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Il cibo dell’anima

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Il cibo dell’anima

L’anima risiede nel corpo, sostanza materiale degli esseri viventi e, queste due componenti insieme, corpo e anima, vanno a costituire i due poli, pratica forma di espressione della manifestazione. Si può intuire che l’una attiva l’altro, tant’è vero che quando l’anima lascia il corpo l’attività fisica cessa. Ritengo straordinariamente impotante che entrambi possano convivere in sintonia onorandosi l’un l’altro affinchè la qualità della vita, innalzandosi, possa consentire elevate esperienze.
Anche i latini affermavano "mens sana in corpore sano". Oggi potremmo dire che mente sana e corpo sano riflettono un’anima integra.
La vita spirituale è una continua presa di coscienza di questi fenomeni e la ricerca della loro causa. Essa è consapevolezza e coscienza dei vari piani della costituzione umana e universale, da quello materiale a quello spirituale. Portare la pace sui vari piani dell’essere, arrivando cioè a purificare l’intero complesso psicosomatico, permette di creare più buoni presupposti per lo svolgimento di pratiche spirituali come la meditazione orientale, la preghiera occidentale o la riflessione e contemplazione in genere.
Da questo presupposto consegue che, nella vita spirituale, l’alimentazione deve essere presa nella giusta considerazione affinchè anch’essa possa facilitare e incrementare la predisposizione necessaria, per condurre il soggetto a stati di concentrazione che possono portare alle alte esperienze.
Affermo, tuttavia, che la sola alimentazione anche se perfettamente regolata e finalizzata non ha mai portato nessuno all’illuminazione, diciamo che può essere d’aiuto. Può facilitare la calma soprattutto fisica e mentale necessaria ad affrontare prima di tutto la quotidianità e poi le lunghe pratiche interiori.
Si tratta in fondo ancora di conoscenza, ottenuta attraverso la consapevolezza delle reazioni che determinati alimenti inducono nel corpo umano e in altri piani dell’essere. In generale, ad esempio gli asceti, soprattutto taluni "maestri" orientali fanno raro uso di cibi troppo eccitanti come quelli piccanti. Evitano la carne rossa che stimola l’aggressività o gli alcolici che eccitano il sistema nervoso. Prediligono il cibo semplice come il riso, il latte, il miele,ecc.
Di diversa opinione sono invece i maestri del Tantra : essi tendono ad usare cibi eccitanti per scatenare l’energia e dopo che ne hanno ottenuto il controllo la finalizzano verso la realizzazione spirituale.
Nelle religioni e discipline spirituali occidentali si incontrano maestri che fanno uso di carne. Gesù, come tanti sanno, mangiava pesce e beveva vino.
Come potete intuire, il cibo dell’anima consegue da una variegata visione interpretativa permeata dalla saggezza di varie esperienze. Suggerisco qui di seguito l’alimentazione di una giornata tipo, ricette finalizzate al raggiungimento della pace interiore e al benessere psicofisico. La mia proposta, potrebbe esservi utile anche nella vita pratica, qualora desideraste una maggiore calma riflessiva e più concentrazione.


Le ricette dell’anima :

1)
colazione : alla sera, prima di andare a dormire, preparate due bicchieri di acqua tipida e nel primo mettete a bagno una quindicina di mandorle secche con la buccia mentre nel secondo un pugno di uva sultanina. Lasciate riposare per tutta la notte. Quando vi alzate, dopo le pratiche spirituali dell’alba, procedete come segue : togliete le mandorle dal bicchiere e buttate via l’acqua, sbucciatele e con un coltello sminuzzatele. Prendete dello yogurt naturale, allungatelo con l’acqua dell’uvetta, aggiugetevi le mandorle tritate, l’uvetta rinvenuta e anch’essa sminuzzata e se vi fa piacere dolcificate con un po’ di miele.

2)
pranzo : iniziare con un pinzimonio di verdure crude assortite in olio di oliva o di girasole, poi una abbondante razione di "Chikadi" preparato come segue : prendete una eguale quantità di riso e di lenticcchie e fatele bollire in acqua salata ( in proporzione doppia del riso e lenticchie insieme) a cui aggiungete un po’ di peperoncino rosso e di cardamomo. Quando l’acqua sarà stata assorbita, aggiungete un po’ di zafferano e condite con Ghee. Il Ghee è il burro non salato e chiarificato usato in tutta l’India che si prepara nel seguente modo : si fanno sciogliere 500 grammi di burro a fuoco lento e si porta ad ebollizione, schiumandolo fino a che diviene completamente chiaro e limpido. Si toglie dal fuoco prima che il suo colore tenda a scurirsi. Si lascia raffreddare, si filtra e quello che rimane lo si conserva in una bottiglia di vetro : è ottimo anche per condire l’insalata in alternativa all’olio.

3)
cena : come antipasto una bella insalata di verdure cotte bollite poi polenta e ricotta oppure crescenza.

Prima di andare a letto potete prendere una tisana di zenzero dolcificata con miele.

Amadio Bianchi

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