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Intervista a Gordiano Lupi

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Intervista a Gordiano Lupi

Ciao, e per cominciare grazie per avere accettato questa intervista. Anche se è improbabile che chi ci segue non ti conosca (c’era giusto il mese scorso la recensione di una tua recente produzione) direi che il modo migliore di iniziare è sempre quello di chiederti di raccontarci chi è l’"uomo" Gordiano Lupi – prima di passare Gordiano "scrittore" e a quello "editore".
L’uomo Gordiano Lupi è uno come tanti, che fa una vita da impiegato, ha una famiglia composta da un figlio di sette anni e una moglie che adora, è un uomo che cerca di ritagliarsi il tempo per scrivere e occuparsi delle cose che ama, ma che non può fare soltanto quello, purtroppo. Per esempio sono uno che ama molto la lettura e soffro per la mancanza di tempo per leggere tutto quello che vorrei. Però grazie a mio figlio in questi giorni sto rileggendo "Peter Pan".
Se uno legge una delle tante interviste che hai rilasciato in passato – o guarda ad esempio sul tuo sito – è facile rimanere colpiti dalla tua ampia bibliografia. Puoi riassumercene i punti salienti? come è iniziato il tuo percorso di autore e cosa è stato fondamentale (o comunque significativo) nel suo proseguire?
Il mio percorso di autore comincia con un libro di racconti del 1998 intitolato "Lettere da lontano", un libro che tutto sommato amo perché vuol dire molto per me e che infatti ho ristampato di recente con Il Foglio (era esaurito) senza toccare una virgola, pure se il mio stile adesso è molto cambiato. Fondamentale per la mia scrittura è stato l’incontro con Cuba nel 1999. Dopo aver vissuto un po’ nell’isola, dove mi sono pure sposato per la seconda volta, ho cominciato scrivere romanzi e racconti di ambientazione cubana che hanno come filo conduttore il fantastico e il misterioso. I miei romanzi cubani sono storie di santeria, di palo mayombe, ma sono anche racconti dove voglio descrivere la vita a Cuba, sono un miscuglio di horror-mistero e quotidiano. Da poco mi sono dato anche alla saggistica popolare, romanzi di viaggio, reportages. In questo campo il libro più importante è di sicuro "Cuba Magica" edito da Mursia, un viaggio nel mondo della santeria a colloquio con un vero santero. Tra breve uscirà anche un mio libro sulla musica cubana edito da Bastogi. Importante per me è pure la collaborazione con la Profondo Rosso di Luigi Cozzi nel campo del cinema di genere. Ho pubblicato con loro "Cannibal – il cinema selvaggio di Ruggero Deodato" e a breve usciranno tre miei lavori su Tomas Milian, Joe D’Amato, Gloria Guida ed Edwige Fenech. Sempre per Profondo Rosso uscirà un libro scritto da me e da Maurizio Maggioni sul mito del vampiro che contiene pure una mia versione porno-horror di Carmilla di Le Fanu (Carmilla 2000). Importanti sono anche le traduzioni dei romanzi del cubano Alejandro Torreguitart ("Machi di carta" – 2003, Stampa Alternativa e "La marina del mio passato" – 2004, Non solo parole). L’ultima cosa che ho fatto è quella che ha avuto più risonanza: "Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura" edito da Stampa Alternativa infatti ha quasi esaurito la prima edizione.
Le tue collaborazioni con realtà letterarie esistenti (cito ad esempio quella con Prospektiva) come si inseriscono nel tuo cammino di scrittore – e come e quando è nato il progetto de "Il Foglio Letterario" – progetto che al momento produce e pubblica oltre alla rivista anche molti libri all’anno?
Prospettiva è stato il primo editore dei miei romanzi cubani ma adesso non ci collaboro più, considero quella parentesi chiusa in modo definitivo. e cose fatte con Prospettiva ("Il mistero di Incrucijada" e "Il giustiziere del Malecon") sono fuori catalogo e vorrei ripubblicarle con altri editori, se ci riesco. Ho pubblicato anche "Nero tropicale" con Terzo Millennio, il libro di racconti cubani che contiene anche una versione aggiornata di "Sangue tropicale" e che ha avuto buona diffusione.
Il Foglio è nato nel 1999 come rivista ed è diventato Casa Editrice nel 2002, è una realtà importante che accoglie il movimento neo noir di Fabio Giovannini e molte voci nuove della narrativa. Insieme a me lo hanno fondato Andrea Panerini (si occupa di poesia) e Maurizio Maggioni (saggistica), ma adesso il gruppo è molto più vasto e ci sono gente come Alberto Ghiraldo (Dammi Spazio), Fabio Beccacini (Giallo e Noir), Daniela Monreale (Bar Code), per non citare che qualche nome… Abbiamo un catalogo di oltre 100 titoli e pubblichiamo (con molta fatica) circa 3 novità al mese di vari generi.
Come autore hai avuto (e hai al momento) un sacco di episodi che hanno portato il tuo nome ad essere una sorta di caso sul web e non solo (in questo ultimo periodo è indubbio il successo di "quasi quasi faccio un corso di scrittura anch’io" – ma ricordo altre situazioni simili)… puoi raccontare per i lettori in dettaglio qualche aneddoto a riguardo?
Episodi che hanno fatto un po’ discutere sono stati quello legato al racconto "Il frocio", accusato di omofobia mentre in realtà era solo un noir che si ispirava a un fatto realmente accaduto (pare che la realtà sia omofoba), e adesso la pubblicazione di "Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura". Il mio ultimo libro è uno sberleffo al mondo editoriale ed è ironico nei confronti di tanti scrittori osannati dalla critica e dal sistema televisivo. Accuso le case editrici a pagamento, i concorsi truffa, gli scrittori senza sangue, le scuole di scrittura… in molti si sono risentiti perché parlo senza peli sulla lingua, da Toscano… però tanti mi hanno dato un notevole sostegno e del libro se ne sta parlando molto e sta vendendo.
Quanto c’è di spirito di provocazione in te e quanto alcuni di queste tue produzioni sono qualcosa di studiato ad arte per colpire l’attenzione pubblica? Quanto lega cioè Gordiano "editore" al Gordiano "autore"?
Di studiato ad arte in quello che faccio non c’è mai niente. Scrivo sempre quello che penso ed è la mia caratteristica più vera. Magari posso essere incostante e incoerente ma al momento che scrivo una cosa è quella che penso. Non sarei capace di studiare le cose per spirito di provocazione, la polemica fa parte del mio carattere.
Chiunque segua anche solo da lontano le tue pubblicazioni non può non conoscere la tua seria passione per Cuba (tra l’altro ricordo ancora un tuo mail piuttosto contrariato sull’uscita di "Havana")… come è nata e quanto ha inciso su cosa è ora il Gordiano scrittore?
Di Cuba ho già detto. Tutto nasce nel 1999, a Cuba ci sono stato molto, mi ci sono sposato, mio figlio è italo-cubano… Cuba mi ha dato molto, le devo molto…
Di "Havana" dissi le cose che non andavano, quel libro è un bel thriller ma è pieno di errori di ambientazione. Da quanti anni Martin Cruz Smith non va all’Avana?
Cambio argomento – ma solo un po’: come nasce un tuo racconto e/o un tuo libro? come è nato – ad esempio – "Sangue Tropicale" o "Destino terminale" (racconto con cui hai partecipato ad A-DNA)?
I miei racconti hanno sempre una componente di vita vissuta. Ti stupiresti se ti dicessi che "Sangue tropicale" è autobiografico e che Giovanni sono io? Nella versione a fumetti infatti Oscar Celestini lo ha disegnato ispirandosi a me… Certo, non ho mai ucciso donne sul lungomare, né sono stato vittima di una stregoneria…
"Destino terminale" invece è un racconto che non amo molto e che non ricordo, credo che oggi non lo scriverei, c’è gente più brava di me a scrivere fantascienza…
Come editore ti chiedo: che consigli puoi dare a chi sta cercando di diventare uno scrittore e sta iniziando ad avvicinarsi a concorsi e case editrici? cosa ti fa pensare immediatamente che un testo non valga nulla e cosa invece ti fa pensare che possa valere qualcosa?
I consigli per gli aspiranti scrittori li ho messi tutti in "Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura" e nel nuovo libro che spero uscirà per Stampa Alternativa. Il primo consiglio è di comprarlo e di studiarselo … A parte la pubblicità, all’aspirante scrittore consiglierei di leggere molto, scrivere tanto, riscrivere, correggere, non essere mai soddisfatti… Come editore accantono i manoscritti dopo 3 pagine quando lo stile è involuto.
Due domande da curioso: chi tra le persone ora famose-ma-non-da-libro-al-supermercato hai avuto modo di conoscere in questi anni di attività e ti fa piacere citare? E chi, tra le persone "famose"?
Mi fa piacere citare Fabio Giovannini, uno scrittore serio non da supermercato, ma anche Gianfranco Nerozzi ed Eraldo Baldini, due autori di narrativa horror come piacciono a me. Poi cito pure Marcello Baraghini che è un grande, un editore romantico come ce ne sono pochi…
Che progetti hai per il futuro?
I progetti sono più del tempo che ho per realizzarli, purtroppo. Nell’immediato pubblicherò "Un’isola a passo di son – viaggio nel mondo della musica cubana" per Bastogi (e dopo "Vedere Cuba dalla parte dei cubani"). Poi spero di pubblicare il seguito di "Quasi quasi…" e un romanzo noir inedito che amo molto ma che non trova un editore. Sto lavorando adesso al saggio su Tomas Milian che dovrei finire per maggio.
E siamo quasi alla fine – e come faccio sempre ci sono le domande "partigiane"… come sei entrato in contatto (e se ti ricordi, come mai) con KULT Underground e la KULT Virtual Press?
Mi pare che sono entrato in contatto con Kult per puro caso, partecipando a un concorso, erano i tempi che ne facevo tantissimi, adesso non ne faccio più o quasi… poi mi pare che mi venne chiesto "Sangue tropicale" e io ve l’ho passato volentieri.
Ammesso che tu abbia una idea a riguardo cosa pensi delle realtà "minori" e "amatoriali" – eventualmente come mezzo di promozione iniziale per un autore?
Le realtà minori sono l’unico mezzo che ha un autore per farsi conoscere. Il Foglio la considero una realtà minore che sta crescendo e non credo sia inutile per chi ci pubblica…
Grazie per il tempo che ci hai dedicato – e arrivederci a Modena.

Marco Giorgini

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