Ed eccoci giunti all’angolo dedicato all’animazione. In questa rubrica vi parlerò di titoli disponibili in lingua italiana, ma anche di opere non ancora doppiate e reperibili solo in versione originale. Questo per vari motivi; innanzitutto per fornire informazioni “in anteprima” a coloro che acquistano solo materiale in italiano, parlando di opere che in futuro potrebbero essere tradotte e doppiate. Inoltre vorrei anche venire incontro a chi possiede materiale in lingua originale e magari vorrebbe capirci qualcosa di più. In definitiva, comunque, se anche uno solo di voi lettori si avvicinerà al fantastico mondo dell’animazione giapponese incuriosito dalle mie parole, allora questi articoli avranno raggiunto il loro scopo.
Per questo mese comunque, prenderemo in considerazione un’opera disponibile in lingua italiana, nella collana “Yamato Video”. Si tratta del lungometraggio animato “Ninja Scroll” (titolo originale: “Jubee Ninpucho”).
Per questo primo numero di KULT Underground, volevo esordire con qualcosa di veramente buono, e questo titolo ha sicuramente le carte in regola per essere considerato tale. Ma andiamo con ordine. Uscito in giappone nel 1993 (recentissimo, quindi), vede alla regia il bravissimo
Yoshiaki Kawajiri, che ha curato anche il soggetto e la sceneggiatura. Di seguito vi fornisco la scheda tecnica completa:
Titolo originale: Jubee Ninpucho
Soggetto e sceneggiatura: Yoshiaki Kawajiri
Musiche: Kaoru Wada
Fotografia: Hitoshi Yamaguchi
Direzione dell’animazione: Hiromasa Ogura
Animazione: Mad House
Character Design: Yutaka Minowa
Regia: Yoshiaki Kawajiri
Anno di produzione: 1993
Durata: 92 minuti
Copyright: 1993 Yoshiaki Kawajiri – Mad House – JVC – Toho – Movic
1994 Yamato S.r.l.
Da tenere d’occhio la Mad House, che quanto a qualità dell’animazione si pone ai vertici del settore OAV.
Dovendo parlare di quest’opera, mi sorgono spontanei termini tipici del cinema, come fotografia, inquadrature, atmosfera. Il fatto è che il livello qualitativo di “Ninja Scroll” è così alto, che chiunque abbia ancora pregiudizi verso l’animazione giapponese non potrà fare altro che ricredersi vedendolo.
La storia è ambientata nel giappone feudale, tra samurai e ninja. Sono molte le opere di animazione che condividono questo “background”, tanto che si sono sviluppate figure tipiche (quasi degli stereotipi) che vengono utilizzate spesso. Anche in Ninja Scroll ci sono alcuni personaggi tipici, primo tra tutti lo stesso protagonista, Jubei, che è la versione ninja del ronin: un ninja senza più clan, che viaggia continuamente e che mette la sua abilità al servizio di chi lo paga. Anche se mercenario,
Jubei ha un animo sensibile e dà molto valore alla vita umana. Se questo può sembrarvi una cosa normale, vi ricordo che nel giappone feudale molto spesso samurai e ninja venivano addestrati una vita intera per farne perfette macchine da combattimento prive di pietà e di ogni considerazione per la vita, propria come altrui.
Nonostante la presenza di tutti gli elementi tipici del filone “ninja”, gli autori di “Ninja Scroll” sono riusciti a creare qualcosa di assolutamente non banale. La storia, anzi, è particolarmente intrigante e ben strutturata; i personaggi sono ben definiti, soprattutto Jubei e la bella ninja Kagero, ma persino i nemici hanno una personalità e uno spessore consistenti (mentre spesso questo aspetto viene tralasciato, in opere meno curate). Anche i poteri sovrumani o demoniaci hanno il loro spazio, ma sono talmente ben integrati col resto delle vicende da risultare quasi naturali, e mai eccessivi o fini a se stessi.
Tanta azione spettacolare, mistero, intrighi, ninja dai poteri demoniaci; aggiungiamoci anche l’amore, una discreta dose di horror, e un po’ di erotismo e vi potrete rendere conto di come in questo lungometraggio non manchi proprio niente. Ci tengo a sottolineare ancora una volta come tutti questi elementi risultano impreziositi da una grande maestria nell’uso delle inquadrature, degli effetti di luce, dei movimenti di “cinepresa”
(anche se in effetti tutto è stato semplicemente disegnato; ma proprio qui sta la bravura dello staff che ha realizzato “Ninja Scroll”). Vi potrei riassumere la trama, ma preferisco lasciarvi il piacere di scoprirla da soli; mi limito a segnalarvi alcune scene da manuale, cui dovreste prestare particolare attenzione: il combattimento sugli alberi, il prato pieno di lucciole, la cavalcata nella tempesta, le scene sulla nave in fiamme… Potrei continuare a lungo: tocchi di classe se ne trovano in continuazione.
Che altro aggiungere? Gli appassionati di animazione non dovrebbero assolutamente lasciarsi sfuggire questo piccolo capolavoro. Chi invece non conosce ancora a fondo il mondo degli Anime, e che magari nutre qualche dubbio sulla capacità espressiva dei disegni animati, avrà modo di ricredersi con questo “Ninja Scroll”, col quale si può ben dire di andare a colpo sicuro.
Bene, con questo vi saluto e passo la parola al mio collaboratore, che curerà assieme a me questa rubrica, cercando di trovare il rovescio della medaglia di ciò che viene recensito. Temo però che per questo mese il suo compito sarà alquanto arduo… Al mese prossimo!
Il Giudizio Finale
Ok! Ora è giunto il mio momento. Il mio nome è Judge Jap e il mio compito è quello di rilevare gli eventuali punti deboli dei film di animazione che recensisce il mio collega. Purtroppo però questo mese il mio commento sarà alquanto benevolo in quanto il lungometraggio in questione è oggettivamente uno dei migliori titoli che sono stati doppiati per il mercato italiano. Volendo però cercare il pelo nell’uovo a tutti i costi sono riuscito a scovare due leggerissime imperfezioni che però non scalfiscono minimamente la bellezza del film. La prima riguarda un errore grammaticale in una frase pronunciata da Jubei, probabilmente dovuto ad una svista in fase di traduzione dei dialoghi. La seconda riguarda la ripetizione di alcuni fotogrammi in due scene di combattimento. Una scena
è quella in cui un ninja koga lancia una tempesta di shaken contro un albero sul quale si nasconde un nemico e l’altra avviene durante il combattimento sulla nave tra Jubei e Genma. A onor del vero devo far presente che la ripetizione dei fotogrammi è una cosa abbastanza comune nei film di animazione e in questo caso non compromette assolutamente quest’opera così dinamica ed avvincente. Vi aspetto il prossimo mese per una nuova recensione, ma sappiate che in futuro sarò molto più spietato nei miei giudizi perchè Judge Jap non perdona.