimasto. Finita la mia partita, verso le 18.00, Arlandi ha iniziato la sua sul mio stesso computer, dato che il suo ancora non funzionava. Anche tutte le altre partite sono cominciate con un forte ritardo.
La partita di Ennio era proiettata su uno schermo gigante in modo che anche il pubblico la potesse seguire. Dopo alcune mosse di apertura,
Ennio ha mosso il Re in g1 per arroccare corto e quando ha rilasciato il tasto del mouse abbiamo visto tutti, con sorpresa, il Re che veniva risucchiato in f1. Arlandi, ha comunicato subito l’accaduto all’arbitro di Halifax, Mr.Abundo (un filippino come il suo avversario
Mr. Ramos), chiedendo di poter ripetere la mossa, perchè il computer non gli aveva permesso di arroccare. Il suo avversario, molto cavallerescamente, si è subito opposto e l’arbitro ha detto che sicuramente era stato Ennio a sbagliare ad eseguire la mossa e che quindi la partita doveva proseguire da quella posizione. Ennio ha chiesto, allora di ricominciare la partita dall’inizio dato che non se la sentiva di continuarla così, ma anche questo gli è stato negato.
Dato che diverse decine di persone hanno chiaramente visto, sullo schermo gigante, il Re spostarsi in g1 con un movimento continuo e regolare, l’unica spiegazione plausibile che si può dare è che Arlandi abbia leggermente allentato la pressione sul tasto del mouse mentre il suo Re passava sulla casa f1 e che quindi il computer abbia registrato quella come mossa. Subito dopo deve aver ripremuto sul tasto spostando nuovamente il Re, ma il computer l’ha rimesso nella casa f1 dato che era il turno del suo avversario (mossa illegale). Il tutto sarebbe avvenuto in modo così rapido che nessuno, neppure lo stesso Arlandi si
è reso conto di ciò. Del resto se il computer non sbaglia mai, non siamo riusciti a trovare una spiegazione più plausibile. In ogni caso, nonostante la evidente buona fede di Ennio, l’arbitro ha deciso che la partita doveva proseguire da quella infelice posizione. Durante questi scambi di comunicazioni tra i giocatori e gli arbitri, però, gli orologi non erano stati fermati ed era il tempo di Ramos a trascorrere, per cui questi si è trovato con soli 8 minuti contro 24 di Ennio. L’unica concessione che Arlandi è riuscito ad ottenere dall’arbitro è stata quella di continuare con questi tempi, mentre il suo avversario avrebbe voluto che il suo tempo fosse ripristinato come era prima dell’interruzione. A questo punto io sono uscita a telefonare per cui non so esattamente cosa sia successo. Quando sono rientrata la posizione mi è parsa la stessa (ma non ne sono sicura) e a Ramos erano rimasti solo 32 secondi contro parecchi minuti di
Arlandi. Era evidente che Ennio avrebbe vinto per il tempo! E cosa è successo allora? L’arbitro ha deciso che la partita doveva essere ripresa dall’inizio! La partita è stata ripetuta soltanto quando questo è venuto a vantaggio del giapponese!
Alcune delle mosse di apertura sono state le stesse della partita precedente, ma prima di raggiungere il momento dell’arrocco del
Bianco, Ramos ha pensato bene di cambiare variante.
Per un po’ tutto è andato bene, poi ad un certo punto il giapponese ha proposto la patta (almeno così lui ha detto). Probabilmente deve aver scritto “draw” nel riquadro sbagliato, perchè sul computer di Arlandi la scritta non è apparsa. Ennio ha mosso, ma la risposta del suo avversario non è arrivata. Il tempo di Ramos è scaduto e così Ennio ha chiesto all’arbitro la vittoria. Questi gliel’ha concessa e si è congratulato con lui. Per ben 3 volte ha confermato la vittoria di
Arlandi per il tempo. Ad un certo punto, però ha comunicato che la vittoria non era più valida, perchè al giapponese era caduta la linea e non aveva potuto rispondere per questa ragione. A quanto pare il buon Abundo ci aveva messo parecchi minuti per rendersi conto di aver perso il collegamento col Giappone!? Inoltre l’arbitro non era in grado di ricostruire i tempi e quindi si è rivolto ad Ennio per conoscerli. Arlandi aveva ancora 8:47 e Ramos, alla penultima mossa
3:00. Dopo un po’ è scomparsa la posizione dal monitor e Abundo non riusciva più a ricostruirla. Vorrei far notare che il programma usato
è in grado, automaticamente di ricostruire una partita quando cade il collegamento e che per far cadere il collegamento basta spegnere il computer. Ciò che noi sospettiamo fortemente è che, dopo aver offerto la patta, Ramos non si sia accorto che il suo tempo continuava a scorrere se non dopo che era già scaduto. A questo punto, o ha spento il computer, o ha semplicemente concordato con l’arbitro la versione della caduta della linea. Ora Ramos ed Abundo pretendevano che la partita ricominciasse coi tempi e la posizione raggiunti prima del presunto scollegamento. Tali tempi erano, secondo la ricostruzione dell’arbitro: 2:30 per Ramos e 4:05 per Arlandi. Non solo gli hanno rubato la vittoria, ma anche quasi 5 minuti di tempo! Dopo infiniti litigi e tentativi di ricostruzione siamo giunti a 8:47 per Ennio e
2:37 per Ramos. Arlandi continuava a chiedere di ripetere la partita dall’inizio, ma l’arbitro non glielo voleva assolutamente concedere.
Non c’è da stupirsi: la posizione era patta ed Ennio non aveva nessuna possibilità di vincerla neppure per il tempo dato che a Ramos bastava muovere velocemente l’alfiere avanti e indietro, che il suo tempo anzichè diminuire, aumentava. Alle 11 di sera, dopo ben 5 ore di collegamento, la partita non era ancora finita e non si era neppure giunti ad un accordo su quando continuarla, da quale posizione e con quale tempo. A questo punto il giapponese si è stufato e se n’è andato. Arlandi ha chiesto di finire la partita la sera stessa, ma
Abundo gli ha risposto che Ramos se n’era andato. Ennio, allora, ha chiesto la vittoria per forfait. L’arbitro ha detto che in condizioni normali gliela avrebbe concessa, ma dato che in Giappone erano le 5 di mattina, Ramos aveva diritto di andare a dormire e quindi se voleva la partita sarebbe ripresa il giorno dopo alle 14:00. Questa è stata la beffa finale!
Il giorno dopo, alle 14 circa, la partita è ripresa dalla posizione di patta con 2:37 per Ramos e 8:47 per Arlandi. Dopo alcune mosse il tempo di Ramos era aumentato a causa della regola dei 10 secondi di bonus ad ogni mossa effettuata. Arlandi ha quindi proposto la patta che è stata, ovviamente, prontamente accettata da Ramos.
Ed è così che la squadra italiana è stata eliminata, non tanto dal gioco superiore dell’avversario, quanto dal gioco sporco dell’arbitro.
Potete facilmente immaginare lo stato d’animo d’Ennio e il mio!
Al di là delle recriminazioni è comunque evidente che così come è strutturato il torneo non può funzionare. Molti problemi si possono risolvere semplicemente scambiandosi gli arbitri. In ogni sede di gioco ci deve essere un arbitro locale ed uno del paese sfidante per controllare le presunte cadute di linea, i tempi, le illecite consultazioni di testi, computers o semplicemente di altri giocatori.
Il mouse e l’orribile scacchierina bidimensionale del monitor devono essere sostituite da una scacchiera elettronica collegata al computer.
In caso di caduta del collegamento credo che la partita debba essere ripresa dal punto raggiunto solo se la linea viene ristabilita in un breve lasso di tempo. In caso contrario il giocatore di turno avrebbe tutto il tempo di analizzare la posizione con calma e questo in una partita semilampo o addirittura lampo può essere determinante. Se il tempo intercorso tra i due collegamenti è molto lungo la partita dovrebbe essere ricominciata da zero. La durata limite dell’interruzione potrebbe essere determinata come una frazione (ad esempio un decimo) del tempo a disposizione per l’intera partita. Il tempo aggiunto ad ogni mossa per compensare quello di trasmissione non dovrebbe superare il tempo medio impiegato per effettuarla. Il tempo nelle partite a scacchi ha un ruolo fondamentale e se muovendo rapidamente questo aumenta sarà molto difficile che una partita finisca con la caduta della bandierina. Penso che questo sistema, simile all’orologio di Fischer, abbia senso solo per le partite di lunga durata, ma non nel lampo o nel semilampo. Non ho idea di come si possano risolvere i problemi tecnici inerenti alla rete Internet.
Forse si dovrebbe giocare negli orari in cui la rete è meno sovraffollata e quindi sono più rare le perdite di collegamento.
Questo potrebbe significare, però, giocare di notte. Quando a giocare sono paesi con molti fusi orari di differenza, il problema di conciliare gli orari resta comunque.
Anche se penso che questo primo torneo sia stato un vero fallimento ed una farsa, spero si arriverà in un prossimo futuro ad ottimizzare il metodo in modo da poter sfidare il mondo comodamente da casa propria.

Alessandra Riegler

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