I Fiori appesi
Fili di ferro
Ai muri
Patiti
Come prigionieri
La pelle attaccata alle ossa
I fiori appesi
Occhi senza un viso attorno
Lacrime di sangue
Rappreso Raggrumato
Mani pallide
Posero
Sulle mure annerite di fumo
Fumo pieno di risa e sogni
I Fiori appesi
Muoiono nel freddo
Nella fuliggine
Nella solitudine
Nell’oblio
Petali tristi
I fiori appesi
Cadono a terra
Anime annerite
Figli impauriti
La mano di d-o scese
A cogliervi uno a uno
Avevo questo da scrivere da quando ero stato alla risiera di san sabba a Trieste.
Era una mattina gelida, era il 2 gennaio 2001, circa le 9,30, non c’era nessuno, solo un paio di inservienti.
Ricordo i muri altissimi, cilindri di ferro battuto lanciati a toccare il cielo a memoria del fumo che saliva dai forni; alcune stanze dove venivano uccisi i prigionieri, i muri scuri e sparuti mazzetti di fiori rinsecchiti dal gelo.
FIORI APPESI
Matteo Ranzi