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Duri di cuore – Alfredo Colitto

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Euro 9 – Pag. 130
 
Alfredo Colitto non è un esordiente, ma uno scrittore rodato, che ha già pubblicato Café Nopal (Alacrán), Aritmia letale (Addictions) e Bodhi Tree (Crisalide), senza contare la partecipazione ad antologie edite da Sonzogno, Garzanti e Piemme. Se amate Scerbanenco e il cinema di Fernando di Leo, dovete leggere questo romanzo breve, perché la sua narrativa secca e tagliente, senza fronzoli letterari, costruisce una trama dove non esistono buoni e cattivi, ma solo personaggi negativi ben delineati. Leggendo Duri di cuore viene alla memoria Il poliziotto è marcio, grande film girato da di Leo nel 1975 con Luc Merenda nei panni di un poliziotto corrotto. Nel romanzo come nella pellicola del regista barese troviamo un poliziotto nel libro paga della malavita, ma il personaggio di Colitto è ancora più infame, perché ama le ragazzine e spesso si approfitta di quelle che arresta. Per questo motivo un boss albanese lo tiene in pugno e lo fa agire al suo servizio, promettendo denaro e facili incontri. Nel romanzo ci sono inseguimenti, boss, uomini che si innamorano, donne che fanno il doppio gioco, albanesi che diventano padroni della città, donne che si vendono per denaro e lavorano in postriboli organizzati. Duri di cuore è un noir vero, scritto con il linguaggio giusto, senza troppi aggettivi, privo di periodi lunghi e descrizioni. Lo stile di Colitto è secco, asciutto, rapido, caratterizzato da molti punti fermi e frequenti cambi di scena. La prima persona giova al ritmo alto di una storia intrigante che si legge in poco meno di un’ora.   
Nella stessa collana Babele Suite – Perdisa Pop consigliamo Santanta di Danilo Arona e Il ragazzo dai capelli rossi di Piergiorgio Di Cara. Dirige la collana un esperto del noir come Luigi Bernardi.

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