Il primo passo da compiere per migliorarsi è sicuramente quello di imparare a vivere nella lealtà e verità, qualità che portano alla individuazione del "giusto atteggiamento"
Siamo d’accordo che, date le cattive abitudini acquisite durante l’esistenza di ognuno, ciò non è sempre semplice da attuare, tuttavia mi pare un sentiero da seguire per un concreto cambiamento.
Ritornando un passo indietro, per le persone "forti", la vita è bella e divertente proprio perché presenta qualche difficoltà, così come divertente è la diversità di atteggiamenti e comportamenti del genere umano. Spesso la persona "forte" prova tenerezza e compassione per i deboli e gli incapaci che usano la cosiddetta cattiveria, poiché essi non dispongono di altre risorse un po’ meno aggressive.
La mia origine "montanara" fa sì che ogni tanto, porti ai miei lettori esempi legati alla vita vissuta sulle montagne dell’alta Vallecamonica, Valtellina e Svizzera Italiana, per affermare ciò che sostengo.
Propongo, infatti, un episodio della mia vita poiché lo reputo illuminante:
ho un amico che abita a Celerina, in Svizzera, vicino alla famosa St. Moritz, che non vedo da qualche anno (poiché confesso di essere, come i più, io stesso vittima del "superlavoro"), il quale ogni tanto mi invitava a trascorrere alcune belle giornate sulle montagne di quella zona con lui. In una di queste "scorribande invernali" sugli sci, egli, mi fece da guida invitandomi a sperimentare la maggior parte delle piste a disposizione. E’ risaputo che l’orgoglio svizzero è una delle qualità (spesso meritate) di questi cittadini, per cui l’amico spesso mi faceva notare come tutto filasse perfettamente bene : le piste erano ben innevate e curate alla perfezione, gli impianti funzionavano senza intoppi, i posti di ristoro assai confortevoli. Insomma tutto ciò che si poteva desiderare lo si trovava già attuato con maestria ed esperienza. Niente da dire…Continuammo il nostro "carosello" ed io ero al massimo della beatitudine quando il mio amico scelse di percorrere l’ennesima pista. Questa volta dopo alcuni metri mi fermai stupefatto : la pista era sconnessa, la neve "battuta" malamente e la presenza di numerosi "dossi" alterava la conformità comune alle stupende piste percorse fino a quel momento. Mi rivolsi a lui dicendogli scherzosamente che la "perfezione svizzera" presentava in quella pista qualche limite. – Ma no, caro amico – mi disse – questa pista è realizzata in questo modo apposta.- Devi sapere che qui in Svizzera la "gente" ha raggiunto un alto livello di abilità sciistica, anche perché "si nasce con gli sci ai piedi" pertanto, sul facile, non ci si diverte affatto, ci si annoia. Allora si è pensato di realizzare almeno una pista con svariate difficoltà per fare divertire gli esperti.-
Le sue parole mi colpirono nel profondo e mi illuminarono sulle difficoltà della vita. In effetti, quando si inizia a sciare, una minima pendenza del terreno, può mettere in crisi l’apprendista ma, con il sopraggiungere dell’esperienza e dell’abilità, egli non si diletterà più sul "piano", cercherà maggiore pendio e asperità per misurarsi con esse e divertirsi. Proprio in ciò sta il piacere : misurarsi, vincersi e vincere le difficoltà.
Perché in altri aspetti della vita dovrebbe essere diverso ? Potrei affermare che un uomo forte, desidera svegliarsi la mattina e incontrare qualche stimolante difficoltà.
Un uomo forte è persona che avendo accettato la sua limitatezza senza attribuire la colpa alla montagna della sua incapacità, ha imparato a lavorare su se stesso dominandosi. In generale è persona divenuta comprensiva e buona anche nei confronti dei "principianti" perché ha capito che, nonostante l’esperienza, c’è sempre da imparare.
Vita difficile, gente cattiva…
Quando, in preda a scontentamento, si esprime il proprio dissenso nei confronti della vita e del genere umano, in effetti, si dichiara la propria incapacità di fronte all’esistenza. Si è, cioè, impacciati nell’affrontare le difficoltà e, non solo si tende a non riconoscerlo, ma il più delle volte, direi con viltà, si attribuisce la paternità dei propri fallimenti a ciò che ci circonda, anziché ammettere le proprie insufficienze.
Amadio Bianchi