La Newton Compton è uscita nel 2008 con un libro molto curato (la copertina “rigida” è bella e gradevole al tatto, le illustrazioni interne di David Roberts sono suggestive, il layout di stampa è perfetto per un’opera come questa) e dal prezzo inferiore alla media degli altri romanzi per ragazzi (costa infatti poco più di dieci euro): Gli incubi di Hazel, scritto dal trentenne, e al momento sconosciuto in Italia, Leander Deeny.
Pur essendo un’opera destinata a un pubblico “giovane”, le avventure di Hazel, energica bambina di otto anni affidata per un breve periodo dai genitori alla “terribile” zia Eugenia, sanno catturare l’attenzione grazie a uno stile gradevole, ai dialoghi spesso surreali e alle descrizioni coinvolgenti. I punti di forza sono però principalmente gli elementi fantastici e “impossibili” di cui tutto il testo è farcito – dagli animali “ricuciti” dal cugino Isambard (timido ma determinato) agli incubi stessi, collage a loro volta – che sembrano aver fatto avvicinare idealmente l’opera di Deeny a Nightmare Before Christmas di Tim Burton, almeno se si guarda sui tanti forum in cui si parla di questo testo.
Solo il confronto con altri romanzi in qualche modo simili e con lo stesso target di età (Una serie di sfortunati eventi o la piccola “saga” di Molly Moon) fa rilevare qualche piccola debolezza (la storia è alla fine molto più semplice e con meno colpi di scena, e lo sviluppo di alcune tematiche risulta forse un po’ forzato) e, se proprio si vuole cercare qualche altro difetto, si può probabilmente ricordare come la traduzione, per quanto scorrevole, si avvalga a volte di note per spiegare dialoghi o soprannomi, invece di reinterpretare, adattandole all’italiano, le poche cose non direttamente traducibili (come capita, anche se con risultati alterni, in altre opere).
Ma è indubbio che i pregi superino i difetti, e che quindi “Gli incubi di Hazel” offrano al lettore una storia da leggere tutto d’un fiato e un gruppo di personaggi (umani o semi-umani) che vedremmo volentieri anche rappresentati sul grande schermo. Un complimento particolare va quindi alla Newton che, pur non particolarmente nota per questo genere di libri, è riuscita per prima a ottenere i diritti di traduzione di questo promettente autore, e a ricavarsi così un largo spazio tra i regali del Natale appena trascorso.
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