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Socializziamo

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Socializziamo

Grazie alla partecipazione di molti di voi è stato possibile fare un altro numero molto ricco, rinnoviamo quindi l’appello a tutti coloro che fossero interessati a lasciare, sempre presso Informagiovani, qualsiasi cosa un’esperienza, una canzone, una lettera o semplicemente una loro opinione. Grazie.

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Oggi andiamo a conoscere una realtà del sociale molto importante, come del resto le altre, ma che inquadra molto bene il Sociale oggi per quel che riguarda i giovani. Come avevo detto la volta scorsa non voglio io, in prima persona, parlare o commentare perchè molte delle mie idee non piacerebbero a qualcuno e non farei altro che creare disinteresse, visto che, persone che pensano di avere la verità in tasca ce ne sono fin troppo, così ho intervistato per voi una persona.
Colui che sarà al centro di questo pezzo è un personaggio che ha fatto un po’ la storia o comunque ha partecipato alla nascita di tutti quei movimenti che oggi vanno alla ricerca dei giovani, sto parlando di Don
Pietro Forlini.
Prima di cominciare a far parlare il protagonista di questo numero voglio darvi una rapida descrizione di cosa è oggi il mondo del
Sociale per quel che riguarda i giovani. Le comunità di recupero minorile in Italia sono più di mille dislocate in maggioranza al centro-nord, esse sono sovvenzionate dall’USL. I ragazzi possono rimanere, per legge, in tali comunità fino al compimento del diciottesimo anno di età, e questo è importante da un lato perchè permette a loro di vivere in un ambiente famigliare negli anni dell’adolescenza, ma dall’altro lato sarebbero forse necessari gruppi di assistenza, cooperative… che li potessero seguire anche negli anni subito seguenti la maggiore età, visto che in molti casi i ragazzi in quel momento non sono ancora pronti a vivere la loro vita da “soli”.
Tornando al nostro personaggio, mi rendo conto che per molti di voi non dirà niente questo nome, ma sicuramente vi dirà qualcosa il suo pensiero e le sue “gesta”.
In molti anni di lavoro egli ha stretto grossi rapporti con il mondo dei giovani, fin dai primi anni di impegno in Sardegna dove ha fondato un centro giovanile che oggi conta più di quattrocento ragazzi, grande divulgatore della “pratica” dell’obiezione di coscienza oggi è il rettore di una comunità di recupero a Magreta (MO).
Le prime domande che abbiamo voluto porgli vertevano su “cos’è oggi per lui il mondo del Sociale”.
La risposta evasiva, non ha caso, ha voluto far intendere che il mondo del Sociale oggi ha forse in molti casi dei buchi dovuti alla disinformazione e alla carenza di “mano d’opera”.
Secondo Don Pietro il mondo del Sociale oggi è una “…favola per alcuni e una realtà per molti altri…”, dove in pochi hanno voglia di mettersi a sedere ad ascoltare ciò che succede nel mondo dove tutti viviamo. Difatti Don Pietro ha posto come punto importantissimo l’ascolto, infatti egli dice “…se ci fermassimo un po’ di più ad ascoltare ciò che succede, a dare soprattutto ascolto a chi non ne ha mai avuto, forse sarebbe molto più positivo che qualsiasi altra azione…”. Manca infatti il “.. tempo per dedicarlo a chi in fondo ne avrebbe veramente bisogno…”, la gente, sempre secondo Don Pietro, non ha la voglia di impegnarsi in qualcosa dove si può anche ricevere un bel “due di picche”, infatti lo stesso Don Pietro commenta così l’impegno sociale “…una scommessa alla cieca…”.
Alla fine gli abbiamo chiesto cosa oggi si può fare ed egli ha risposto “… non servono grossi sforzi, basta aprire le finestre del proprio cuore ed ascoltare il vicino, il ragazzo che sotto la finestra sta giocando a pallone, insomma tutti coloro che avrebbero bisogno di un orecchio…”.
Vi lasciamo con una breve nota sulla comunità di cui è rettore Don
Pietro e l’ultimo pensiero dello stesso
“…Ascoltate perchè prima o poi tutti hanno bisogno di un orecchio che li ascolti…”.

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Comunità

Gruppo Orione 80

Via Franchini, 400

Magreta (Mo)

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La comunità oggi conta una decina di ragazzi con problemi famigliari alla spalle, abbandoni, rifiuti ect… che li hanno portati ad una situazione sociale e personale difficile. La comunità nei suoi intenti vuole dare in primo luogo quel calore famigliare che tali ragazzi non hanno mai avuto. Gli obiettori al momento sono cinque, più alcuni volontari. La necessità di personale è alta quindi invitiamo tutti coloro che avessero voglia di fare qualcosa in questo senso o fossero unicamente curiosi di contattare la suddetta comunità nella persona di
Don Pietro.

Nel prossimo numero: avremo un intervista con un esperto del settore impegnato sul fronte politico del nostro comune..
Arrivederci e grazie!!!!!

Fabio Giovanardi

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