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Being Human

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Cosa fanno insieme un vampiro, un lupo mannaro e un (bel) fantasma? Beh, questo trio quasi da barzelletta, a Bristol, con la BBC, possono fare un serial TV: Being Human. A distanza di quasi un anno dall’uscita del primo pilot, e con grossi cambiamenti da allora, è iniziata (a fine gennaio) la trasmissione dell’ennesima serie soprannaturale, con i vampiri che – almeno a vedere come la cosa inizia – giocano da comprimari. In un telefilm che promette più tensione di quella che ci si può immaginare solo leggendone la trama.
I protagonisti principali sono Mitchell, un vampiro che fisicamente ricorda un poco il dottor Suresh di Heroes, George, diventato lupo mannaro durante una vacanza in Scozia, e Annie, sconsolato fantasma che “infesta” il piccolo appartamento in cui gli altri due hanno deciso di vivere. Annie è un fantasma sui generis, che può essere vista dalle persone (almeno da alcune) e può spostare oggetti e avere un certo grado di fisicità. Un po’ nevrotica e tesa è forse la presenza meno incisiva del gruppo, mentre gli altri due, che lavorano in un ospedale, hanno uno spessore maggiore, dovuto soprattutto alla loro volontà di combattere la propria natura omicida.
Ma se George alla fine devo solo riuscire a “essere contenuto” durante il periodo mensile – notturno – di trasformazione, Mitchell combatte la sua fame di sangue continuamente, tra l’altro perseguitato da un gruppo di altri vampiri che stanno pianificando di uscire allo scoperto e riprendersi l’Eden che gli umani non hanno saputo gestire. E tra l’altro i vampiri di Being Human non temono la luce e quindi per gli umani non è possibile distinguerli, in condizioni normali, dalle persone comuni.
Se la prima puntata ha il tono della serie, la cosa promette abbastanza bene. pur non sembrando un capolavoro. L’idea dell’avvento dell’era dei vampiri o del fatto che, come dice la defunta Lauren a George, tutti i mostri che si temevano da bambini esistono, si è già vista più volte e qui, se si toglie la presenza di un fantasma che adora preparare il the, non sembra che il background sia più definito di così. Ma i personaggi sono tosti, e, come i cattivi, sembrano davvero “reali”, nel senso di plausibili e concreti, accettando ovviamente l’impianto della serie. Altra nota positiva, è che contrariamente a Demons, gli effetti speciali sono pochi, ma dignitosi. E l’ambientazione inglese – se vi piace – rende piuttosto bene.

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