Chi di voi lettori si fosse perso l’occasione di incontrarci in fiera, a Giochiamo 95 (Modena, zona Bruciata), non ha potuto partecipare alla prima concreta operazione pubblica di KULT Underground. Questi nove giorni di contatto sia con chi già aveva sentito parlare della rivista senza averla mai potuta vedere, sia con chi invece non aveva la più pallida idea della nostra esistenza, sono stati estremamente utili e formativi. Desidero ringraziare a nome di tutti quelli che lavorano già con noi, le oltre quattrocento persone che hanno deciso di fermarsi un istante al nostro stand per due chiacchiere, o per
“sfogliare” quella che è e rimane la prima rivista multimediale underground italiana.
Ma che cosa è uscito da questo fluire di persone?
Sostanzialmente due cose: l’idea piace, non solo a giovani e giovanissimi, ma anche a persone adulte, e la distribuzione deve essere potenziata.
Partiamo per ordine. Innanzitutto è doveroso ringraziare in primis il signor Del Papa, responsabile del Club 64 di Modena, e ovviamente il signor Santagada, che, estremamente disponibili nei nostri confronti, eventualmente a fasi alterne, hanno messo a disposizione di questa iniziativa uno spazio adeguato, permettendoci di vivere in prima persona un’esperienza sicuramente indimenticabile. Non ringraziare poi genitori, amici, e collaboratori che ci hanno sostenuto in questo tour de force (10-24 sabato e domenica, 19-24 gli altri giorni) con la loro spontaneità e la loro vicinanza sarebbe ugualmente ingrato, ma i veri protagonisti, le vere persone a cui va tributato un merito enorme sono ovviamente tutti quelli che hanno deciso di unirsi al nostro viaggio con la loro voglia di agire, risvegliata semmai dal nostro lavoro.
E mi sto riferendo sia a coloro che hanno compilato con i propri dati anagrafici le nostre schede, sia a quelli che già hanno cominciato a fornirci idee e materiale per la pubblicazione. Non meno importanti anche coloro i quali hanno dato la loro disponibilità per migliorare la capillarità della distribuzione, ora come ora nettamente insufficente ad accontentare le richieste pervenuteci.
Le persone che hanno visto KULT per la prima volta in fiera, ma anche molti di quelli che già ne avevano letto qualche numero, hanno confermato come l’esigenza di un uso più maturo dei computer, meno timido o distaccato, stia cominciando a filtrare nella vita di ogni giorno. Non a caso l’impatto del termine ‘rivista multimediale’ o
‘ipermediale’ ha lasciato stupiti un numero non eccessivamente elevato di individui, che quasi subito, dopo un istante per prendere confidenza con mouse e barra di scorrimento, si sono trovati tranquillamente a loro agio nei meandri della rivista. Qualcuno ha riconosciuto meccanismi familiari ad altri prodotti, altri hanno avuto l’elasticità di riprodurre cose viste in televisione, e altri ancora hanno provato e capito. Gli sguardi, le espressioni, i commenti a caldo di tutta questa gente sono sicuramente stati un premio più che sufficente per gli sforzi che stiamo compiendo per uscire regolarmente mese dopo mese, senza fondi, e senza, per il momento, dei supporti veramente completi.
Di tutto il periodo trascorso con il cartellino di KULT Underground appeso alla camicia o al maglione, sicuramente vale la pena ricordare le due domeniche (l’11 e il 19), durante le quali abbiamo avuto il piacere di parlare con persone provenienti da molte altre località italiane, come Milano e Mantova, e il fantomatico venerdi 17, nella mattina del quale si è tenuto SUPERMEGAULTRA.
L’iniziativa, moderata da Lorenzo Miglioli, ha visto partecipare sotto lo stesso palco, personaggi del calibro di Stefania Garassini,
Maurizio Marinelli, Stefano Bonaga, Ivo Quartiroli, Walter Vannini, la redazione di Net Magazine, Stefano Spaggiari, alcuni rappresentati di
MO-NET, e, ovviamente, noi della redazione di KULT Underground.
Anche se i tanti presenti, per la maggior parte studenti e professori, hanno sostanzialmente boicottato la conferenza “bivaccando” in sala
(cosa semmai legittima per i ragazzi, forse un po’ meno per i loro coordinatori), è innegabile che gli argomenti che ne sono usciti, grazie alle vaste e pluriennali conoscenze del campo dei presenti, sono stati estremamente interessanti.
L’esigenza di un coinvolgimento culturale maggiore, una più vasta distribuzione di informazioni e letteratura, l’impiego cosciente di reti di computer, il fenomeno della Realtà Virtuale e delle riviste/libri ipermediali, l’abuso di certi termini e il fraintendimento di altri, questi sono stati i temi discussi insieme anche a riflessioni su di un impatto politico della cultura diffusa attraverso Internet e sull’impatto sociale di certe nuove tecnologie.
Direi che quasi nulla sia stato tralasciato, e la cosa che più ci ha fatto piacere, nonostante la nostra condizione di disparità, almeno economica e di diffusione, rispetto agli altri, è stata che le idee che stanno tutti portando avanti sono praticamente quelle che anche noi perseguiamo.
Noi per altri sentieri. Noi underground, noi non proponendo la rete come supporto decisivo ma, per il momento almeno, soltanto come mezzo; noi non presentando tariffe; noi non distribuendo soltanto sapere tradizionale. Non è detto che quello che stiamo cercando di fare, ovvero creare una nuova attitudine, e una nuova sottocultura metropolitana che faccia da sostegno in mille modi diversi a uno strato esteriore sicuramente diverso, sia possibile. Ci fa però piacere renderci conto che non siamo una voce che grida nel deserto.
Ci fa piacere capire che il momento è questo, e che, noi e voi, stiamo stabilendo che cosa sarà il nostro futuro proponendo qualcosa. E, giuro, non importa poi veramente cosa accadrà, ma comprendere che ci siamo anche noi lettori-scrittori di KULT a mettere la nostra pietra è estremamente importante.
Ma perchè questo possa capitare, perchè KULT possa continuare ad andare avanti nell’unico modo che sono disposto ad accettare, ovvero crescendo, bisogna che chi sfoglia la rivista capisca almeno alcuni concetti fondamentali:
KULT siete anche voi, e perciò quando vi viene da pensare “di questo argomento non si parla”, o “di questo argomento non si parla come vorrei” non dovete chiedere a noi di farlo, ma dovete prendere una tastiera e scrivere. Qualcun altro, che la pensa come voi, sarà contento. E tanti altri sentiranno la vostra voce e vedranno anche grazie i vostri occhi; inoltre, il fatto che la rivista sia GRATIS non è solo un vantaggio, ma anche un onere. Vuol dire che se la volete non la troverete in edicola, o in libreria, perchè dato che non gira grazie al denaro, non
è dotata di “gambe” proprie. Se la volete, dovete andarla a prendere dove è possibile trovarla. E giacchè lo dovete fare per voi, perchè non lo fate anche per gli altri? Se avete accesso ad Internet o a BBS, e non siete di Modena, perchè, dopo averne fatto il download, non provate a sentire se sono disposti a darla in prestito nella vostra biblioteca, o al vostro circolo, o se qualcuno, a scuola o al lavoro la sta cercando senza trovarla, e vi offrite come tramite?
Se la risposta è “ma che cosa me ne viene in tasca” o “perchè mai dovrei farlo?”, forse non siamo sulla stessa lunghezza d’onda, ma non c’è problema.
Sta a voi decidere che cosa fare. Sta a voi decidere da che parte stare. Se KULT vi piace, collaborate. Oppure fate anche voi una rivista come la nostra e diffondetela. Date ad altri un posto a cui aggrapparsi per far sentire la propria voce. Date a voi e agli altri una possibilità di fare qualcosa di diverso che sia interessante per tutti.
Secondo verbo kultiano, dopo ‘pensateci’ diventa quindi organizzatevi.
KULT contrariamente forse a come certa gente vede le reti e i computer in generale, non è un’esperienza individuale, ma di massa. Il dischetto che avete non è per voi e basta, ed è per questo che non lo avete pagato. Non è un software commerciale, ma tutto il contrario: è gratis e siete invitati a copiarlo più che potete.
Fatevi sentire. E’ questo il momento di farlo, ma fatelo organizzati.
Noi non siamo in grado di gestire cento, mille persone che ci contattano, ma se lo fate già collegati in gruppi questo renderà tutto molto più ordinato ed efficente.
Direi che per questo mese io abbia “parlato” anche troppo, e perciò voglio concludere. Prima di lasciarvi però è il caso che, come al solito, saluti la ragazza del sommario, Eugenia, autrice, tra l’altro del brano che fa da colonna sonora al suo viso, e ricordi che qualunque consiglio abbiate su come progredire verrà sicuramente preso in considerazione.
Buona lettura.
Giochiamo 95
Marco Giorgini