Per la terza volta le ‘voci che sussurrano’ sono tornate a farsi sentire, tristi o beffarde, limpide o chiuse in oscuri meandri. Sono voci conosciute, consuete, simili a quelle che ogni giorno udite intorno a voi.
Ciò che le rende speciali è che si fanno sentire, anche se in maniera discreta e sottile, da più gente di quanta sia solita dare loro attenzione.
Piccoli voli poetici, brevi, intensi, sovente non dolci ma acri, come del resto è l’animo di molti di noi.
KULT Underground, in questa sezione, vuole promuovere un filone
‘artistico’ minore, sconosciuto altrimenti, pieno dei respiri della gente comune, che vive poesia nelle cose che tutti conoscono. I brani proposti, ai quali speriamo di dare un seguito ed un’importanza sempre maggiore sulle nostre ‘pagine’, ci sono inviati da lettori, come anche voi siete in questo momento. Sono le poesie nel cassetto da tanto tempo, o l’improvvisazione del momento. Sono qualcosa di vivo e di importante che vogliamo condividere con tutti voi.
Al posto di TA, che ci ha accompagnato aprendo SUSSURRI nei primi due numeri della nostra rivista, si unisce a noi Angelika, che, con timbri ritmici particolari, e un piacevole e profondo modo espressivo, si fa conoscere con tre brevi brani. L’ultimo, “A MATTEO”, racchiude in poche parole un’emozione che mantiene, nonostante la lontananza del fatto, una notevole forza espressiva; le altre due opere proposte, “LA NOTTE E’
FREDDA SENZA TE” e “SOLO LA MAREA”, sono state inviate da due ragazzi poco più che ventenni, e descrivono sentimenti tetri e un vuoto d’esistere, che, pur se dovuto a tematiche differenti, non li discosta molto l’uno dall’altro.
Il secondo brano soprattutto racchiude un’angoscia tangibile dell’indifferenza che altri possono provare per il nostro dolore, che sfuma in una sorta di torpore malinconico, nel quale sembra vana ogni reazione.
Ma a parte queste considerazioni di massima, che altro non vogliono essere che una nostra personale interpretazione di opere che avrete tra poco la possibilità di leggere, penso che la parte più importante di tutti e cinque gli scritti sia il tono con cui i sentimenti che trasmettono sono proposti. Non ci sono parti auliche, e neppure vagheggianti riferimenti alla classicità. Il tutto è estremamente anti-eroico, perduto, moderno.
Guardatele e giudicate.
Cambiando leggermente discorso ci fa piacere sottolineare che nuovi collaboratori si sono uniti a noi anche nell’ormai consueto ‘gioco’ di ‘Ho imparato che…’ liberamente ispirato sia al ‘Senso della vita’ di Cuore, sia al libro intitolato “Dalla Vita Ho Imparato… – Insegnamenti e riflessioni che la vita e l’amore riservano ad ogni età”, di H. Jackson
Brown Jr. che abbiamo iniziato con il primo numero. Inoltre qualche altra timida voce si sta levando per arricchire anche ‘Rapidi pensieri’, raccolta di citazioni, celebri e non, per qualche minuto di ‘zapping’ tra la mente degli altri.
Le voci stanno aumentando. Non è ancora un grido, o qualcosa tanto evidente da farvi girare la testa per guardare meglio, ma stanno crescendo. E chiunque di voi voglia può unire il suo respiro a quello degli altri, e far conoscere qualcosa che fino a questo momento non ha ritenuto importante, bello, o consono al proprio ‘personaggio’. Noi, come redazione di KULT, ma soprattutto come lettori di KULT, quali anche noi siamo, a causa della struttura non gerarchica che ci caratterizza, vogliamo sentire nuove storie. Vogliamo partecipare a nuove emozioni descritte in qualche riga. Vogliamo sentire ciò che avete scritto, ma che non ci avete ancora concesso di leggere.
Si ricorda comunque che la rivista ha una politica FREEWARE in tutti i sensi, e, di conseguenza, chi manda scritti implicitamente accetta che vengano diffusi gratuitamente insieme a tutto il resto, ovviamente siglati da nome e cognome, o pseudonimo, se si preferisce rimanere anonimi.
L’unico compenso presente, che noi, come del resto la gente che vi ha preceduti in questa sezione, riteniamo sufficiente e abbondante, è quello di farsi conoscere da molti, dividendo particolari momenti con loro, e partecipando a qualcosa di collettivo. Se pensate che questo possa andarvi bene potete contattarci utilizzando i dati riportati nelle informazioni e in uscita di programma.
VOCI CHE SUSSURRANO
Solo il mimo canta al limitar del bosco.
Marco Giorgini