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Non più di un grido lontano

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Non più di un grido lontano

Non più di un grido lontano tra folle di olmi silenti simile al canto divino delle altre montagne innevate quando, per prime toccate dal sole, s’illuminano, e pare che piangano, oh, non più di così sarà il mio cuore per te.
Nell’ombra amerò dunque i tuoi passi sognerò le perle incastonate negli occhi e piangerò per la voce brillante che tuttavia non udrò.
Luna, scintillerai come fuoco nel cielo, ma non mi indicherai la strada da seguire; acqua, inonderai come marea le mie stanze, senza che una goccia sola allevi la mia sete.
Sangue distillerò per magia dalle stelle, e a loro, in vece tua, parlerò sperando risposta.
Arriverà portando gelido ghiaccio un nunzio, alla fine del mio lungo travaglio?
Il silenzio, mio unico e fedele compagno attenderà con me il nuovo giorno, e quando il fuoco si muterà lentamente in fredda cenere solo il gallo canterà la sua rabbia distante, e mi spiegherà una volta per tutte quale strada indichi lo sguardo di Dio: amarti come un bambino la madre cercare come mattino i tuoi occhi o svanire per sempre pian piano o svanire per sempre lontano.

Marco Giorgini

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