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Canna da Zucchero – Carla Menaldo

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Marsilio Editori Pagg. 206 Euro 15
 
Canna da zucchero è il sapore dolciastro del sesso, il sapore che la protagonista Rosa si porterà dentro e addosso per tutta una vita.  La scrittrice padovana divide il libro in tre capitoli e/o tappe della vita di Rosa. 20,30 e 40 anni. A 20 ha un rapporto lesbo con una docente universitaria  Sandra, a trenta si rifugia a Cuba dove incontra AWari, a quarant’anni l’incontro con Leo con il quale trova la sua “disastrata sensualità”: La scrittrice ci descrive una donna inquieta, alla perenne ricerca di brividi e odori, sapori e umori”e alterna il romanzo fra Padova e Cuba, per terminare in un piccolo isolotto francese. E’ un libro che si avvale di un plot narrativo sapientemente costruito, con dei monologhi bellissimi (il libro è scritto in prima persona) con numerose scene erotiche ben tratteggiate (basti pensare a quella sull’autobus con il cubano) ma il sesso, nelle intenzioni della Menaldo non è fine a se stesso, altrimenti parleremmo di pornografia:  è la ricerca di se stessa, La protagonista, confusa, disorientata anche, ma non solo, sessualmente, cerca una via di fuga al tran tran dell’esistenza, è inquieta (quale donna dotata di intelligenza oggi non lo è). Lavora, come correttrice di bozze in una casa editrice e la svolta avviene quando conosce Leo con il quale fa sesso, ma l’uomo riesce a “domarla”, a farla innamorare. Canna da zucchero è un libro con il quale l’autrice compie una sorte di catarsi liberatoria, si libera da tutti  gli incubi e i pregiudizi, un libro aperto, privo di frasi retoriche, un romanzo che fa amare questa protagonista un po’ confusa, disorientata, alla ricerca di un senso da dare alla propria vita, alla ricerca di una identità che non sia solo sessuale. E’ un libro scritto benissimo, che ha il merito di non annoiare mai il lettore e che ci regala  un finale molto poetico, intenso e, nel contempo, crudele.

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