Rieccomi a voi con un secondo film di “kulto”. Questo mese vi voglio recensire un capolavoro di Tony Scott (da non conforndersi col più famoso
Ridley Scott, regista di Blade runner), girato nel 1983.
Quest’ultimo fu un periodo favorevole alla tendenza NEW WAVE, durante il quale abbiamo visto crescere una voglia di cambiamenti, e di novità in ogni campo, più leggere e sobrie dell’ormai passato e troppo trasgressivo movimento punk: questo stile di vita e di pensiero sarà chiamato DARK.
In particolare, nei film in voga in quegli anni (78/85) si nota una diversità nei colori (che vanno da molto forti e intensi a molto cupi), nelle storie narrate, per non parlare poi degli effetti speciali e delle impostazione di immagine. Si muovevano, infatti, i primi passi verso innovazioni tecnologiche mai visti nei film degli anni precedenti, contemporaneamente ad una trasgressione per così dire bonaria che ormai oggi è una parola d’ordine e quindi non è più trasgressione. Ma lasciamo ai posteri i ricordi di quell’era magica e torniamo al lavoro.
Il film in questione è uno degli esempi maggiori di quel periodo.
“THE HUNGER” (tradotto in italiano col titolo di “Miriam si sveglia a mezzanotte”), è un film buio, lento nelle sequenze e nei dialoghi, dove lo spettatore disattento e amante dell’azione, rimane deluso; infatti la sottiliezza degli attimi, delle immagini, e delle poche ma incisive parole richiedono un’attenzione non indifferente.
Miriam, immortale vampira interpretata dall’affascinante Catherine
Deneuve, si trova per l’ennesima volta di fronte alla cruda realtà di un amore che non può essere immortale come lei.
Ad ogni suo amante infatti promette la sua stessa vita donandogli il sangue e sperando che quel morso sia realmente il passaggio dalla vita umana a quella eterna dei vampiri. Ma così non accade: tutti i suoi amori sono colpiti da “progeria”, grave malattia che causa l’invecchiamento precoce.
John, interpretato da David Bowie (basta il nome), l’attuale marito di
Miriam, dopo momenti di travolgente passione e comuni omicidi per vivere , viene colpito dalla malattia. Miriam sa cosa gli accadrà e spera follemente che questa volta si compia il miracolo.
E’ per puro caso che la coppia conosce Sara, una giovane e bella dottoressa (interpretata da una Susan Sarandon in piena forma), che si cimenta nello studio di questa malattia. Purtroppo le sue teorie sono sono in fase di sperimentazione, così John muore (rimanendo in vita mentalmente, da buon vampiro) e viene portato da Miriam assieme agli amanti precedenti. Sarà proprio Sara a cadere nelle mani dell’eterna vampira, affascinata dal suo misterioso charme.
A sua volta Sara vampira, in contrasto col suo io umano, si suicida. Ma è proprio quando la nostra Miriam porta la sua ultima amante fra gli altri, che questi si ribellano logorati dalle promesse di vita eterna dell’amata.
E’ in questo modo che Miriam muore, tradita da tutti coloro che l’avevano amata veramente.
Ed ecco che accade il miracolo: Sara sarà la nuova vampira immortale.
Niente patatine e pop corn dunque… per gustarsi questo film basta solo un po’ di penombra e magari una dolce compagnia.
Una nota particolare per i primi 2 minuti dove troviamo gli “immortali”
(per chi ama il genere) Bauhaus in concerto (cosa del tutto rara) con la loro “Bela Lugosi is dead” adattissima al clima dark che segirà nella pellicola.