GUANDA
Lidia è una ragazza adolescente che vive a Stupinigi, nei dintorni di Torino. Padre operaio Fiat, madre fruttivendola,figlia unica, la ragazza, che non viene mandata a scuola “perché la famiglia deve pagare il mutuo per l’acquisto della casa” rimane folgorata da una frase, letta nell’enciclopedia del poeta Bernart De Ventadorn sull’importanza dell’amore lontano. Fugge da casa, con il cavallo Pino, alla ricerca di questo amore, attraversa, in cinque anni, diverse città, svolgendo vari lavori. Commessa in un negozio di scarpe dove conosce Ghitti, la figlia del proprietario del negozio, venditrice di enciclopedie Einaudi, la ragazza ha diverse storie d’amore: con Pino, il fidanzato che deve sposare, con Glauco, ma Lidia è inquieta. Si sente, in una società che sta vivendo la contestazione studentesca del ’68 “in insetto inutile”. Conosce, dopo diverse peripezie, l’illusionista Micael con il quale vivrà una intensa storia d’amore, durata dieci anni, caratterizzata da brevi incontri e da numerose lettere che i due si scriveranno. Sarà l’uomo, ormai grande e giunto alla soglia della morte a consigliare a Lidia, diventata scultrice, la strada per vivere serenamente e per avere un amore da vicino. Un libro, il titolo riprende una poesia di Quasimodo citata nell’esergo, che attraversa vent’anni di storia italiana (1970/1990) e che serve da pretesto alla scrittrice torinese per criticare i giovani della sua generazione che pensavano di cambiare il mondo. Sfilano figure come Antonietta, la contestatrice finita sposa ad un ricco architetto, Elena che parla di operai e va sciare in montagna dove ha una casa, le false illusioni della gioventù che voleva “smascherare il piano del capitale”. Libro che mescola vicende personali e collettive, sospeso fra realtà e paradossi di calvianiana memoria, ci conferma le qualità letterarie della Mastrocola. Trama narrativa abilmente orchestrata, personaggi ben caratterizzati, dialoghi efficaci, scene sapientemente costruite sono i pregi di questo volume, ma quello che colpisce, leggendo il libro, è la scrittura: alta, sublime, perfetta; basti pensare ad alcune scene (il volo in aereo di Lidia con Micael, la descrizione delle montagne di marmo di Carrara, la descrizione dei tre giorni vissuti con il suo uomo) per rendersi conto che ci troviamo di fronte ad una grande scrittrice.