KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Una strada di mattoni gialli

7 min read

Una strada di mattoni gialli


Sei mesi alle spalle!
Questo non entusiasmante inizio di primavera, che vede la nuova stagione fare capolino tra nubi scure e cariche di pioggia, accoglie comunque volentieri, tra le sue capienti braccia, un numero di KULT particolarmente ricco e vario. Reduci dalle già descritte esperienze di fiera, e fenomeno sempre più seguito da un numero crescente di persone da tutta Italia, continuiamo il nostro cammino consapevoli di tutti quelli che, mese dopo mese, hanno deciso di puntare su di noi.
Farvi notare come moltissima gente di ogni età, abbandonate pian piano quelle remore che li tenevano lontani dal mondo dei computer, si sia unita a coloro che già erano al di là del vostro schermo è inutile: se avete scorso il sommario, prima di soffermarvi un istante su questo mio breve testo introduttivo, non potete non avere notato l’enorme numero di articoli presenti. Poesie, racconti, foto, computer grafica, recensioni e mille altre cose.
Mi verrebbe quasi voglia di ricordare uno per uno gli amici che hanno contribuito a farvi avere ciò che state guardando, ma temo che, dedicando anche solo qualche riga a ciascuno, renderei questo editoriale troppo lungo. Le loro opere, comunque, vi stanno aspettando su queste pagine elettroniche, pronte a trasmettervi qualcosa di speciale, siano poi semplici informazioni, o insieme di sensazioni che non volevano essere dimenticate.
E se molti hanno deciso di arricchire con il loro lavoro sezioni già consolidate, come ad esempio SUSSURRI, la quale annovera tra gli artisti che ne hanno portato avanti il nome anche qualche scrittore di professione, altri sono andati oltre, plasmando con la loro creatività parti della rivista, perchè si adattassero a ciò che la loro mente dettava.
Mi riferisco, in primis, a Carlo Borsari, fotografo con in attivo alcune mostre nella provincia di Modena, che ha deciso di “buttarsi”, e provare a vedere cosa poteva uscire unendo tradizionali foto in bianco e nero e un comunissimo PC (l’opera si chiama Geografia
Immaginaria). Ancora, è opportuno ricordare Giorgio Malferrari, eclettico gestore di una sezione sulla entomologia (NATURA), scienza che lui ama, e che vorrebbe vedere apprezzata anche da migliaia di altri, giovani e non. Poi Antonello, che ha creato ex-novo uno spazio per discussioni non proprio lineari ed eterodosse (HYDE PARK), e che ha riaperto l’abbandonata sezione CINEMA con toni nuovi e intriganti.
Ma, ci tengo a precisare, quelli citati sono solo alcuni tra i tanti.
Tutti, chi più chi meno, coloro che hanno deciso di collaborare a questo progetto, hanno in parte “sfondato” gli argini. Nessuno segue uno schema fisso al cento per cento. E anche chi si cimenta in campi di battaglia più “normali”, come la poesia, o la recensione di un gioco o di un libro, fa già percepire qualcosa al di là. Il “virus”,
KULT, è già dentro di lui. Per prima cosa perchè è uscito da una situazione di “anonimato”, o comunque di estraneità ad un mondo di mouse e di pixel, e in secondo luogo, perchè ha deciso di donare ciò che ha prodotto in modo tale che tutti quanti lo possano apprezzare e ne possano trarre spunto.
Che fosse questo lo scopo principale del nostro operato direi che era chiaro fin dal primo numero, ma con il tempo le cose hanno cominciato a maturare e le persone stanno cominciando a decidere come porsi nei confronti di questa iniziativa pilota.
L’unico nostro sgomento, che comunque non fa che aumentare la nostra consapevolezza di stare compiendo qualcosa di socialmente importante,
è la quantità di gente che si fa avanti in tempi estremamente ridotti.
E’ un po’ come se la Doroty del mago di Oz, lungo la misteriosa strada di mattoni gialli, avesse incontrato non tre amici (il leone, lo spaventapasseri e l’uomo di latta), ma cento personaggi, tutti diversi, tutti intenzionati ad arrivare alla fine del sentiero, ognuno con la propria motivazione dentro, e con la propria voglia di creare qualcosa di singolarmente speciale.
Se poi noi di KULT, in questo parallelismo dobbiamo considerarci
Doroty o la strada di mattoni, questo sta a voi deciderlo. Potete considerarci compagni di viaggio, oppure uno strumento, un mezzo, magari una specie di guida. Per noi non ha importanza. A noi interessa che dopo un viaggio, lungo il tempo che sarà necessario, tutti quelli che hanno voluto incontrare “Oz” possano farlo.
Sappiamo che il nostro non è un viaggio spaziale, ma temporale, e che le cose, anche mentre io sono qui a scrivere, e voi lì a leggere, stanno progredendo. E la cosa più importante è che cambiando l’ambiente cambino anche le mentalità, in modo da adattarsi per sfruttare le nuove situazioni, invece che rimanere muti osservatori destinati ad essere soffocati, o ignorati, da cose che non si è più in grado di capire nè di gestire.
Per questo motivo ci ha fatto molto piacere vedere che, cosa fortunatamente ovvia, anche altri gruppi stanno operando per promuovere l’arte individuale e la coscienza informatica tra la gente comune. E ci ha fatto molto più piacere notare che tra questi gruppi qualcuno ha deciso di farsi avanti un istante, nella nostra direzione, per promuovere qualcosa insieme, ognuno secondo i propri schemi e le proprie possibilità.
Tra questi, il circolo culturale ARTEMISIA di Finale Emilia ha avuto l’idea, sicuramente fruttuosa per tutti, di iniziare un rapporto concreto con KULT, che ci auguriamo continui per lungo tempo sui binari che fin da questo numero sono stati gettati. Il loro interesse per la creatività, per le forme di arte non convenzionali, per il mondo dei computer è in un certo qual modo simile al nostro, e ci dispiace soltanto di non aver avuto la possibilità nel numero scorso di ricordarvi, ad esempio, dell’esperienza chiamata INTERSEZIONI promossa da loro, e terminata il 2 aprile.
Riprendendo a questo proposito ciò che avevamo detto il mese passato riguardo l'”organizzatevi prima di contattarci”, non penso che sia difficile intuire che un passaggio di materiale, o proposte per iniziative di qualunque genere, se effettuate tramite un circolo, o un gruppo, anche solo parrocchiale o di compagnia, ci rendebbe la vita estremamente più semplice.
In più c’è l’indubbio vantaggio dell’interazione con persone che attivamente impegnate e che quindi ci forniscono un contatto con realtà esterne più concrete e attuali.
Ma se questo è lo stato dell’arte, noi non rifiutiamo ovviamente nessun singolo che voglia unirsi alla carovana senza altri compagni, conscio della sua volontà di esprimersi e di comunicare cose che ritiene importanti; in fondo KULT è nato così, dall’incontro di persone diverse, ognuna con una sua passione e un suo sogno, e con la
“multimedialità informativa” come fattore comune.
“Multimedialità informativa” per così dire “patrocinata” da un universo Internet, che per molti è ancora soltanto poco più che un nome letto di frequente, e che per noi è, ed è stato, un fattore tra tanti, ma un fattore che ci ha resi in grado di raggiungere persone distanti in tempi brevi.
Anche da questo punto di vista molte sono e molte saranno le novità.
Se fin da gennaio la nostra presenza sulla rete era passiva, da questo mese, salvo i soliti imprevisti, attiveremo la possibilità di consultare gli articoli principali (tra cui questo, e di conseguenza per qualcuno questa sarà forse una frase paradossale) tramite browser, quali Net-Scape e Mosaic. Ovviamente verrà mantenuta la possibilità di download di KULT che continuerà la sua vita autonoma. Inoltre l’E-Mail
tante volte vaneggiata è finalmente attiva, e l’indirizzo è

KULTINBOX.MODENA.IT.

Poi, perchè tutte le cose seguono la nota legge del All or Nothing at
All (Tutto o niente), ci è stato concesso anche quello che io considero una specie di onore: la moritura Scuola di Informatica di
Modena, dalla quale anche il sottoscritto proviene, ci ospiterà nel suo nodo MANGUSTA.UNIMO.IT fino alla sua scomparsa, che avverrà presumibilmente tra il dicembre di quest’anno e l’aprile del 1996.
Essere uniti per questo breve ultimo periodo con una realtà come quella del SINF (di cui già ho parlato nel secondo numero di questa rivista) è forse uno stabilire una volta di più una certa linea da cui non discostiamo: informatica per la gente. Informatica intesa in tanti modi, ma con uno scopo soltanto, che è quello di gestire la nostra vita convivendo con i computer, invece che fingendo che non ci siano, o, cosa ancora peggiore, ma purtroppo diffusissima, tenendoli a distanza per oscuri timori.
Ma direi che non c’è più spazio, almeno per questo mese, per filippiche già sentite, e quindi, augurandovi una buona permanenza tra i meandri di questo settimo numero, non mi resta che salutarvi e invitarvi ancora una volta ad entrare nel nostro micro-cosmo con ciò che siete in grado di fare.
Pensateci!

Marco Giorgini

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti