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Intervista con Cranchi

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“Un posto dove stare” è il sesto disco del cantautore mantovano Massimiliano Cranchi. Scritto durante i periodi di lockdown, Un viaggio statico alla ricerca di un locus amoenus. Evocata Estia, Dea del focolare domestico, si viene catapultati in Plaza Dorrego, il “sogno” personificato in una donna che balla il tango. Tomàs Felipe Carlovich, La leggenda del Trinche, era un gran calciatore, regista di fantasia, lento ma di fiammate memorabili. Fu una partita contro l’Albiceleste in partenza per i mondiali del ’74 a farlo diventare leggenda. Credevano di giocare una partita facile, un allenamento, si sono trovati a supplicare il mister avversario di togliere quello sconosciuto con il numero 5. Poi quel viaggio verso Buenos Aires per un provino da professionista, finito a pescare sul fiume Paranà. Amava più giocare che allenarsi, amava più pescare che giocare… La verità rimarrà nascosta tra le vie di Rosario, nella polvere dei suoi prati bruciati dal sole e in quel fiume colore del Fernet infestato di piranha che non volle mai abbandonare.

Conigli è la ricerca di un posto dove stare e di qualcuno da accudire, canzone al centro del disco, ispirata a Uomini e topi di John Steinback e mescolata ad alcuni ricordi d’infanzia.

Ne ho visti troppi come voi è un ponte musicale dalle atmosfere vagamente andine. Unisce simbolicamente Lenny e George, protagonisti di Uomini e Topi, ammoniti dal vecchio Candy, i migranti italiani in Sudamerica e le migliaia di vittime costrette ad attraversare il Mediterraneo. In Nettuno ritroviamo l’attualità delle migrazioni mescolata ai pensieri di Billy Pilgrim (Mattatoio n. 5 – Kurt Vonnegut). “Un punto solo m’è maggior letargo / che venticinque secoli a la ‘mpresa / che fe’ Nettuno ammirar l’ombra d’Argo” (Paradiso XXXIII v. 94-96).

La casa di Borges è ispirata alla Casa di Asterione di Borges. Asterione è il minotauro, il mostro. Per lui probabilmente i mostri siamo noi. Non riesce o non vuole uscire dal suo labirinto come i ragazzi affetti dalla Sindrome di Hikikomori: “Non esco mai di casa perché grande come il mondo e il mondo fa paura come cento mani aprte”. Anche il maestro Borges, dalla sua casa dorata, circondato solo da intellettuali salottieri, non si accorse delle atrocità della dittatura argentina; molti anni dopo se ne ravvide e chiese scusa.

Dal Po alla Neretva il ponte sfida ieratico la corrente dei fiumi per unire, nascondere e proteggere. L’abbattimento dello Stari Most a Mostar, durante la guerra dei Balcani, fu volontà di mortificare la comunità mussulmana. Uova al tegamino / Giovedì, due canzoni in una per i nonni, custodi dei nostri ricordi, dove spesso ci sentiamo a casa.

L’amore Ogni giorno perde il suo significato se non diventa un luogo di complicità ma solo una parola da scrivere su un muro o in una poesia.

Tra un concerto e l’altro Cranchi vive sul Po, a Felonica.

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Intervista

Davide

Ciao Massimiliano e ben ritrovato su queste pagine. Sesto lavoro, “Un posto dove stare”, come già accennato nel comunicato stampa e come del resto gran parte credo dei dischi che stanno uscendo nel mondo in questo periodo -, è nato durante le varie chiusure pandemiche degli ultimi due anni. Come queste canzoni sono servite ad affrontare un così brutto e costrittivo, deprimente e oppressivo periodo?

Massimiliano

Ciao Davide, inizialmente il tempo sembrava talmente dilatato che smarriva, poi le canzoni sono arrivate senza cercarle. Molte per osmosi da quello che stavo leggendo o rileggendo. Più che deprimente ho un ricordo angosciante di quel periodo, un’incertezza che aveva bisogno di un porto sicuro e Un posto dove stare è proprio la ricerca di questo luogo. Devo dire la verità, ho sempre vissuto bene in campagna ma solo ora ne capisco appieno l’importanza.

Davide

Quale continuità e quali novità rispetto ai tuoi precedenti lavori?

Massimiliano

Io continuo a scrivere sempre a penna come dico in una vecchia canzone. Questo disco però è nato più in solitudine di altri, con pianoforte e chitarra, man mano che il confinamento lasciava spiragli riuscivo a raggiungere Marco in bicicletta facendo l’argine del Po da Felonica a Carbonara. Ricordi che non si poteva uscire dal paese di residenza se non per attività sportiva?

Marco ha fatto un lavoro straordinario con gli arrangiamenti. Le cose sono migliorate e siamo riusciti a coinvolgere molti musicisti.

Davide

Chi ha preso parte a questo disco?

Massimiliano

Marco Degli Esposti è stato fondamentale, sia per quanto riguarda gli arrangiamenti che la registrazione vera e propria. Per esorcizzare la solitudine iniziale ho voluto coinvolgere molti musicisti.

Simone Castaldelli (basso elettrico), Luca Zerbinati (pianoforte e tastiere), Fausto Negrelli (batteria), Federico Maio (batteria, tamburo a cornice e santur) e Massimiliano Dosoli (clarinetto), troviamo Antonio Stella (fisarmonica e chitarra), Nicola Govoni (contrabbasso), Matteo Paggi (tromba e trombone), Iris Arioli (flauto traverso), Simone Angiuli (violino), Sergio Marchesini (fisarmonica), Alessio Bettoli (cajon), Luca Vincenzi (chitarra acustica).

Una nota a margine sul disco fisico. Copertina e libretto diventano una personale di Stefano Tassi, dal suo progetto di fotografia anemica “Dalla luna alla Bassa, e ritorno”

Davide

Nella stesura dei testi ci sono molti riferimenti a libri e a storie diverse. Cominciamo dagli scrittori, da Steinbeck a Borges allo scrittore e veterano della seconda guerra mondiale Kurt Vonnegut. Cosa rappresenta per te il binomio musica e letteratura, che tipo di correlazione o dialogo esiste o ricerchi nel tuo lavoro tra queste due arti?

Massimiliano

Considero la musica un’arte narrativa, anche senza testo. Perché allora non avvalersi dell’aiuto dei grandi?

Leggere e ascoltare musica mi portano a viaggiare in mondi sconosciuti. Spero con le mie canzoni di portare l’ascoltatore a fare lo stesso.

Davide

I testi delle canzoni sono letteratura? Quand’è che un testo musicale può secondo te considerarsi un testo letterario a tutti gli effetti?

Massimiliano

Esiste una letteratura dei testi musicali, non sono né poesia né prosa, hanno una loro dimensione, non vanno letti ne recitati, vanno canticchiati. Dylan, Cohen, De Andrè, Jara, Violetta Parra, tantissimi altri e chissà quanti in lingue che non comprendo, hanno raggiunto vette altissime ma credo che siano sempre da cantare.

Davide

Prendi spesso spunto anche da storie vere o l’attualità, come l’abbattimento dello Stari Most, la leggenda del Trinche o il dramma dei migranti e delle stragi silenziose nel nostro Mediterraneo. Cosa di una storia ti fa scattare la scintilla e la voglia di cantarne, di ridirne qualcosa attraverso le tue parole e la tua musica?

Massimiliano

Questa è una bella domanda a cui non so rispondere. Nel senso che vorrei scrivere di qualsiasi cosa ma non sempre riesco. La strettissima attualità ad esempio mi risulta difficilissima, non perché non mi interessi ma probabilmente ho paura di esserne troppo coinvolto. Devo lasciar depositare un po’ il tempo.

Davide

Musicalmente “Un posto dove stare” è servito a esplorare dei generi o delle idee musicali in particolare?

Massimiliano

Cerco di “rubare” il massimo dai musicisti che coinvolgo. Ne ho visti troppi come voi è nata in un pomeriggio di registrazione, serviva una pausa tra due racconti intensi, Conigli e Nettuno, mi sono limitato a fare il direttore d’orchestra. Con Marco, Simone, Federico e Iris è stato facile. Per il resto ci siamo confrontati molto io e Marco, su Plaza Dorrego avevo idee completamente diverse, mi ha divertito vederlo giocare e plasmare una canzone da zero.

Davide

C’è stato qualche disco recente che ti è particolarmente piaciuto?

Massimiliano

Sulle nuove uscite sono sempre impreparato, ci arrivo tardi. Forever di Francesco Bianconi mi è piaciuto molto. Ultimamente sto ascoltando Giovanni Truppi, Dino Fumaretto, Massimo Zamboni, Paolo Capodacqua.

Davide

“L’acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare”, scrisse Paulo Coelho. Vivi sul Po, a Felonica. Cosa rappresentano per te il fiume, il Po in particolare, e il posto dove stai, Felonica?

Massimiliano

L’unico modo per capirlo è venirmi a trovare. Ho scritto un piccolo spettacolo/concerto, in cui provo a spiegare questo rapporto carnale che ho con il fiume, e come il fiume, canzoni e letture cambiano di continuo, anche grazie ai suggerimenti degli ascoltatori, la corrente invece va sempre nella stessa direzione. A proposito, chi vivesse su un fiume e avesse la voglia e la possibilità di organizzare un piccolo concerto intimo io sono sempre disponibile, basta scrivermi.

Davide

A che punto è la musica in Italia dal tuo punto di vista? Da cosa si dovrebbe ora ripartire dopo questi anni di silenzio?

Massimiliano

È una domanda troppo difficile a cui non mi sento di rispondere. Vorrei solo lanciare un piccolo grido di allarme sui piccoli spettacoli in generale, che siano teatro o musica. È sempre più difficile organizzarli e tendono a sparire. I grandi concerti sono importanti ma non aiutano “l’abitudine” dell’ascolto di musica dal vivo e non “formano” il pubblico alle novità.

Davide

Cosa seguirà?

Massimiliano

Presento il disco al teatro Cortazar di Pontelagoscuro il 24 aprile con Marco Degli Esposti, Simone Castaldelli, Luca Zerbinati, Fausto Negrelli e Francesco Sambo; poi il tour ancora da puntellare. Qualche storia in cantiere e speriamo che questa maledetta guerra finisca subito.

Davide

Grazie e à suivre…

Massimiliano

Grazie a te Davide

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