Un bentornato a tutti gli amici di Kult. Eccoci a febbraio, sembra che stiamo per uscire dal grande freddo, e l’atmosfera di Carnevale è ricreata ad arte nei grandi magazzini; ma a Sussurri è ancora il momento della riflessione e dell’inquietudine creativa. Un mese prevalentemente dedicato alla lirica, al sentimento, al dispiegarsi dei sentimenti interiori e della bellezza delle parole. Dovrei citare tutti gli autori, ricordare la loro intensità; ma stavolta credo sia meglio naufragare subito nel mare della poesia….
Abbiamo già conosciuto Marco Milani per racconti indimenticabili come La festa degli angeli, e conosciamo quindi la grandissima fascinazione di questo autore per il mondo al di là del confine, il limite che ci respinge e ci attrae: la morte – il dopo, e quello spazio indefinito tra il "qui" e il "Là". Temi, tutti, che si ritrovano nel racconto Notte chiara, scritto in uno stile impalpabile, lieve, un mezzo sorriso sul nulla.
Ancora una raccolta lirica, stavolta del raffinato Nicola Vassallo, che in Inquietudini esplora i meandri della mente, dell’angoscia, della fragilità umana, attraverso perfette, circolari architetture liriche, in cui si nota (il pericolo in agguato è quello dell’artificiosità) la ricerca accurata della parola, dell’immagine, del verso. Bellissimo quel "mi sento diventare fibra d’ un velo di vapore".
Sono davvero felice di poter commentare, dopo qualche tempo, l’opera di un grande, da molto tempo ospite occasionale di Sussurri: si tratta di Mario Pischedda, inconfondibile nella sua calma disperazione, nella naturale spontaneità del verso; come in quest’ultima Una domenica qualunque, in cui i richiami alla quotidianità (quel "cibo senza allegria") esprimono tutto – senza retorica, senza parere -della nostra vita moderna.
Arrivederci al prossimo mese!
Voci che sussurrano
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Visto che parliamo di naufragio, e scusatemi il gioco di parole, l’incipit più adatto é senz’altro La voce dei pesci e del silenzio, di Giancarlo Ferrigno; martellante proclama al verso e alla libertà dell’autore, con richiami frequenti al mito greco, all’ "inclito verso di colui che l’acque cantò fatali, e il diverso esiglio…", a Omero quindi, e a Ulisse perso nel mare. Cito Foscolo, perché nessuno come lui ha inserito la mitologia nella sostanza della sua poesia.
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E dal mare popolato di tragici eroi e di sirene, passiamo alla spiaggia, su cui incedono le affascinanti sirene dei nostri giorni. Non è tutto in versi questo numero di Kult, ma la nuova opera di Enzo Moschetta, il Poema del calore, può essere letta – lo dice il titolo stesso – come una sorta di poesia in prosa, un inno sensuale alla bellezza femminile, al corpo che brucia i sensi. Come al solito l’autore sperimenta in libertà la parola, così viva e carnale in lui; ma sottovoce mi permetto di dire che comincio a trovare un po’ stucchevoli queste esaltazioni delle donne sudamericane tutte ballo e bollori….spero vivamente che abbiano passato lo stadio "animale"….
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E’ strano come a volte un filo rosso leghi tra loro le opere di Sussurri, quasi un’ispirazione collettiva misteriosa e affascinante; si parla di ballo in Moschetta, e ritorna la danza in Pietro Pancamo; anche se in Danzai la musica è quella dell’amore, che si irradia "nei rivoli del tempo" (splendida immagine!), all’ombra di un Dio sibillino (ancora la mitologia, ancora misteriosi dei).
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Ancora brezza marina, ancora profumo di donna, nel dolcissimo frammento poetico di Marco Saya (il titolo della raccolta, Frammenti, è dato dalla redazione per esigenze tecniche); lo struggimento è quasi fisico, e fa trattenere il fiato, come spesso accade nelle liriche così musicali di questo autore, che ben conosciamo.
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Chiusura migliore non poteva esserci di Al futurismo digitale, necessario inno al poeta virtuale, il Marinetti del Duemila. L’autore è Enrico Pietrangeli, e l’opera è tratta, come diverse altre che abbiamo pubblicato, dalla raccolta D’amore, di morte; raccolta non solo "internettiana", ma anche acquistabile in libreria!
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E per questo mese abbiamo davvero terminato; non mi resta che ringraziare tutti, autori e lettori, e per invitare chi avesse opere prime nel "cassetto" a farsi avanti.
Lorenza Ceriati