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Io Scrivo – Simone Maria Navarra

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È cosa nota che il circuito legato all’associazione culturale Delos non si occupa solo di proporre letteratura, ma anche di supportarne la scrittura. I loro concorsi letterari e l’ottimo Writers Magazine Italia ne sono l’esempio più concreto, e oltre a quelli è facile trovare nel catalogo DelosBooks svariati libri a tema, come il recente La guida 2009 agli editori che ti pubblicano, o il Prontuario dello Scrittore (scritto da Franco Forte, e arrivato alla quarta edizione) o ancora Come partecipare ai premi letterari (e vincere).
Io scrivo (di Simone Maria Navarra) non è quindi una forzatura nella linea editoriale di questa attiva casa editrice, ma si può capire quanto questo saggio sia diverso dagli altri fin dalle prime pagine. L’autore (noto sul web per i suoi e-book e per la sua attività di blogger) è infatti uno di quelli che sa giocare con le parole, e con il suo stile scanzonato riesce a strappare ben più di un sorriso, mentre, muovendosi tra il serio e il faceto, snocciola aneddoti della sua attività di esordiente e fornisce consigli pratici su cosa fare (e soprattutto su cosa NON fare) se si vuole provare a trasformare la propria passione per la scrittura in qualcosa di più.
Non ci troviamo però in questo caso davanti ad un manuale di scrittura tradizionale (non troverete cioè, in questo volume che graficamente fa il verso a “Io uccido”, una dissertazione puntuale su come affrontare la pagina bianca, su che tipo di storie scrivere o su come fare una revisione, anche se tutti questi argomenti verranno comunque affrontati) ma non sarebbe neppure corretto dire che quest’opera di Navarra sia principalmente una divertente disamina dell’universo degli scrittori in erba. Perché Io scrivo riesce ad essere in verità entrambe le cose insieme, e anche qualcosa di più.
Sorretto da una rigorosa divisione in capitoli, che ci portano passo passo dal momento in cui decidiamo o scopriamo di volere essere scrittori al momento in cui ci auguriamo che ci pubblichino le nostre fatiche, questo breve saggio riesce, con molto autoironia, a ricordarci quali saranno i problemi da affrontare, che errori sarebbe meglio evitare di fare, e come riuscire a rimanere il più possibili obiettivi sul nostro (eventuale) valore. Questo riempiendo le pagine di intriganti divagazioni (come ad esempio un esame critico di molti capolavori della letteratura) e di esempi “pratici” che si appoggiano sulle reazioni che i suoi precedenti romanzi (al momento proposti soltanto in formato elettronico) hanno suscitato nei lettori (reali o virtuali) e, quando è capitato, negli editori. Esempi tanto più comici quanto più riconoscibili come esperienze condivise. E di conseguenza importanti da osservare “da fuori” per un esame che ci possa fare imparare qualcosa da essi.
Navarra ci ricorda poi che molti dei dubbi che possono assillare all’esordiente hanno in realtà risposte semplici (anche se spesso inefficaci), e che l’essere uno scrittore (tanto più nell’era del web) non può volere solo dire sapere creare una bella storia. Perché se l’obiettivo è quello di essere pubblicati (e, ammettiamolo, quello è l’obiettivo) bisogna sapersi rimboccare le maniche per farsi notare, ed è fondamentale farlo bene da subito. Avendo quindi sempre chiaro cosa si vuole ottenere e come ci si deve muovere per averlo. Perché scrivere è sia arte sia tecnica, e procurarsi una occasione non è facile, e, se mai ci dovesse capitare, sarebbe davvero un peccato sprecarla per qualche ingenuità più o meno piccola.
E anche se Simone si vanta di non vantarsi di avere risposte certe sul cosa e il come dell’esordiente, il suo pensiero risulta, dalla prima all’ultima pagina del suo libro, quanto mai lucido e puntuale. E ciò che troveremo in Io Scrivo ci rimarrà sicuramente dentro a lungo, anche quando avremo smesso di sogghignare.

 

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