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Cleopatra e la Società degli Architetti

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gioco per 3-5 persone
Autori: Bruno Cathala & Ludovic Maublanc
Editore Francese: Days of Wonder (www.daysofwonder.com)
Editore Italiano: KDS Distribuzione (www.kdsdistribuzione.it)

Dopo un titolo come “Shadows over Camelot”, quale poteva essere un’ambientazione altrettanto coinvolgente e popolare per il nuovo gioco della vulcanica Days of Wonder? Ludovic Maublanc e Bruno Cathala (quest’ultimo è uno dei due autori del gioco appena menzionato) hanno pensato all’Antico Egitto e devo dire che si tratta di un’ambientazione azzeccata per un gioco veramente “faraonico” come questo prodotto. La “storia” è presto detta: i giocatori sono architetti incaricati da Cleopatra di realizzare il nuovo tempio (e questo ricorda un famoso lungometraggio di Asterix), ma pur di prevalere sui concorrenti i giocatori sono disposti ad appoggiarsi ai servigi di una setta di adoratori del dio malvagio Sobek, e questo sarà la causa della rovina per chi abuserà troppo del suo aiuto.
La dotazione di questo gioco è impressionante: innanzitutto per preparare il gioco è necessario svuotare la scatola e rovesciarla, in modo da formare il tempio in costruzione, sulla scatola va posta la plancia del giardino (dove andranno costruiti i mosaici e il trono), mentre davanti va messa la plancia del piazzale (dove si costruiranno gli obelischi e le sfingi); un vassoio apposito chiamato “La Cava” contiene tutti gli elementi che si potranno costruire, dove troviamo:
– 6 sfingi,
– 2 obelischi,
– 9 colonnati,
– 2 parti del montante della porta,
– 2 parti del trono (tutti questi pezzi sono in plastica),
– 12 mosaici (in cartone, sono pezzi formati da cinque quadrati uniti tra loro in diversi modi, ovvero si tratta di “pentamini”).
Una serie di segnalini “Talenti” (in tagli da 1, 2, 5 e 10) servirà per tenere traccia di tutti i punti vittoria acquisiti dai giocatori, mentre i segnalini “Amuleto di Sobek” servirà quando un giocatore compirà azioni che gli faranno acquisire “corruzione”.
Le merci con cui si costruiranno gli elementi del tempio sono rappresentati da un mazzo di carte, e sono di cinque tipi: Pietra, Legno, Marmo, Lapislazzuli e Artigiani (in effetti non sono merci, ma il loro utilizzo è analogo; e penso che abbiano volutamente evitato di usare il termine “Schiavi”); oltre a queste, vi è un altro tipo di carte: gli “Adoratori di Sobek”, che danno vari vantaggi se utilizzate, ma fanno aumentare la corruzione. Tutte le carte vanno mischiate in modo particolare, ovvero con metà del mazzo coperto e metà scoperto, in modo da lasciare visibili metà delle carte quando verranno disposte sul tavolo (in tre mazzetti, rappresentanti tre banchi del mercato).
Completa la dotazione comune una miniatura di Cleopatra per tenere traccia degli elementi completati, cinque dadi a sei facce (che riportano un Ankh su una singola faccia) e una piccola plancia sulla quale disporli.
Ogni giocatore ha a disposizione una piramide di cartone (in cui verranno inseriti gli amuleti Sobek), due statue di Anubi, tre tessere “Mercanti del Nilo” e una scheda riassuntiva che riepiloga le regole, gli effetti delle carte degli adoratori di Sobek e le combinazioni necessarie per costruire i vari elementi del palazzo; inoltre vengono distribuite ad ognuno tre carte dal mazzo delle merci.
La sequenza del turno di ogni giocatore è molto semplice, in pratica si deve scegliere tra due possibili azioni:
– andare al mercato, e quindi pescare tutte le carte da una pila (bancarella), dopodiché si distribuisce dal mazzo delle merci una carta su ogni bancarella e si controlla di non aver superato il limite di dieci carte. Se questo accade, allora il giocatore dovrà scegliere tra il tenere tutte le carte (e ricevere un numero di amuleti di Sobek pari all’eccesso di carte) oppure scartare l’eccesso (e ricevere un singolo amuleto).
– costruire, in questo caso si possono costruire un numero qualsiasi di elementi del tempio, spendendo le risorse corrispondenti, vi sono carte normali che rappresentano una risorsa, carte jolly che possono essere utilizzate per sostituire una risorsa mancante e carte “corrotte” che valgono ben due risorse di ogni tipo, ma il cui utilizzo costringe a mettere un amuleto di Sobek nella propria piramide; in più è possibile utilizzare una delle tre tessere “Mercanti del Nilo” in sostituzione di una risorsa mancante (ma sono solo tre e una volta utilizzate vanno scartate). Per ogni elemento costruito si ricevono un certo numero di talenti, in base a vari criteri, ad esempio le sfingi valgono due o cinque crediti a seconda della loro posizione, i mosaici danno un bonus se si occupano certe caselle, mentre i montanti aumentano di valore se sono adiacenti a colonnati già costruiti. Se nella stessa fase si riesce a costruire due o tre elementi c’è un bonus in talenti.
Dopo aver costruito, il giocatore di turno lancia i dadi, e mette quelli che presentano l’Ankh sulla plancia apposita. Se tutti i dadi mostrano l’Ankh, allora parte un “sotto-gioco”: l’offerta al gran sacerdote, in cui ogni giocatore paga un certo numero di talenti con un offerta segreta (a pugno chiuso), da zero ad un massimo di tutti i talenti posseduti. Il vincitore può ritirare dalla sua piramide tre amuleti di Sobek, mentre gli altri in sequenza riceveranno da uno a tre amuleti aggiuntivi; i dadi vanno tolti dalla plancia e saranno tutti a disposizione per il prossimo giocatore che costruisce.
I mosaici che vengono piazzati sul lato superiore della scatola rappresentano un altro “sotto-gioco”: se si riesce a chiudere un’area in modo che non vi si possano piazzare dentro degli altri pezzi di mosaico, allora si può posizionare al suo interno una delle due statue di Anubi a disposizione. Alla fine della partita si potranno togliere dalla propria piramide tanti amuleti di Sobek quante sono le caselle presenti nell’area indicata dalle proprie statue di Anubi.
Le carte degli adoratori di Sobek possono essere utilizzate in qualunque momento del proprio turno e danno vantaggi particolari previo il ricevimento di un certo numero di Amuleti di Sobek; ad esempio, la “Cortigiana” permette di cercare una carta merci particolare dal mazzo degli scarti, mentre la carta “Messo” fa scattare una fase di contrattazione in cui il giocatore di turno può ricevere carte merci dagli avversari, accompagnate però da altrettanti amuleti di Sobek.
Il gioco procede in questo modo alternando i turni tra i giocatori, fino a quando non vengono completate cinque delle sei sezioni di tempio; il gioco termina e vengono conteggiati gli amuleti di Sobek che ognuno ha dentro la piramide, aggiungendone uno per ogni carta corrotta (risorse o seguaci) che sia rimasta in mano. Il giocatore che ne ha il numero maggiore viene dato in pasto ai coccodrilli e non può vincere (se due o più giocatori hanno lo stesso numero di amuleti, tutti subiscono la stessa sorte). Tra i rimanenti, chi ha il maggior numero di talenti viene dichiarato il vincitore; notare che ogni tassello “Mercante del Nilo” non utilizzato fa guadagnare tre talenti aggiuntivi.
Notare che il gioco è per un massimo di cinque, ma può essere portato a sei (o anche più) giocatori con pochi materiali aggiuntivi: tre segnalini per i mercanti, due statue di Anubi e una scatola in cui mettere gli amuleti di Sobek (e magari la fotocopia della scheda riassuntiva), non serve altro.
Questo titolo è un gioco semplice, rapido (una partita dura non più di un’ora e mezza), accattivante (per via dei materiali) e quindi risulta ideale per neofiti (o per una tranquilla partita in famiglia). I “puristi” storceranno un po’ il naso per via del meccanismo relativamente banale del “pesca, pesca, pesca e cala la combinazione” e per la dotazione non necessaria (gli elementi di plastica potevano essere sostituiti da carte o segnalini), ma tutto sommato può risultare coinvolgente (e divertente) anche per i giocatori più esigenti, grazie anche ai “sotto-giochi” presenti e al meccanismo degli amuleti (che si può provare a “controllarlo” ricordando quanti amuleti hanno ricevuti gli altri giocatori). Forse manca l’aspetto più accattivante che c’era in “Shadows over Camelot”, ovvero la presenza del “traditore”; questo meccanismo di “competizione sotterranea” non c’è in “Cleopatra e la Società degli Architetti”, e del resto non è possibile neanche ostacolare chi sta vincendo (tra l’altro i talenti e quindi i punti vittoria sono segreti). Ma proprio per queste caratteristiche siamo di fronte ad un classico “gioco per famiglie” che appagherà sicuramente tutti coloro che lo acquisteranno per questo motivo. Purtroppo è uscito troppo tardi per poter concorrere con il concorso “Spiele des Jahres” di quest’anno (e il prossimo anno è ancora lontano), ma sono sicuro che sarebbe stato un concorrente agguerrito.
Un lato negativo? Il prezzo non è sicuramente basso, e vista la quantità di materiale questo è comprensibile. Un lato positivo? La disponibilità della versione italiana in contemporanea quasi con l’uscita del gioco sui mercati stranieri, che ne favorirà sicuramente la diffusione nel nostro paese.

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